Una profonda riorganizzazione del quadro paleogeografico giurassico, accompagnata da una generalizzata crisi delle piattaforme carbonatiche nell'intervallo Sinemuriano-Pliensbachiano, sembra coincidere, come suggerito da recenti lavori, con una importante perturbazione del ciclo del carbonio. Quest'ultima è stata descritta sulla base di curve degli isotopi stabili del carbonio fornite dalle belemniti dell' Inghilterra e dalla roccia totale dei coevi depositi nell'App. Umbro-Marchigiano(Ceczy & Meister, 2007; Morettini et al., 2002). A partire da queste premesse, questo progetto di ricerca si propone di rispondere a domande quali: La crisi delle piattaforme nell'intervallo S-P può essere messa in relazione a cambiamenti climatico-ambientali registrati dalla curva degli isotopi del Carbonio? Questa perturbazione isotopica è la registrazione di un evento globale? Quali sono le conseguenze di tale evento sulla biosfera e quali le sue interazioni sulla produttività carbonatica? A questo scopo le Unità di Ferrara, Napoli e Pavia collaboreranno attraverso un approccio stratigrafico integrato che prevede l'utilizzo di strumenti quali analisi di facies, biostratigrafia, chemostratigrafia, studio delle inclusioni fluide, paleocologia delle comunità bentoniche di mare sottile (bivalvi, alghe verdi e foraminiferi). La sinergia tra queste discipline cercherà di far luce sulle cause e modalità degli annegamenti "medio liassici", convergendo nella realizzazione di una linea tempo che sarà tracciata attraverso i diversi domini paleogeografici oggetto di studio (Sudalpino Orientale, App. Umbro Marchigiano e Meridionale). Le competenze presenti nelle singole Unità sono distribuite senza sovrapposizioni nel Gruppo Nazionale, rendendo così le tre Unità afferenti al progetto complementari l'una dell'altra. Le Unità di Ferrara e Napoli sono distribuite sul territorio nazionale in modo tale da insistere direttamente sulle aree geografiche che intende indagare: il Sudalpino Orientale per la prima e l'App. Umbro-Marchigiano e Meridionale per la seconda. L'Unità di Pavia si occuperà della caratterizzazione petrografica di dettaglio e dello studio delle inclusioni fluide nelle sezione selezionate dalle altre 2 Unità. Nel Sudalpino Orientale la ricerca convergerà nella realizzazione di un transetto stratigrafico che attraverserà tutta la P. di Trento, il Bacino di Belluno e la P. Friulana per concludersi al confine sloveno. Le 5 sezioni selezionate nell'ambito di tale transetto, verranno studiate secondo un approccio di stratigrafia integrata a cui concorreranno tutte le Unità. In quest'area l'Unità di Ferrara fornirà contributi relativi l'analisi di facies ed alla biostratigrafia ad alghe e foraminiferi in successioni di mare sottile (P. di Trento e Friulana) e ad ammonoidi in successione profonde (Bacino di Belluno). La stessa Unità si occuperà inoltre dei fenomeni di eutrofizzazione registrati dalle comunità bentoniche prossime al limite S/P della P. di Trento, dominate dalla presenza dei bivalvi gregari (Facies a Lithiotis) e delle analisi geochimiche che saranno effettuate in collaborazione con H. Jenkyns dell'Univ. di Oxford. Il contributo dell'Unità di Napoli consiste nello studio di 8 sezioni stratigrafiche, 3 nell'App. Umbro-Marchigiano e 5 nell'App. Meridionale, scelte per la diversa evoluzione stratigrafica nell'intervallo S-P. A tali sezioni saranno applicate oltre all'analisi di facies, l'analisi biostratigrafica-paleoecologica delle associazioni ad alghe e foraminiferi nelle successioni di piattaforma persistente (App. Meridionale) ed uno studio biostratigrafico del contenuto in nannoplancton ed ammonoidi per le sezioni bacinali (App.Umbro-Marchigiano). Quest'ultimo permetterà di affiancare la scala biostratigrafica al segnale isotopico che rappresenterà il marker di riferimento. L'attività di ricerca dell'Unità di Pavia prevede un approccio geochimico-petrografico nel quale le analisi petrografiche, diagenetiche e sulle inclusioni fluide aiuteranno a comprendere l'evoluzione dell'ambiente deposizionale attraverso le variazioni registrate dai fluidi diagenetici. I risultati attesi dalla ricerca possono essere cosi sintetizzati: -Caratterizzazione chemiostratigrafica dell'intervallo S-P finalizzata all'individuazione di un nuovo evento globale; -Comprensione delle relazioni esistenti tra l'evento chemiostratigrafico e la crisi della "carbonate factory" -Messa a punto di uno schema biostratigrafico integrato e correlazione delle diverse scale biostratigrafiche utilizzate (ammonoidi, nannoplancton calcareo, foraminiferi ed alghe verdi) -Individuazione di una linea tempo che attraversi i domini paleogeografici indagati nella ricerca -Ricostruzione paleogeografica dei sistemi piattaforma-bacino nell'intervallo S-P e loro evoluzione in un contesto geodinamico più ampio - Individuazione dei rapporti esistenti tra la radiazione dei bivalvi aberranti della Facies a Lithiotis ed il postulato evento climatico nell'intervallo S-P.

La crisi delle piattaforme carbonatiche nel Sinemuriano-Pliensbachiano: un nuovo evento globale?

