I grandi segni, le grandi opere di architettura, i progetti urbanistici tesi a riconfigurare intere città o parti di esse non fanno più parte della nuova visione del mondo. Pertanto bisogna coniare strategie di intervento che siano adeguate alle condizioni contingenti. A maestosi segni infrastrutturali piuttosto che imponenti nuovi quartieri o progetti di ristrutturazione di interi comparti residenziali, si deve sostituire una strategia che preveda interventi molto più mirati, la cui somma porti al tutto, ma che anche solo una parte di esso abbia un caratteri definito e concluso. Spazi in mutazione, sistemi aperti, progetti interstiziali sono i nomi che la nuova progettualità utilizza e che rientrano nella strategia della Stimolazione Puntiforme, un progetto in costante progressione, solitarie inserzioni capaci di riequilibrare un sistema di rapporti e relazioni reciproche oggi completamente disarmoniche, teso a definire la forma in evoluzione degli ambiti urbani attraverso puntuali interventi non invasivi, pragmaticamente orientati alla costruzione di reti rizomatiche di nuove urbanità. Piuttosto che intervenire chirurgicamente, attraverso un’operazione di sostituzione, si pensa di attivare un dispositivo di coinvolgimento di tutti gli attori in gioco chiamandoli a “prendersi cura dei problemi”. Ma la cura è prevenzione, capacità progettuale a lungo termine, individuazione di strategie d’azione sinergiche. Il regime di cura prevede diversi momenti di analisi e differenti modalità d’intervento che sappiano combinare un esame obiettivo, azioni mirate indirizzate sul breve termine e indicazioni di ristrutturazione a larga scala su tempi più lunghi. Il settore edile contribuisce per circa il 40% al consumo delle risorse dei materiali e dell’energia fossile disponibile. Negli anni cinquanta e sessanta il progresso tecnologico aveva illuso tutti che avrebbe garantito un livello qualitativo della vita migliore e risorse energetiche rinnovabili all’infinito. E’ innegabile come il primo punto sia un obiettivo centrato ma con un prezzo altissimo sull’erosione delle risorse del nostro ambiente. Queste condizioni ci portano a indagare su nuove linee di progetto sia urbano che architettonico non più basate su uno stile esportabile in ogni luogo ma sulle singole condizioni differenti che si pongono. Ogni edificio dovrà essere progettato a seconda del luogo, della topografia, del clima e delle risorse locali, con una riduzione al minimo dell’impiego di risorse non rinnovabili e utilizzando il sapere progettuale e tecnologico in rapporto alle conoscenze tecniche delle costruzioni tradizionali e all’innovazione. Il libro intende approfondire un metodo di progetto innovativo basato su un processo che fa dell’ibrido la sostanza del progetto ma anche il metodo. Processo applicato al tema dell’abitare, che, nella civiltà della crisi ritorna ad essere il centro dei problemi, anche in relazione alle potenzialità che le nuove norme legislative consentono in materia di housing sociale.

hybrid living

GAIANI, Alessandro
2012

Abstract

I grandi segni, le grandi opere di architettura, i progetti urbanistici tesi a riconfigurare intere città o parti di esse non fanno più parte della nuova visione del mondo. Pertanto bisogna coniare strategie di intervento che siano adeguate alle condizioni contingenti. A maestosi segni infrastrutturali piuttosto che imponenti nuovi quartieri o progetti di ristrutturazione di interi comparti residenziali, si deve sostituire una strategia che preveda interventi molto più mirati, la cui somma porti al tutto, ma che anche solo una parte di esso abbia un caratteri definito e concluso. Spazi in mutazione, sistemi aperti, progetti interstiziali sono i nomi che la nuova progettualità utilizza e che rientrano nella strategia della Stimolazione Puntiforme, un progetto in costante progressione, solitarie inserzioni capaci di riequilibrare un sistema di rapporti e relazioni reciproche oggi completamente disarmoniche, teso a definire la forma in evoluzione degli ambiti urbani attraverso puntuali interventi non invasivi, pragmaticamente orientati alla costruzione di reti rizomatiche di nuove urbanità. Piuttosto che intervenire chirurgicamente, attraverso un’operazione di sostituzione, si pensa di attivare un dispositivo di coinvolgimento di tutti gli attori in gioco chiamandoli a “prendersi cura dei problemi”. Ma la cura è prevenzione, capacità progettuale a lungo termine, individuazione di strategie d’azione sinergiche. Il regime di cura prevede diversi momenti di analisi e differenti modalità d’intervento che sappiano combinare un esame obiettivo, azioni mirate indirizzate sul breve termine e indicazioni di ristrutturazione a larga scala su tempi più lunghi. Il settore edile contribuisce per circa il 40% al consumo delle risorse dei materiali e dell’energia fossile disponibile. Negli anni cinquanta e sessanta il progresso tecnologico aveva illuso tutti che avrebbe garantito un livello qualitativo della vita migliore e risorse energetiche rinnovabili all’infinito. E’ innegabile come il primo punto sia un obiettivo centrato ma con un prezzo altissimo sull’erosione delle risorse del nostro ambiente. Queste condizioni ci portano a indagare su nuove linee di progetto sia urbano che architettonico non più basate su uno stile esportabile in ogni luogo ma sulle singole condizioni differenti che si pongono. Ogni edificio dovrà essere progettato a seconda del luogo, della topografia, del clima e delle risorse locali, con una riduzione al minimo dell’impiego di risorse non rinnovabili e utilizzando il sapere progettuale e tecnologico in rapporto alle conoscenze tecniche delle costruzioni tradizionali e all’innovazione. Il libro intende approfondire un metodo di progetto innovativo basato su un processo che fa dell’ibrido la sostanza del progetto ma anche il metodo. Processo applicato al tema dell’abitare, che, nella civiltà della crisi ritorna ad essere il centro dei problemi, anche in relazione alle potenzialità che le nuove norme legislative consentono in materia di housing sociale.
2012
9788860557575
PROGETTO residenziale; temporaneo; housing sociale; progetto ibrido; processo progettuale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/1731296
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