La wrongful life action è intentata dal bambino o in sua rappresentanza. Egli denuncia che, a causa della negligenza del convenuto, i suoi genitori hanno deciso di concepirlo ignorando il rischio di malformazioni - non direttamente causate da un atto od omissione del convenuto - o sono stati privati, durante la gravidanza, di informazioni che li avrebbero condotti a ricorrere all'aborto. Il bambino allega che senza la negligenza medica egli non sarebbe nato. Dall'analisi delle posizioni che le Corti di alcuni Stati hanno assunto in relazione all'accoglimento di tale azione si può rilevare come queste si rifacciano per lo più ad argomenti comuni, come l'incomparabilità tra esistenza e non-esistenza e la sacralità della vita, ed emerge altresì un interrogativo cruciale, ovvero se anche una vita disabile possa essere degna di essere vissuta, in quanto nella società attuale sembra che i disabili non possano essere considerati cittadini a pieno titolo. Una lettura critica di quest'azione, allora, può portare a scorgere nella stessa un appello alla società, che oggigiorno non include veramente le persone disabili; ripensare concetti come`disabilità' e 'dignità' 'potrebbe, in quest'ottica, essere una chiave che permetta un ripensamento globale e consenta di includere ab origine tali persone nella società

Wrongful life action: l'azione in tema di nascita indesiderata

BERNARDINI, Maria Giulia
2008

Abstract

La wrongful life action è intentata dal bambino o in sua rappresentanza. Egli denuncia che, a causa della negligenza del convenuto, i suoi genitori hanno deciso di concepirlo ignorando il rischio di malformazioni - non direttamente causate da un atto od omissione del convenuto - o sono stati privati, durante la gravidanza, di informazioni che li avrebbero condotti a ricorrere all'aborto. Il bambino allega che senza la negligenza medica egli non sarebbe nato. Dall'analisi delle posizioni che le Corti di alcuni Stati hanno assunto in relazione all'accoglimento di tale azione si può rilevare come queste si rifacciano per lo più ad argomenti comuni, come l'incomparabilità tra esistenza e non-esistenza e la sacralità della vita, ed emerge altresì un interrogativo cruciale, ovvero se anche una vita disabile possa essere degna di essere vissuta, in quanto nella società attuale sembra che i disabili non possano essere considerati cittadini a pieno titolo. Una lettura critica di quest'azione, allora, può portare a scorgere nella stessa un appello alla società, che oggigiorno non include veramente le persone disabili; ripensare concetti come`disabilità' e 'dignità' 'potrebbe, in quest'ottica, essere una chiave che permetta un ripensamento globale e consenta di includere ab origine tali persone nella società
2008
Bernardini, Maria Giulia
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