I Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) costituiscono una popolazione gravemente disagiata che approda con sempre maggiore frequenza nel territorio dei paesi occidentali, imponendo l’attenzione degli operatori, della società e delle istituzioni sui possibili percorsi di protezione e sostegno che vanno attivati, consolidati e garantiti. La letteratura sui MSNA nel campo delle scienze umane e sociali è allo stato attuale ancora molto limitata, sfaccettata e poco approfondita, a diff erenza di quella più generale, con cui essa tende a confondersi, sui minori immigrati o su quelli rifugiati e richiedenti asilo nei paesi occidentali (Huemer et al., 2009; Stevens, Vollebergh, 2008; Lustig et al., 2004; Athey, Ahearn, 1991). Sebbene molto sia ancora da chiarire circa il profi lo e la condizione psicologica dei MSNA, c’è un sostanziale accordo nella letteratura internazionale nel ritenere questa popolazione ad alto rischio psicopatologico e psicosociale (Derluyn, Broekaert, 2008; Goodman, 2004; Sourander, 1998; Ressler, Boothbay, Steinbock, 1988). Costituiscono importanti fattori di rischio per tali minori i potenziali eff etti di confl itti bellici, persecuzioni, violenze subite, povertà e ristrettezze nelle condizioni di vita, oltre alla presenza di possibili modalità di relazione familiare problematiche, defi citarie o carenti nell’esercizio di talune funzioni di cure (Bean et al., 2007; Derluyn, Broekaert, 2005; Th omas et al., 2004). Inoltre, devono essere annoverati tra le condizioni di rischio i potenziali eff etti traumatici dell’abbandono della propria terra di origine e della separazione dalla propria famiglia, dell’esperienza del viaggio verso il paese ospitante, spesso densa di insidie e pericoli, e le diffi coltà d’inserimento nel nuovo contesto di vita in terra straniera (Derluyn, Broekaert, 2008; Lustig et al., 2004; McKelvey, Webb, 1995; Masser, 1992). Se la letteratura psichiatrica e psicologico-clinico mette in luce una certa presenza in questi soggetti di un’ampia sintomatologia, all’interno della quale un ruolo chiave è giocato dal disturbo post-traumatico da stress (PTSD) (Huemer et al., 2009), oltre ai disturbi d’ansia, dell’umore e da somatizzazione (Fazel, Wheeler, Danesh, 2005; Heptinstall, Sethna ,Taylor, 2004; Silove et al., 1997; Rousseau, 1995), sono molti gli aspetti che tuttavia necessitano ancora di essere chiariti circa la condizione dei MSNA. Sono pochi allo stato attuale gli studi rivolti a valutare indici della loro condizione psicologica globale, della loro modalità di porsi nell’adattamento alla realtà, e del loro grado di benessere percepito (vedi tra questi McCarthy, Marks, 2010; Abunimah, Blower, 2010; Derluyn, Broekaert, Shuyten, 2008; Wiese, Burhorst, 2007; Miller, Rasco, 2004; Ahearn, 2000). Non solo, ma sappiamo ancora poco circa le loro storie personali passate, la loro identità psicologica e le loro rappresentazioni di sé, il loro vissuto e le loro emozioni in gioco nella condizione di profughi e di migranti in terra straniera in condizioni diffi cili e particolari (si veda Luster et al., 2010; Ni Raghallaigh, Gilligan, 2010; Anagnostopoulos, Vlassopoulos, Lazaratou, 2006; Goodman, 2004; Rousseau et al., 1998). Nella prospettiva di indirizzare/sostenere un intervento residenziale che possa essere considerato riparatorio (Bastianoni, 2000; Bastianoni, Taurino, 2009) rispetto ai molteplici traumi vissuti dai MSNA, è necessario oggi avviare un percorso di conoscenza, di comprensione e di interpretazione, a partire dalle loro storie evolutive, che possa poi consentire di predisporre setting adeguati all’ascolto, alla comprensione e al sostegno psicologico di questa popolazione di minori.
