Dal 2009 il nostro gruppo di ricerca multidisciplinare ha formulato l’ipotesi ipossico-ossidativa nella sindrome di Rett [1,2]. Lo stress ossidativo (SO) è una condizione patologica causata da uno sbilanciamento tra un’eccessiva produzione di radicali liberi (specie chimiche ossidanti) e la loro eliminazione da parte di sistemi di difesa antiossidante. Anche se i radicali liberi svolgono un ruolo fisiologico nel sistema immunitario, uccisione dei batteri patogeni, e come segnali di comunicazione cellulare, un eccesso di radicali liberi è implicato in varie patologie umane [3]. In letteratura alcuni autori avevano già immaginato la presenza di anomalie dello SO in pazienti con sindrome di Rett [4,5]. Le metodologie utilizzate e/o i markers valutati, in questo tipo di ricerche, non erano però molto attendibili o affidabili. Nel 2006 il gruppo del prof. Bird aveva osservato anomalie mitocondriali in un modello animale della malattia (topo MeCP2 nullo, MeCP2 y/-) [6], che, insieme alla dimostrazione ultrastrutturale di anomalie mitocondriali in biopsie di pelle e muscolo da pazienti affette dalla sindrome di Rett [7] potevano suggerire una anomalia dello SO nella Rett. Gli isoprostani sono una famiglia di lipidi biologicamente attivi recentemente identificata come una nuova classe di indici specifici e affidabili di perossidazione lipidica e di danno ossidativo in vivo e ex vivo. Queste molecole sono stabili, relativamente abbondanti e misurabili mediante tecniche analitiche sensibili. La determinazione dei livelli di isoprostani nei tessuti e nei liquidi biologici ha significativamente migliorato la nostra conoscenza sul ruolo svolto dallo stress ossidativo in molte patologie neurologiche. La prima dimostrazione certa della presenza di SO generalizzato nella sindrome di Rett è giunta solo nel 2009 con la dimostrazione dell’aumento degli F2-Isoprostani, prodotti di perossidazione dell’acido arachidonico (componente essenziale delle membrane cellulari), nel sangue (plasma) di pazienti con sindrome di Rett, correlata alla dimostrazione della presenza di una ipossia cronica e alterati scambi polmonari dell’ossigeno in pazienti con la forma classica della malattia [1].

F4- Neuroprostani plasmatici e relazione genotipo-fenotipo nella Sindrome di Rett

VALACCHI, Giuseppe;
2011

Abstract

Dal 2009 il nostro gruppo di ricerca multidisciplinare ha formulato l’ipotesi ipossico-ossidativa nella sindrome di Rett [1,2]. Lo stress ossidativo (SO) è una condizione patologica causata da uno sbilanciamento tra un’eccessiva produzione di radicali liberi (specie chimiche ossidanti) e la loro eliminazione da parte di sistemi di difesa antiossidante. Anche se i radicali liberi svolgono un ruolo fisiologico nel sistema immunitario, uccisione dei batteri patogeni, e come segnali di comunicazione cellulare, un eccesso di radicali liberi è implicato in varie patologie umane [3]. In letteratura alcuni autori avevano già immaginato la presenza di anomalie dello SO in pazienti con sindrome di Rett [4,5]. Le metodologie utilizzate e/o i markers valutati, in questo tipo di ricerche, non erano però molto attendibili o affidabili. Nel 2006 il gruppo del prof. Bird aveva osservato anomalie mitocondriali in un modello animale della malattia (topo MeCP2 nullo, MeCP2 y/-) [6], che, insieme alla dimostrazione ultrastrutturale di anomalie mitocondriali in biopsie di pelle e muscolo da pazienti affette dalla sindrome di Rett [7] potevano suggerire una anomalia dello SO nella Rett. Gli isoprostani sono una famiglia di lipidi biologicamente attivi recentemente identificata come una nuova classe di indici specifici e affidabili di perossidazione lipidica e di danno ossidativo in vivo e ex vivo. Queste molecole sono stabili, relativamente abbondanti e misurabili mediante tecniche analitiche sensibili. La determinazione dei livelli di isoprostani nei tessuti e nei liquidi biologici ha significativamente migliorato la nostra conoscenza sul ruolo svolto dallo stress ossidativo in molte patologie neurologiche. La prima dimostrazione certa della presenza di SO generalizzato nella sindrome di Rett è giunta solo nel 2009 con la dimostrazione dell’aumento degli F2-Isoprostani, prodotti di perossidazione dell’acido arachidonico (componente essenziale delle membrane cellulari), nel sangue (plasma) di pazienti con sindrome di Rett, correlata alla dimostrazione della presenza di una ipossia cronica e alterati scambi polmonari dell’ossigeno in pazienti con la forma classica della malattia [1].
2011
Claudio De, Felice; Cinzia, Signorini; Silvia, Leoncini; Valacchi, Giuseppe; Lucia, Ciccoli; Joussef, Hayek
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