La litoteca della collezione lapidea del Cardinale Giovanni Maria Riminaldi, donata nel 1763 al Museo Cittadino di Ferrara (oggi Musei Civici di Arte Antica del Comune di Ferrara), fa parte del più ampio progetto settecentesco di istituire, presso i centri culturali di maggiore vivacità, laboratori sperimentali per studi naturalistici in cui matura un nuovo approccio scientifico. Essa rappresenta una delle eccellenze che hanno contribuito a far considerare le rocce ornamentali non semplici elementi decorativi ma materiali di interesse scientifico; si tratta dell’approdo di un processo culturale che diventa evidente sotto il Pontificato di Clemente XI Albani con la stampa nel 1717 della Metallotheca Vaticana, opera di Michele Mercanti a cura di Giovanni Maria Lancisi, e che dà vita alla nascita di campionari di rocce ornamentali disposte secondo criteri classificativi ed estetici. La litoteca Riminaldi rappresenta la sperimentazione di un nuovo modo di considerare i minerali e le rocce; essa costituisce infatti un prototipo di laboratorio didattico moderno in cui la rigorosa classificazione scientifica pone le basi all’approccio naturalistico delle Scienze della Terra (coerentemente con i contributi che a Ferrara il Cardinale Riminaldi fornisce allo sviluppo di altre discipline e alla nascita di una biblioteca scientifica, dell’orto botanico, e della ricostruzione del teatro anatomico). Il suo utilizzo d’elezione era infatti a supporto delle attività formative dei membri dell’accademia del disegno che partecipavano ai corsi di pittura ed architettura. Si tratta insomma di una vero e proprio capolavoro del collezionismo di marmi colorati provenienti da reperti antichi che caratterizza la cultura settecentesca ed è dotata anche di inediti caratteri didattici, scientifici e classificativi.
La litoteca del Cardinale Riminaldi a Ferrara
MARROCCHINO, Elena;VACCARO, Carmela
2012
Abstract
La litoteca della collezione lapidea del Cardinale Giovanni Maria Riminaldi, donata nel 1763 al Museo Cittadino di Ferrara (oggi Musei Civici di Arte Antica del Comune di Ferrara), fa parte del più ampio progetto settecentesco di istituire, presso i centri culturali di maggiore vivacità, laboratori sperimentali per studi naturalistici in cui matura un nuovo approccio scientifico. Essa rappresenta una delle eccellenze che hanno contribuito a far considerare le rocce ornamentali non semplici elementi decorativi ma materiali di interesse scientifico; si tratta dell’approdo di un processo culturale che diventa evidente sotto il Pontificato di Clemente XI Albani con la stampa nel 1717 della Metallotheca Vaticana, opera di Michele Mercanti a cura di Giovanni Maria Lancisi, e che dà vita alla nascita di campionari di rocce ornamentali disposte secondo criteri classificativi ed estetici. La litoteca Riminaldi rappresenta la sperimentazione di un nuovo modo di considerare i minerali e le rocce; essa costituisce infatti un prototipo di laboratorio didattico moderno in cui la rigorosa classificazione scientifica pone le basi all’approccio naturalistico delle Scienze della Terra (coerentemente con i contributi che a Ferrara il Cardinale Riminaldi fornisce allo sviluppo di altre discipline e alla nascita di una biblioteca scientifica, dell’orto botanico, e della ricostruzione del teatro anatomico). Il suo utilizzo d’elezione era infatti a supporto delle attività formative dei membri dell’accademia del disegno che partecipavano ai corsi di pittura ed architettura. Si tratta insomma di una vero e proprio capolavoro del collezionismo di marmi colorati provenienti da reperti antichi che caratterizza la cultura settecentesca ed è dotata anche di inediti caratteri didattici, scientifici e classificativi.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.