Nella memoria viene affrontato il tema della sanificazione di degenze ospedaliere e delle criticità insite nelle tecniche di comune utilizzo per la pulizia delle superfici e degli arredi. Le modalità con cui queste vengono effettuate hanno una diretta attinenza con le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (HAI). Grazie ai risultati di ricerche sperimentali condotte negli anni 2010-2013 in alcuni Ospedali italiani e nell’Ospedale di Lokeren (Belgio), viene proposto un nuovo protocollo di intervento, che prevede l’impiego di un prodotto sanificante probiotico, contenente Bacillus subtilis, Bacillus pumilus e Bacillus megaterium sotto forma vegetativa e sporigena. Questi batteri sono in grado di colonizzare le superfici su cui vengono applicati, contrastando la proliferazione delle altre specie batteriche e/o fungine potenzialmente patogene (legge di Gause), grazie ad una azione di esclusione competitiva. Lo studio ha permesso di verificare, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, sia in vitro che in situ , l’azione di tali prodotti rispetto all’impiego di trattamenti tradizionali a base di disinfettanti chimici. I risultati ottenuti dimostrano che con le nuove metodologie si ottiene una riduzione della carica di Stafilococcus aureus, Pseudomonas spp., coliformi (compreso Escherichia Coli), Candida albicans e Acinetobacter spp. di oltre l’80 % rispetto ai valori ottenibili mediante protocolli tradizionali di disinfezione chimica. Inoltre, mentre in quest’ultimo caso si verificano, nell’arco delle 24 ore, oscillazioni molto elevate della carica batterica superficiale potenzialmente patogena, i prodotti probiotici (PIP) garantiscono un valore più costante, oltre che più ridotto, del numero delle UFC (Unità Formanti Colonie) dei medesimi microrganismi, indipendentemente dalla entità dei fenomeni di ricontaminazione imputabili alla presenza di individui. In tal modo è possibile introdurre il concetto di bio-stabilizzazione nel tempo del livello di igiene delle superfici. I risultati ottenuti hanno suggerito nuovi scenari di valutazione della efficacia delle procedure di pulizia di degenze ospedaliere, che può essere quindi effettuata in termini di misurazione delle UFC/m2 di uno specifico patogeno, indipendentemente dal protocollo adottato e dal prodotto di impiego. Si è quindi giunti alla costruzione di una scala di misura, denominata “Scala degli Indici di Qualità Microbica (IMQ)”, di cui si propone l’adozione, che rappresenta uno strumento oggettivo per la stima quantitativa della contaminazione delle superfici delle degenze ospedaliere, in quanto effetto finale di un trattamento di sanificazione. Di conseguenza, alla luce dei risultati di circa 30.000 campionamenti in situ, è stato possibile anche individuare il valore di IMQ ottenibile con procedure di pulizia con prodotti probiotici. L’efficacia di un generico processo di sanificazione può quindi essere misurata e valutata oggettivamente. Un ulteriore aspetto è relativo alla sicurezza dei batteri probiotici nei confronti della salute umana. Nonostante i dati disponibili ad oggi in letteratura siano del tutto rassicuranti a questo proposito, sono state ugualmente adottate procedure di verifica della sensibilità all’azione dei comuni antibiotici dei microorganismi Bacillus spp. presenti sulle superfici sanificate. Tutti gli antibiogrammi effettuati in campo hanno confermato l’assenza di alcun genere di resistenza. Tale procedura viene integrata con test di tipo molecolare (plasmid curing) mediante analisi PCR, per accertare eventuali acquisizioni di caratteri di virulenza e/o resistenza non compresi negli antibiogrammi di routine. La nuova strategia di sanificazione proposta, P.C.H.S. Probiotic Cleaning Hygien System, determina inoltre dirette ricadute economiche, con risparmi di circa il 5-15 % rispetto alle tradizionali tecniche di disinfezione chimica. Le ricerche effettuate hanno Infine permesso di ridefinire in termini concettuali il tema dell’igiene ospedaliero. Ne consegue quindi la necessita di un salto culturale da parte degli operatori del settore, con un approccio non più centrato in via esclusiva sul particolare prodotto o protocollo sanificante utilizzato, ma su una più chiara esplicitazione di quell’insieme di tecniche e metodiche comportamentali, di formazione ed educazione del personale sanitario e di pulizia, di verifica sistematica dei risultati, tali da costituire un sistema integrato di interventi, che, nella proposta qui avanzata, è denominato “sistema PCHS” (Probiotic Cleaning Hygien System).
