La ricerca di un equilibrio fra diverse finalità caratterizza ogni pagina della storia letteraria di Franco Marucci. L’incisivo inquadramento con cui si apre la disamina di ogni autore – e certamente l’incisività proviene anche dai titoli, ricercati con estrema cura – mira ad esporre i caratteri essenziali di poetiche e stili, e risponde alla volontà dello studioso di articolare la propria voce critica confrontandosi con altri studiosi, i cui contributi sono indicati in corpose note, nella sottosezione dedicata alla critica e posta di seguito alle opere primarie e alle biografie. Si coglie altresì la volontà di soddisfare le finalità didattiche che il manuale presuppone, poiché ogni singola opera è non solo sottoposta ad analisi, ma anche presentata attraverso la descrizione di trame, personaggi e luoghi, che mirano ad agevolare l’apprendimento dello studente nonché, indubbiamente, a stimolarne l’interesse. La volontà di sviluppare un’indagine organica e compatta tenta dunque costantemente di armonizzarsi con il fermo proponimento di offrire presentazioni particolareggiate. Il metodo d’indagine di Marucci nasce da un’attenta valutazione delle imprese storiografiche compiute nel corso del Novecento. Innanzitutto egli ritiene che un manuale a più mani crei percorsi di lettura accidentati, resi malagevoli dalla moltiplicazione dei punti di vista assunti dai diversi autori. Alla proliferazione dei metodi e delle prospettive critiche lo studioso contrappone l’unitarietà e la compattezza di un’opera la cui concezione e realizzazione scaturiscono da un unico disegno. Egli sostiene inoltre la necessità di istituire un dialogo con le correnti critiche contemporanee, evitando però che le categorie ermeneutiche elaborate dalle molteplici scuole di pensiero siano assunte a priori, oppure utilizzate come framework concettuale in ragione del credito, peraltro soggetto a costanti negoziazioni, di cui godono negli ambienti accademici. In terzo luogo, si avverte chiaramente la volontà di elaborare un pensiero forte, un’ermeneutica specifica, caratterizzante, non assimilabile o sovrapponibile ad altre. Infine, la fiducia nella storiografia è alimentata dalla convinzione che, dopo avere esplorato terreni di ricerca specialistici, e pure continuando a coltivare interessi specifici, lo studioso debba valutare l’ipotesi di dare il proprio contributo alla storia della letteratura.

“Storia della letteratura inglese di Franco Marucci, Firenze, Le Lettere, 2006. Volume IV: dal 1870 al 1920”

SPINOZZI, Paola
2008

Abstract

La ricerca di un equilibrio fra diverse finalità caratterizza ogni pagina della storia letteraria di Franco Marucci. L’incisivo inquadramento con cui si apre la disamina di ogni autore – e certamente l’incisività proviene anche dai titoli, ricercati con estrema cura – mira ad esporre i caratteri essenziali di poetiche e stili, e risponde alla volontà dello studioso di articolare la propria voce critica confrontandosi con altri studiosi, i cui contributi sono indicati in corpose note, nella sottosezione dedicata alla critica e posta di seguito alle opere primarie e alle biografie. Si coglie altresì la volontà di soddisfare le finalità didattiche che il manuale presuppone, poiché ogni singola opera è non solo sottoposta ad analisi, ma anche presentata attraverso la descrizione di trame, personaggi e luoghi, che mirano ad agevolare l’apprendimento dello studente nonché, indubbiamente, a stimolarne l’interesse. La volontà di sviluppare un’indagine organica e compatta tenta dunque costantemente di armonizzarsi con il fermo proponimento di offrire presentazioni particolareggiate. Il metodo d’indagine di Marucci nasce da un’attenta valutazione delle imprese storiografiche compiute nel corso del Novecento. Innanzitutto egli ritiene che un manuale a più mani crei percorsi di lettura accidentati, resi malagevoli dalla moltiplicazione dei punti di vista assunti dai diversi autori. Alla proliferazione dei metodi e delle prospettive critiche lo studioso contrappone l’unitarietà e la compattezza di un’opera la cui concezione e realizzazione scaturiscono da un unico disegno. Egli sostiene inoltre la necessità di istituire un dialogo con le correnti critiche contemporanee, evitando però che le categorie ermeneutiche elaborate dalle molteplici scuole di pensiero siano assunte a priori, oppure utilizzate come framework concettuale in ragione del credito, peraltro soggetto a costanti negoziazioni, di cui godono negli ambienti accademici. In terzo luogo, si avverte chiaramente la volontà di elaborare un pensiero forte, un’ermeneutica specifica, caratterizzante, non assimilabile o sovrapponibile ad altre. Infine, la fiducia nella storiografia è alimentata dalla convinzione che, dopo avere esplorato terreni di ricerca specialistici, e pure continuando a coltivare interessi specifici, lo studioso debba valutare l’ipotesi di dare il proprio contributo alla storia della letteratura.
2008
Storiografia letteraria; letteratura inglese; periodizzazione; canone letterario
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