Il lavoro si inserisce in questo solco legislativo della legge 42/2009. Le regioni, che pensano di volere utilizzare la possibilità di ripartire in modo autonomo le risorse destinate al comparto comunale (offerta dall’articolo 13 della legge 42/2009), devono necessariamente dotarsi di una stima della spesa standard che sia in qualche modo differente da quella effettuata a livello nazionale. Una differenza importante può esattamente consistere nelle ampiezze del campione su cui si standardizza. Un valore medio calcolato su un campione nazionale può essere diverso da un valore medio calcolato su un sottoinsieme di questo ultimo. Poiché il riparto del fondo perequativo destinato a finanziare le funzioni fondamentali della spesa corrente verrebbe fatto sulla base di valori standard nazionali, questo pur in presenza di una stessa somma da ripartire potrebbe essere molto diverso nel caso in cui si utilizzi una standardizzazione basata su livello regionale. Questo lavoro stima per la regione Emilia Romagna le sei funzioni di spesa così come individuate dalla Legge delega ed inoltre, a differenza di precedenti esperienze italiane, riconduce l’analisi ad un dettaglio per singole classi di popolazione precedentemente individuate sulla base dei criteri utilizzati dallo Stato centrale per il riparto del Fondo Ordinario ai comuni italiani. Nel concreto si tratta di una comparazione tra i dati di spesa storica per funzione ed i dati di spesa standard (così come introdotti dalla Legge 42/2009 sul Federalismo Fiscale) atta alla evidenziazione di quali realtà comunali abbiano raggiunto livelli di spesa in linea con le aspettative di spesa standard.

La stima dei fabbisogni standard per i comuni dell’Emilia Romagna - ERVET- Emilia Romagna ed UNIFE

FERRARESI, Massimiliano;FERRONI, Enrico;NORDI, Francesca;RIZZO, Leonzio Giuseppe
2014

Abstract

Il lavoro si inserisce in questo solco legislativo della legge 42/2009. Le regioni, che pensano di volere utilizzare la possibilità di ripartire in modo autonomo le risorse destinate al comparto comunale (offerta dall’articolo 13 della legge 42/2009), devono necessariamente dotarsi di una stima della spesa standard che sia in qualche modo differente da quella effettuata a livello nazionale. Una differenza importante può esattamente consistere nelle ampiezze del campione su cui si standardizza. Un valore medio calcolato su un campione nazionale può essere diverso da un valore medio calcolato su un sottoinsieme di questo ultimo. Poiché il riparto del fondo perequativo destinato a finanziare le funzioni fondamentali della spesa corrente verrebbe fatto sulla base di valori standard nazionali, questo pur in presenza di una stessa somma da ripartire potrebbe essere molto diverso nel caso in cui si utilizzi una standardizzazione basata su livello regionale. Questo lavoro stima per la regione Emilia Romagna le sei funzioni di spesa così come individuate dalla Legge delega ed inoltre, a differenza di precedenti esperienze italiane, riconduce l’analisi ad un dettaglio per singole classi di popolazione precedentemente individuate sulla base dei criteri utilizzati dallo Stato centrale per il riparto del Fondo Ordinario ai comuni italiani. Nel concreto si tratta di una comparazione tra i dati di spesa storica per funzione ed i dati di spesa standard (così come introdotti dalla Legge 42/2009 sul Federalismo Fiscale) atta alla evidenziazione di quali realtà comunali abbiano raggiunto livelli di spesa in linea con le aspettative di spesa standard.
2014
spesa standard; comuni; costi standard; simulazione
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