Introduzione: L’osservazione del comportamento spontaneo nelle primissime fasi dello sviluppo continua a offrire risultati interessanti per l’indagine ontogenetica sulle competenze motorie (Einspieler et al., 2008; Garcia et al., 2004; Prechtl, 2001) e sugli effetti della prematurità (Abdulkader et al., 2008; Brummelte et al., 2012; Slater et al., 2010). Con la presente ricerca intendiamo ampliare i risultati preliminari di uno studio pilota (Sineri et al., 2014) finalizzato a osservare e confrontare alla stessa età il comportamento motorio spontaneo di un gruppo di 10 feti (M = 198.90 giorni, DS = 3.28) rispetto a un gruppo di 6 neonati pretermine (M = 203.67 giorni, DS = 3.88). Metodo: Le codifiche microanalitiche dell’attività motoria, grazie alle analisi condotte sulle ecografie quadridimensionali e sulle registrazioni video, sono state realizzate utilizzando una nuova scala, messa a punto dal gruppo di ricerca, che include 21 categorie comportamentali sulla base delle descrizioni fornite in letteratura per l’osservazione del comportamento spontaneo nelle primissime fasi dello sviluppo (de Vries, 1982; Prechtl, 1985; Kurjak et al., 2003; Einspieler et al., 2003; Wolff, 1987), del Facial Action Coding System (FACS) di Ekman, Friesen & Hager (2002) e delle informazioni aggiunte da Oster (2009) nel Baby FACS. Risultati: I confronti between subjects, eseguiti con il test non parametrico di Mann-Whitney, hanno rivelato differenze significative tra i due gruppi rispetto a numerose categorie comportamentali, tra le quali il DISTRESS (df = 1, U = 36, p = 0.19). Conclusioni: Considerata l’età omogenea dei partecipanti, si può ipotizzare che le differenze comportamentali rilevate possano dipendere dalle difficoltà di adattamento del nato prematuro all’ambiente extrauterino nonchè dalle condizioni cliniche che hanno determinato la nascita pretermine.

Il comportamento motorio spontaneo nei feti e nei nati pretermine: un confronto all'età di 28 settimane

SINERI, Giovanna;DONDI, Marco
2014

Abstract

Introduzione: L’osservazione del comportamento spontaneo nelle primissime fasi dello sviluppo continua a offrire risultati interessanti per l’indagine ontogenetica sulle competenze motorie (Einspieler et al., 2008; Garcia et al., 2004; Prechtl, 2001) e sugli effetti della prematurità (Abdulkader et al., 2008; Brummelte et al., 2012; Slater et al., 2010). Con la presente ricerca intendiamo ampliare i risultati preliminari di uno studio pilota (Sineri et al., 2014) finalizzato a osservare e confrontare alla stessa età il comportamento motorio spontaneo di un gruppo di 10 feti (M = 198.90 giorni, DS = 3.28) rispetto a un gruppo di 6 neonati pretermine (M = 203.67 giorni, DS = 3.88). Metodo: Le codifiche microanalitiche dell’attività motoria, grazie alle analisi condotte sulle ecografie quadridimensionali e sulle registrazioni video, sono state realizzate utilizzando una nuova scala, messa a punto dal gruppo di ricerca, che include 21 categorie comportamentali sulla base delle descrizioni fornite in letteratura per l’osservazione del comportamento spontaneo nelle primissime fasi dello sviluppo (de Vries, 1982; Prechtl, 1985; Kurjak et al., 2003; Einspieler et al., 2003; Wolff, 1987), del Facial Action Coding System (FACS) di Ekman, Friesen & Hager (2002) e delle informazioni aggiunte da Oster (2009) nel Baby FACS. Risultati: I confronti between subjects, eseguiti con il test non parametrico di Mann-Whitney, hanno rivelato differenze significative tra i due gruppi rispetto a numerose categorie comportamentali, tra le quali il DISTRESS (df = 1, U = 36, p = 0.19). Conclusioni: Considerata l’età omogenea dei partecipanti, si può ipotizzare che le differenze comportamentali rilevate possano dipendere dalle difficoltà di adattamento del nato prematuro all’ambiente extrauterino nonchè dalle condizioni cliniche che hanno determinato la nascita pretermine.
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