Negli ultimi anni si è largamente diffusa la convinzione, di stampo relativista, che vi sia una inconciliabilità profonda tra la tradizione arabo-musulmana e i principi sanciti nelle convenzioni internazionali sui diritti umani. Nel saggio si propone un’analisi del rapporto possibile tra la cultura arabo-musulmana e la dottrina dei diritti umani in grado di offrire una prospettiva diversa, di stampo più “realista”, attraverso l’introduzione, in questo dibattito, del tema delle società civili. Infatti, focalizzando l’attenzione sul vissuto delle società civili, e non sulle retoriche promosse dai governi, o dagli intellettuali filo-governativi, per un verso è possibile riscoprire il pluralismo che da sempre caratterizza la vita di questi paesi (pluralismo giuridico, politico, religioso, culturale) e la grande libertà che vi è all’interno della tradizione giuridica e religiosa musulmana rispetto alla traduzione concreta dei principi dell’Islam; per un altro verso è possibile non perdere di vista la dimensione fattuale, concreta della vita di uomini e donne, in carne ed ossa, che non rispondono necessariamente alle caratteristiche che più spesso noi attribuiamo loro (una per tutte: proprio l’attaccamento spasmodico alla propria tradizione religiosa) e che dovrebbero sempre offrire la prospettiva privilegiata nel momento in cui si propone una riflessione che abbia ad oggetto i diritti umani.

I diritti umani e le società civili nei paesi arabo-musulmani

GIOLO, Orsetta
2007

Abstract

Negli ultimi anni si è largamente diffusa la convinzione, di stampo relativista, che vi sia una inconciliabilità profonda tra la tradizione arabo-musulmana e i principi sanciti nelle convenzioni internazionali sui diritti umani. Nel saggio si propone un’analisi del rapporto possibile tra la cultura arabo-musulmana e la dottrina dei diritti umani in grado di offrire una prospettiva diversa, di stampo più “realista”, attraverso l’introduzione, in questo dibattito, del tema delle società civili. Infatti, focalizzando l’attenzione sul vissuto delle società civili, e non sulle retoriche promosse dai governi, o dagli intellettuali filo-governativi, per un verso è possibile riscoprire il pluralismo che da sempre caratterizza la vita di questi paesi (pluralismo giuridico, politico, religioso, culturale) e la grande libertà che vi è all’interno della tradizione giuridica e religiosa musulmana rispetto alla traduzione concreta dei principi dell’Islam; per un altro verso è possibile non perdere di vista la dimensione fattuale, concreta della vita di uomini e donne, in carne ed ossa, che non rispondono necessariamente alle caratteristiche che più spesso noi attribuiamo loro (una per tutte: proprio l’attaccamento spasmodico alla propria tradizione religiosa) e che dovrebbero sempre offrire la prospettiva privilegiata nel momento in cui si propone una riflessione che abbia ad oggetto i diritti umani.
2007
Giolo, Orsetta
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