La rinuncia alla città pubblica Parlare di spazio pubblico implica un’apertura di significato dei vocaboli ‘spazio’ e ‘pubblico’, operazione relativamente semplice per le popolazioni che hanno sempre vissuto la città come un luogo di condivisione, estrema estensione del proprio dominio privato. Oliva I Casas (2007) descrive due modelli contrapposti di città: Public City e Domestic City; il primo condensa le peculiarità delle città mediterranee, città vissute all’aperto, dove la dimensione pubblica, dovuta alla stratificazione storica nell’uso degli spazi di relazione, diviene il fulcro indispensabile per la crescita e la sussistenza del modello urbano. Domestic city si riferisce alle città dove l’abitudine di concentrare le attività in ambiti domestici dichiara una propensione alla condivisione privata legata ad abitudini e strutture sociali storicamente determinate. I testi accademici di urban design descrivono la città storica italiana o spagnola, mediterranea in genere, come l’archetipo della civiltà dello spazio pubblico, intensificando i significati di condivisione e collettività nella forma di appropriazione ed uso quotidiano del luoghi. Lo scorrere degli anni ha portato ad una inversione nell’individuazione degli archetipi urbani; i progetti contemporanei ai quali ci si riferisce per spiegare la progettazione urbana sono geograficamente localizzati verso il nord Europa definendo una nuova genealogia dello spazio pubblico. Questa fenomenologia urbana dimostra come, nel corso di pochi decenni, si sia assistito a due fenomeni contrapposti: la rinuncia alla costruzione dello spazio pubblico come avvenuto in Italia ed un’appropriazione delle dinamiche di partecipazione alla vita collettiva in paesi che non l’hanno mai avuta come tradizione. La città pubblica ha colto dal modello domestico spunti di cambiamento; l’utilizzo costante dei mezzi informatici, l’adozione nell’immaginario collettivo della sprawl town come una evoluzione positiva nel governo urbano hanno determinato, insieme ad un progressivo cambiamento delle abitudini di socializzazione, un’abbandono dei luoghi che da sempre sono stati considerati come essenziali per la vita della città.

Prospettive europee di governo dello spazio pubblico nell’edilizia residenziale

AVOSANI, Giovanni
2006

Abstract

La rinuncia alla città pubblica Parlare di spazio pubblico implica un’apertura di significato dei vocaboli ‘spazio’ e ‘pubblico’, operazione relativamente semplice per le popolazioni che hanno sempre vissuto la città come un luogo di condivisione, estrema estensione del proprio dominio privato. Oliva I Casas (2007) descrive due modelli contrapposti di città: Public City e Domestic City; il primo condensa le peculiarità delle città mediterranee, città vissute all’aperto, dove la dimensione pubblica, dovuta alla stratificazione storica nell’uso degli spazi di relazione, diviene il fulcro indispensabile per la crescita e la sussistenza del modello urbano. Domestic city si riferisce alle città dove l’abitudine di concentrare le attività in ambiti domestici dichiara una propensione alla condivisione privata legata ad abitudini e strutture sociali storicamente determinate. I testi accademici di urban design descrivono la città storica italiana o spagnola, mediterranea in genere, come l’archetipo della civiltà dello spazio pubblico, intensificando i significati di condivisione e collettività nella forma di appropriazione ed uso quotidiano del luoghi. Lo scorrere degli anni ha portato ad una inversione nell’individuazione degli archetipi urbani; i progetti contemporanei ai quali ci si riferisce per spiegare la progettazione urbana sono geograficamente localizzati verso il nord Europa definendo una nuova genealogia dello spazio pubblico. Questa fenomenologia urbana dimostra come, nel corso di pochi decenni, si sia assistito a due fenomeni contrapposti: la rinuncia alla costruzione dello spazio pubblico come avvenuto in Italia ed un’appropriazione delle dinamiche di partecipazione alla vita collettiva in paesi che non l’hanno mai avuta come tradizione. La città pubblica ha colto dal modello domestico spunti di cambiamento; l’utilizzo costante dei mezzi informatici, l’adozione nell’immaginario collettivo della sprawl town come una evoluzione positiva nel governo urbano hanno determinato, insieme ad un progressivo cambiamento delle abitudini di socializzazione, un’abbandono dei luoghi che da sempre sono stati considerati come essenziali per la vita della città.
2006
9788877945761
Public City; Domestic City; Urban Design
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