Lo studio del popolamento neandertaliano in Europa è un tema di ampia portata che coinvolge anche le regioni mediterranee, gli ecosistemi e le strategie adottate da questi ominidi per sopravvivere e superare le difficoltà determinate dalla variabilità climatica quaternaria. L’interesse di questo progetto è focalizzare l’attenzione sulla sostituzione dei neandertaliani da parte di Homo sapiens e sul passaggio culturale dal Paleolitico medio al Paleolitico superiore. Le buone condizioni di conservazione in cui si trovano i depositi antropici in corso di scavo da parte del gruppo proponente, la visibilità dei sistemi insediativi, la disposizione di scale temporali relativamente precise e il grado di risoluzione delle variabili paleoclimatiche e paleoecologiche registrate tra 60 e 30 mila anni BP, figurano come elementi di sostegno agli studi interdisciplinari che accendono l’interesse verso questo cruciale processo da parte della comunità scientifica. L’attenzione viene focalizzata sulla scomparsa di Homo Neanderthalensis, un processo che secondo molti autori deriva anche dalla riduzione della densità demografica e dalle variazioni bio-geografiche intervenute a carico di queste popolazioni. Se si presume che intere regioni del nostro continente fossero completamente disabitate non è il caso della penisola italiana, ritenuta un potenziale rifugio per molte specie vegetali, animali e i Neandertaliani. Fondo Ricerca di Ateneo, Comm. Sc. 05.

Biogeografia, cronologia e comportamento degli ultimi neandertaliani. Elementi di confronto.

PERESANI, Marco
2010

Abstract

Lo studio del popolamento neandertaliano in Europa è un tema di ampia portata che coinvolge anche le regioni mediterranee, gli ecosistemi e le strategie adottate da questi ominidi per sopravvivere e superare le difficoltà determinate dalla variabilità climatica quaternaria. L’interesse di questo progetto è focalizzare l’attenzione sulla sostituzione dei neandertaliani da parte di Homo sapiens e sul passaggio culturale dal Paleolitico medio al Paleolitico superiore. Le buone condizioni di conservazione in cui si trovano i depositi antropici in corso di scavo da parte del gruppo proponente, la visibilità dei sistemi insediativi, la disposizione di scale temporali relativamente precise e il grado di risoluzione delle variabili paleoclimatiche e paleoecologiche registrate tra 60 e 30 mila anni BP, figurano come elementi di sostegno agli studi interdisciplinari che accendono l’interesse verso questo cruciale processo da parte della comunità scientifica. L’attenzione viene focalizzata sulla scomparsa di Homo Neanderthalensis, un processo che secondo molti autori deriva anche dalla riduzione della densità demografica e dalle variazioni bio-geografiche intervenute a carico di queste popolazioni. Se si presume che intere regioni del nostro continente fossero completamente disabitate non è il caso della penisola italiana, ritenuta un potenziale rifugio per molte specie vegetali, animali e i Neandertaliani. Fondo Ricerca di Ateneo, Comm. Sc. 05.
2010
Peresani, Marco
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