La sanificazione delle degenze ospedaliere: nuove strategie per la riduzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria
MAZZACANE, Sante;BALBONI, Pier Giorgio;VANDINI, Alberta;Luca Lanzoni;Maria Teresa Camerada;COCCAGNA, Maddalena;BRANCHINI, Alessio;
2014
Abstract
Nella memoria viene affrontato il tema della sanificazione di degenze ospedaliere e delle criticità insite nelle tecniche di comune utilizzo per la pulizia delle superfici e degli arredi. Le modalità con cui queste vengono effettuate hanno una diretta attinenza con le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (HAI). Grazie ai risultati di ricerche sperimentali condotte negli anni 2010-2013 in alcuni Ospedali italiani e nell’Ospedale di Lokeren (Belgio), viene proposto un nuovo protocollo di intervento, che prevede l’impiego di un prodotto sanificante probiotico, contenente Bacillus subtilis, Bacillus pumilus e Bacillus megaterium sotto forma vegetativa e sporigena. Questi batteri sono in grado di colonizzare le superfici su cui vengono applicati, contrastando la proliferazione delle altre specie batteriche e/o fungine potenzialmente patogene (legge di Gause), grazie ad una azione di esclusione competitiva. Lo studio ha permesso di verificare, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, sia in vitro che in situ , l’azione di tali prodotti rispetto all’impiego di trattamenti tradizionali a base di disinfettanti chimici. I risultati ottenuti dimostrano che con le nuove metodologie si ottiene una riduzione della carica di Stafilococcus aureus, Pseudomonas spp., coliformi (compreso Escherichia Coli), Candida albicans e Acinetobacter spp. di oltre l’80 % rispetto ai valori ottenibili mediante protocolli tradizionali di disinfezione chimica. Inoltre, mentre in quest’ultimo caso si verificano, nell’arco delle 24 ore, oscillazioni molto elevate della carica batterica superficiale potenzialmente patogena, i prodotti probiotici (PIP) garantiscono un valore più costante, oltre che più ridotto, del numero delle UFC (Unità Formanti Colonie) dei medesimi microrganismi, indipendentemente dalla entità dei fenomeni di ricontaminazione imputabili alla presenza di individui. In tal modo è possibile introdurre il concetto di bio-stabilizzazione nel tempo del livello di igiene delle superfici. I risultati ottenuti hanno suggerito nuovi scenari di valutazione della efficacia delle procedure di pulizia di degenze ospedaliere, che può essere quindi effettuata in termini di misurazione delle UFC/m2 di uno specifico patogeno, indipendentemente dal protocollo adottato e dal prodotto di impiego. Si è quindi giunti alla costruzione di una scala di misura, denominata “Scala degli Indici di Qualità Microbica (IMQ)”, di cui si propone l’adozione, che rappresenta uno strumento oggettivo per la stima quantitativa della contaminazione delle superfici delle degenze ospedaliere, in quanto effetto finale di un trattamento di sanificazione. Di conseguenza, alla luce dei risultati di circa 30.000 campionamenti in situ, è stato possibile anche individuare il valore di IMQ ottenibile con procedure di pulizia con prodotti probiotici. L’efficacia di un generico processo di sanificazione può quindi essere misurata e valutata oggettivamente. Un ulteriore aspetto è relativo alla sicurezza dei batteri probiotici nei confronti della salute umana. Nonostante i dati disponibili ad oggi in letteratura siano del tutto rassicuranti a questo proposito, sono state ugualmente adottate procedure di verifica della sensibilità all’azione dei comuni antibiotici dei microorganismi Bacillus spp. presenti sulle superfici sanificate. Tutti gli antibiogrammi effettuati in campo hanno confermato l’assenza di alcun genere di resistenza. Tale procedura viene integrata con test di tipo molecolare (plasmid curing) mediante analisi PCR, per accertare eventuali acquisizioni di caratteri di virulenza e/o resistenza non compresi negli antibiogrammi di routine. La nuova strategia di sanificazione proposta, P.C.H.S. Probiotic Cleaning Hygien System, determina inoltre dirette ricadute economiche, con risparmi di circa il 5-15 % rispetto alle tradizionali tecniche di disinfezione chimica. Le ricerche effettuate hanno Infine permesso di ridefinire in termini concettuali il tema dell’igiene ospedaliero. Ne consegue quindi la necessita di un salto culturale da parte degli operatori del settore, con un approccio non più centrato in via esclusiva sul particolare prodotto o protocollo sanificante utilizzato, ma su una più chiara esplicitazione di quell’insieme di tecniche e metodiche comportamentali, di formazione ed educazione del personale sanitario e di pulizia, di verifica sistematica dei risultati, tali da costituire un sistema integrato di interventi, che, nella proposta qui avanzata, è denominato “sistema PCHS” (Probiotic Cleaning Hygien System).I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.