Un’analisi di interviste narrative di un campione dell’Emilia-Romagna
BASTIANONI, Paola;
2012
Abstract
I Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) costituiscono una popolazione gravemente disagiata che approda con sempre maggiore frequenza nel territorio dei paesi occidentali, imponendo l’attenzione degli operatori, della società e delle istituzioni sui possibili percorsi di protezione e sostegno che vanno attivati, consolidati e garantiti. La letteratura sui MSNA nel campo delle scienze umane e sociali è allo stato attuale ancora molto limitata, sfaccettata e poco approfondita, a diff erenza di quella più generale, con cui essa tende a confondersi, sui minori immigrati o su quelli rifugiati e richiedenti asilo nei paesi occidentali (Huemer et al., 2009; Stevens, Vollebergh, 2008; Lustig et al., 2004; Athey, Ahearn, 1991). Sebbene molto sia ancora da chiarire circa il profi lo e la condizione psicologica dei MSNA, c’è un sostanziale accordo nella letteratura internazionale nel ritenere questa popolazione ad alto rischio psicopatologico e psicosociale (Derluyn, Broekaert, 2008; Goodman, 2004; Sourander, 1998; Ressler, Boothbay, Steinbock, 1988). Costituiscono importanti fattori di rischio per tali minori i potenziali eff etti di confl itti bellici, persecuzioni, violenze subite, povertà e ristrettezze nelle condizioni di vita, oltre alla presenza di possibili modalità di relazione familiare problematiche, defi citarie o carenti nell’esercizio di talune funzioni di cure (Bean et al., 2007; Derluyn, Broekaert, 2005; Th omas et al., 2004). Inoltre, devono essere annoverati tra le condizioni di rischio i potenziali eff etti traumatici dell’abbandono della propria terra di origine e della separazione dalla propria famiglia, dell’esperienza del viaggio verso il paese ospitante, spesso densa di insidie e pericoli, e le diffi coltà d’inserimento nel nuovo contesto di vita in terra straniera (Derluyn, Broekaert, 2008; Lustig et al., 2004; McKelvey, Webb, 1995; Masser, 1992). Se la letteratura psichiatrica e psicologico-clinico mette in luce una certa presenza in questi soggetti di un’ampia sintomatologia, all’interno della quale un ruolo chiave è giocato dal disturbo post-traumatico da stress (PTSD) (Huemer et al., 2009), oltre ai disturbi d’ansia, dell’umore e da somatizzazione (Fazel, Wheeler, Danesh, 2005; Heptinstall, Sethna ,Taylor, 2004; Silove et al., 1997; Rousseau, 1995), sono molti gli aspetti che tuttavia necessitano ancora di essere chiariti circa la condizione dei MSNA. Sono pochi allo stato attuale gli studi rivolti a valutare indici della loro condizione psicologica globale, della loro modalità di porsi nell’adattamento alla realtà, e del loro grado di benessere percepito (vedi tra questi McCarthy, Marks, 2010; Abunimah, Blower, 2010; Derluyn, Broekaert, Shuyten, 2008; Wiese, Burhorst, 2007; Miller, Rasco, 2004; Ahearn, 2000). Non solo, ma sappiamo ancora poco circa le loro storie personali passate, la loro identità psicologica e le loro rappresentazioni di sé, il loro vissuto e le loro emozioni in gioco nella condizione di profughi e di migranti in terra straniera in condizioni diffi cili e particolari (si veda Luster et al., 2010; Ni Raghallaigh, Gilligan, 2010; Anagnostopoulos, Vlassopoulos, Lazaratou, 2006; Goodman, 2004; Rousseau et al., 1998). Nella prospettiva di indirizzare/sostenere un intervento residenziale che possa essere considerato riparatorio (Bastianoni, 2000; Bastianoni, Taurino, 2009) rispetto ai molteplici traumi vissuti dai MSNA, è necessario oggi avviare un percorso di conoscenza, di comprensione e di interpretazione, a partire dalle loro storie evolutive, che possa poi consentire di predisporre setting adeguati all’ascolto, alla comprensione e al sostegno psicologico di questa popolazione di minori.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.