Il progetto ha come obiettivo la comprensione delle modalità di insediamento e di organizzazione dei gruppi epigravettiani tardoglaciali nell’Italia nord-orientale, mediante l’approfondimento degli aspetti riguardanti le pratiche venatorie. Due sono gli elementi portanti della ricerca: la realizzazione di un’accurata analisi delle armature litiche proprie di questo contesto crono-culturale e la riproduzione sperimentale delle stesse per essere impiegate in diversi sistemi d’arma, nell’ambito di un protocollo di sperimentazione relativo alle modalità di utilizzo. Lo studio dei reperti archeologici verterà inizialmente sull’aspetto tecno-tipologico delle armature, pertinente cioè alle modalità di produzione e al riscontro di eventuali calibri morfo-dimensionali ricorrenti, per concentrarsi poi sull’individuazione di tracce funzionali che confermino un loro utilizzo come elementi di proiettile. All’analisi dei reperti seguirà l’attività di sperimentazione, che avrà come primo obiettivo la confezione di armature pienamente conformi a quanto riscontrato nel record archeologico; in secondo luogo, si procederà ad impiegare sperimentalmente le armature prodotte su diversi sistemi d’arma e secondo differenti modalità di immanicamento. L’obiettivo di quest’attività è duplice: approfondire le nostre conoscenze sulla balistica terminale della freccia preistorica e risolvere alcuni interrogativi sulla re-interpretazione funzionale delle armature epigravettiane. Alla luce di questi dati, sarà quindi possibile ottenere nuove informazioni relative alle dinamiche comportamentali dei cacciatori-raccoglitori epigravettiani e, nello specifico, avanzare per la prima volta delle ipotesi sulle tecniche venatorie impiegate durante il Tardoglaciale nell’area dell’Italia nord-orientale. In aggiunta, un’ulteriore fase del progetto verterà sull’interpolazione di questi dati con le informazioni di natura socio-economica desunte dagli studi archeozoologici condotti sui giacimenti in esame. In alcuni contesti, infatti, la ricorrente associazione numerica e funzionale di determinati elementi tipologici potrebbe essere rapportabile alla fabbricazione di armi da caccia standardizzate, forse legate ad una predazione estremamente specializzata. L’interpolazione con i dati archeozoologici ci permetterà quindi di confermare questo tipo di interpretazione, ponendo a confronto le informazioni relative alle prede di caccia con quelle raccolte sulle modalità di predazione. Co-finanziato con 30.000 euro da Fondazione Cassa di Risparmio Trento e Rovereto e con 12.000 euro da Università di Ferrara e Museo Tridentino di Scienze Naturali.

Pratiche venatorie e dinamiche comportamentali degli ultimi cacciatori paleolitici del Trentino.

PERESANI, Marco
2009

Abstract

Il progetto ha come obiettivo la comprensione delle modalità di insediamento e di organizzazione dei gruppi epigravettiani tardoglaciali nell’Italia nord-orientale, mediante l’approfondimento degli aspetti riguardanti le pratiche venatorie. Due sono gli elementi portanti della ricerca: la realizzazione di un’accurata analisi delle armature litiche proprie di questo contesto crono-culturale e la riproduzione sperimentale delle stesse per essere impiegate in diversi sistemi d’arma, nell’ambito di un protocollo di sperimentazione relativo alle modalità di utilizzo. Lo studio dei reperti archeologici verterà inizialmente sull’aspetto tecno-tipologico delle armature, pertinente cioè alle modalità di produzione e al riscontro di eventuali calibri morfo-dimensionali ricorrenti, per concentrarsi poi sull’individuazione di tracce funzionali che confermino un loro utilizzo come elementi di proiettile. All’analisi dei reperti seguirà l’attività di sperimentazione, che avrà come primo obiettivo la confezione di armature pienamente conformi a quanto riscontrato nel record archeologico; in secondo luogo, si procederà ad impiegare sperimentalmente le armature prodotte su diversi sistemi d’arma e secondo differenti modalità di immanicamento. L’obiettivo di quest’attività è duplice: approfondire le nostre conoscenze sulla balistica terminale della freccia preistorica e risolvere alcuni interrogativi sulla re-interpretazione funzionale delle armature epigravettiane. Alla luce di questi dati, sarà quindi possibile ottenere nuove informazioni relative alle dinamiche comportamentali dei cacciatori-raccoglitori epigravettiani e, nello specifico, avanzare per la prima volta delle ipotesi sulle tecniche venatorie impiegate durante il Tardoglaciale nell’area dell’Italia nord-orientale. In aggiunta, un’ulteriore fase del progetto verterà sull’interpolazione di questi dati con le informazioni di natura socio-economica desunte dagli studi archeozoologici condotti sui giacimenti in esame. In alcuni contesti, infatti, la ricorrente associazione numerica e funzionale di determinati elementi tipologici potrebbe essere rapportabile alla fabbricazione di armi da caccia standardizzate, forse legate ad una predazione estremamente specializzata. L’interpolazione con i dati archeozoologici ci permetterà quindi di confermare questo tipo di interpretazione, ponendo a confronto le informazioni relative alle prede di caccia con quelle raccolte sulle modalità di predazione. Co-finanziato con 30.000 euro da Fondazione Cassa di Risparmio Trento e Rovereto e con 12.000 euro da Università di Ferrara e Museo Tridentino di Scienze Naturali.
2009
Peresani, Marco
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