MASETTI, Daniele
2008

Abstract

Una profonda riorganizzazione del quadro paleogeografico giurassico, accompagnata da una generalizzata crisi delle piattaforme carbonatiche nell'intervallo Sinemuriano-Pliensbachiano, sembra coincidere, come suggerito da recenti lavori, con una importante perturbazione del ciclo del carbonio. Quest'ultima è stata descritta sulla base di curve degli isotopi stabili del carbonio fornite dalle belemniti dell' Inghilterra e dalla roccia totale dei coevi depositi nell'App. Umbro-Marchigiano(Ceczy & Meister, 2007; Morettini et al., 2002). A partire da queste premesse, questo progetto di ricerca si propone di rispondere a domande quali: La crisi delle piattaforme nell'intervallo S-P può essere messa in relazione a cambiamenti climatico-ambientali registrati dalla curva degli isotopi del Carbonio? Questa perturbazione isotopica è la registrazione di un evento globale? Quali sono le conseguenze di tale evento sulla biosfera e quali le sue interazioni sulla produttività carbonatica? A questo scopo le Unità di Ferrara, Napoli e Pavia collaboreranno attraverso un approccio stratigrafico integrato che prevede l'utilizzo di strumenti quali analisi di facies, biostratigrafia, chemostratigrafia, studio delle inclusioni fluide, paleocologia delle comunità bentoniche di mare sottile (bivalvi, alghe verdi e foraminiferi). La sinergia tra queste discipline cercherà di far luce sulle cause e modalità degli annegamenti "medio liassici", convergendo nella realizzazione di una linea tempo che sarà tracciata attraverso i diversi domini paleogeografici oggetto di studio (Sudalpino Orientale, App. Umbro Marchigiano e Meridionale). Le competenze presenti nelle singole Unità sono distribuite senza sovrapposizioni nel Gruppo Nazionale, rendendo così le tre Unità afferenti al progetto complementari l'una dell'altra. Le Unità di Ferrara e Napoli sono distribuite sul territorio nazionale in modo tale da insistere direttamente sulle aree geografiche che intende indagare: il Sudalpino Orientale per la prima e l'App. Umbro-Marchigiano e Meridionale per la seconda. L'Unità di Pavia si occuperà della caratterizzazione petrografica di dettaglio e dello studio delle inclusioni fluide nelle sezione selezionate dalle altre 2 Unità. Nel Sudalpino Orientale la ricerca convergerà nella realizzazione di un transetto stratigrafico che attraverserà tutta la P. di Trento, il Bacino di Belluno e la P. Friulana per concludersi al confine sloveno. Le 5 sezioni selezionate nell'ambito di tale transetto, verranno studiate secondo un approccio di stratigrafia integrata a cui concorreranno tutte le Unità. In quest'area l'Unità di Ferrara fornirà contributi relativi l'analisi di facies ed alla biostratigrafia ad alghe e foraminiferi in successioni di mare sottile (P. di Trento e Friulana) e ad ammonoidi in successione profonde (Bacino di Belluno). La stessa Unità si occuperà inoltre dei fenomeni di eutrofizzazione registrati dalle comunità bentoniche prossime al limite S/P della P. di Trento, dominate dalla presenza dei bivalvi gregari (Facies a Lithiotis) e delle analisi geochimiche che saranno effettuate in collaborazione con H. Jenkyns dell'Univ. di Oxford. Il contributo dell'Unità di Napoli consiste nello studio di 8 sezioni stratigrafiche, 3 nell'App. Umbro-Marchigiano e 5 nell'App. Meridionale, scelte per la diversa evoluzione stratigrafica nell'intervallo S-P. A tali sezioni saranno applicate oltre all'analisi di facies, l'analisi biostratigrafica-paleoecologica delle associazioni ad alghe e foraminiferi nelle successioni di piattaforma persistente (App. Meridionale) ed uno studio biostratigrafico del contenuto in nannoplancton ed ammonoidi per le sezioni bacinali (App.Umbro-Marchigiano). Quest'ultimo permetterà di affiancare la scala biostratigrafica al segnale isotopico che rappresenterà il marker di riferimento. L'attività di ricerca dell'Unità di Pavia prevede un approccio geochimico-petrografico nel quale le analisi petrografiche, diagenetiche e sulle inclusioni fluide aiuteranno a comprendere l'evoluzione dell'ambiente deposizionale attraverso le variazioni registrate dai fluidi diagenetici. I risultati attesi dalla ricerca possono essere cosi sintetizzati: -Caratterizzazione chemiostratigrafica dell'intervallo S-P finalizzata all'individuazione di un nuovo evento globale; -Comprensione delle relazioni esistenti tra l'evento chemiostratigrafico e la crisi della "carbonate factory" -Messa a punto di uno schema biostratigrafico integrato e correlazione delle diverse scale biostratigrafiche utilizzate (ammonoidi, nannoplancton calcareo, foraminiferi ed alghe verdi) -Individuazione di una linea tempo che attraversi i domini paleogeografici indagati nella ricerca -Ricostruzione paleogeografica dei sistemi piattaforma-bacino nell'intervallo S-P e loro evoluzione in un contesto geodinamico più ampio - Individuazione dei rapporti esistenti tra la radiazione dei bivalvi aberranti della Facies a Lithiotis ed il postulato evento climatico nell'intervallo S-P.
2008
Masetti, Daniele
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/2159012
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