La storia dellì’architettura e dell’arte è stata sempre caratterizzata da esempi di rapporti privilegiati tra Patron e artisti con il celato obiettivo dell’autopromozione per entrambi i soggetti coinvolti e della visibilità nel proprio tempo e verso le generazioni future. L’intervento vuole puntare l’accento su di un caso in cui un ente “pubblico” ha lavorato come soggetto illuminato, producendo architetture diffuse sul territorio nazionale caratterizzate, fondamentalmente, da un’altissima qualità urbana. I piani urbani e le architetture realizzate nel primissimo dopoguerra attraverso l’isitituzione INACASA hanno risolto la mancanza di abitazioni nella ricostruzione post-bellica per le fasce sociali più deboli e hanno prodotto, grazie alla lucida determinazione del soggetto promotore, non solo case ma luoghi per l’abitare. L’obiettivo di costruire quartieri orientati alla costruzione dello spazio pubblico di relazione sociale e di città è stato raggiunto. Questo è stato possibile grazie ad un processo edilizio che ha concentrato nell’isitituzione INACASA le fasi decisionali maggiormente significative, funzionando come un volano in grado di spronare tutti i progettisti coinvolti, stabilendo quindi un vero e proprio rapporto di patronato nel quale il continuo stimolo ha prodotto risultati, ancora oggi, ritenuti all’avanguardia nella progettazione urbana.
Il passato che insegna il futuro: il piano Ina-Casa, condivisione dell’idea di città
AVOSANI, Giovanni
2006
Abstract
La storia dellì’architettura e dell’arte è stata sempre caratterizzata da esempi di rapporti privilegiati tra Patron e artisti con il celato obiettivo dell’autopromozione per entrambi i soggetti coinvolti e della visibilità nel proprio tempo e verso le generazioni future. L’intervento vuole puntare l’accento su di un caso in cui un ente “pubblico” ha lavorato come soggetto illuminato, producendo architetture diffuse sul territorio nazionale caratterizzate, fondamentalmente, da un’altissima qualità urbana. I piani urbani e le architetture realizzate nel primissimo dopoguerra attraverso l’isitituzione INACASA hanno risolto la mancanza di abitazioni nella ricostruzione post-bellica per le fasce sociali più deboli e hanno prodotto, grazie alla lucida determinazione del soggetto promotore, non solo case ma luoghi per l’abitare. L’obiettivo di costruire quartieri orientati alla costruzione dello spazio pubblico di relazione sociale e di città è stato raggiunto. Questo è stato possibile grazie ad un processo edilizio che ha concentrato nell’isitituzione INACASA le fasi decisionali maggiormente significative, funzionando come un volano in grado di spronare tutti i progettisti coinvolti, stabilendo quindi un vero e proprio rapporto di patronato nel quale il continuo stimolo ha prodotto risultati, ancora oggi, ritenuti all’avanguardia nella progettazione urbana.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.