La maggior parte dei capannoni che sorgono nel territorio emiliano investito dalla sequenza sismica del 2012 è stata costruita in un periodo precedente all’entrata in vigore di criteri di progetto specifici per la resistenza alle azioni sismiche. Come conseguenza, le ben note carenze dei collegamenti fra tegoli di copertura e travi, fra travi e pilastri e fra questi e i pannelli di rivestimento erano sistematicamente presenti in queste aree, e tale circostanza è stata la maggiore responsabile dei gravi danni subiti da tali edifici fino a distanze di 20 km dall'epicentro (Savoia et al. 2012, Minghini at al. 2014a, b). Nell’area urbana di Ferrara si è stimato che l’accelerazione risentita durante la sequenza sismica emiliana del 2012 non abbia superato il valore di 0.07g. Per tale motivo gli edifici prefabbricati presenti nelle aree periferiche della città a destinazione industriale-artigianale hanno subito al più danni modesti. L'edificio analizzato nel presente articolo, tipologicamente simile a capannoni più prossimi agli epicentri e rivelatisi molto vulnerabili, è stato reso fruibile a seguito di interventi locali effettuati ai sensi del D.L. 74/2012. Per tale edificio la presente nota illustra alcune proposte di intervento che consentono, sulla base di analisi numeriche in campo elastico lineare, di elevare il livello di sicurezza ad oltre il 60% della sicurezza richiesta agli edifici di nuova costruzione. Le proposte vengono poi validate tramite analisi dinamiche non lineari, che rappresentano lo strumento più sofisticato fra quelli oggi disponibili per la valutazione del rischio sismico delle costruzioni. Da tali analisi emerge come gli interventi proposti possano garantire il pieno adeguamento dell’edificio.
Analisi dinamiche non lineari a sostegno delle ipotesi di intervento di miglioramento sismico del Laboratorio dell’INFN di Ferrara
MINGHINI, Fabio;TULLINI, Nerio
2015
Abstract
La maggior parte dei capannoni che sorgono nel territorio emiliano investito dalla sequenza sismica del 2012 è stata costruita in un periodo precedente all’entrata in vigore di criteri di progetto specifici per la resistenza alle azioni sismiche. Come conseguenza, le ben note carenze dei collegamenti fra tegoli di copertura e travi, fra travi e pilastri e fra questi e i pannelli di rivestimento erano sistematicamente presenti in queste aree, e tale circostanza è stata la maggiore responsabile dei gravi danni subiti da tali edifici fino a distanze di 20 km dall'epicentro (Savoia et al. 2012, Minghini at al. 2014a, b). Nell’area urbana di Ferrara si è stimato che l’accelerazione risentita durante la sequenza sismica emiliana del 2012 non abbia superato il valore di 0.07g. Per tale motivo gli edifici prefabbricati presenti nelle aree periferiche della città a destinazione industriale-artigianale hanno subito al più danni modesti. L'edificio analizzato nel presente articolo, tipologicamente simile a capannoni più prossimi agli epicentri e rivelatisi molto vulnerabili, è stato reso fruibile a seguito di interventi locali effettuati ai sensi del D.L. 74/2012. Per tale edificio la presente nota illustra alcune proposte di intervento che consentono, sulla base di analisi numeriche in campo elastico lineare, di elevare il livello di sicurezza ad oltre il 60% della sicurezza richiesta agli edifici di nuova costruzione. Le proposte vengono poi validate tramite analisi dinamiche non lineari, che rappresentano lo strumento più sofisticato fra quelli oggi disponibili per la valutazione del rischio sismico delle costruzioni. Da tali analisi emerge come gli interventi proposti possano garantire il pieno adeguamento dell’edificio.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.