L’Autore esplora il panorama degli enti bilaterali, indagando il rapporto esistente tra la fonte istitutiva dell’ autonomia collettiva e l’intervento eteronomo. Vengono individuati vari modelli di sinergia tra le fonti, cui corrispondono i diversi fondi nell’area del sostegno del reddito per mancanza di lavoro. Si passa dal modello autonomo ma condizionante l’intervento pubblico (assicurazione per sospensione ex art. 19, l.n. 2/2009), al modello istituzionalizzato (fondo per i settori privi di ammortizzatori sociali di cui all’art. 2, 28° c., l.n. 662/1996; fondi per i lavoratori somministrati; fondi interprofessionali), sino al modello proposto dalla legge Fornero, rispetto al quale l’intervento eteronomo si rivela estremamente pervasivo, tanto da far parlare di una bilateralità trafugata all’autonomia collettiva. Un’altra chiave critica di lettura viene ravvisata nell’intreccio dei fondi bilaterali con gli ammortizzatori in deroga, giungendosi così al cuore di strumenti espressione di un welfare locale e settoriale, affidato alla gestione delle parti sociali e delle Regioni. I modelli di bilateralità delineati vengono, infine, messi a confronto con la cornice costituzionale costituita dagli artt. 38, 3, 2° comma, 4 e 35 della Carta, allo scopo di individuarne il ruolo, i limiti e le potenzialità nel sistema di tutela per la mancanza di lavoro, avendo presente il quadro europeo in materia di flexicurity e social investment, da un lato, e di inclusione sociale, dall’altro.
Bilateralità e sostegno del reddito tra autonomia e eteronomia
RENGA, Simonetta
2013
Abstract
L’Autore esplora il panorama degli enti bilaterali, indagando il rapporto esistente tra la fonte istitutiva dell’ autonomia collettiva e l’intervento eteronomo. Vengono individuati vari modelli di sinergia tra le fonti, cui corrispondono i diversi fondi nell’area del sostegno del reddito per mancanza di lavoro. Si passa dal modello autonomo ma condizionante l’intervento pubblico (assicurazione per sospensione ex art. 19, l.n. 2/2009), al modello istituzionalizzato (fondo per i settori privi di ammortizzatori sociali di cui all’art. 2, 28° c., l.n. 662/1996; fondi per i lavoratori somministrati; fondi interprofessionali), sino al modello proposto dalla legge Fornero, rispetto al quale l’intervento eteronomo si rivela estremamente pervasivo, tanto da far parlare di una bilateralità trafugata all’autonomia collettiva. Un’altra chiave critica di lettura viene ravvisata nell’intreccio dei fondi bilaterali con gli ammortizzatori in deroga, giungendosi così al cuore di strumenti espressione di un welfare locale e settoriale, affidato alla gestione delle parti sociali e delle Regioni. I modelli di bilateralità delineati vengono, infine, messi a confronto con la cornice costituzionale costituita dagli artt. 38, 3, 2° comma, 4 e 35 della Carta, allo scopo di individuarne il ruolo, i limiti e le potenzialità nel sistema di tutela per la mancanza di lavoro, avendo presente il quadro europeo in materia di flexicurity e social investment, da un lato, e di inclusione sociale, dall’altro.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.