Quando la notte del 15 gennaio 1968 un sisma di magnitudo 6.1 rase al suolo i centri di Gibellina, Montevago, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Santa Margherita Belice e Santa Ninfa provocando 400 morti, un migliaio di feriti e circa 98 mila senza tetto, la luce dei riflettori evidenziò le peggiori conseguenze di una severa impreparazione tecnica della macchina statale dei soccorsi. E per la prima volta nel dopoguerra il fatto che i disastri naturali possono determinare la disgregazione socio-economica e la totale dissoluzione delle forme primarie dell’esistenza comunitaria.

Le zone rosse e la dimensione spaziale della libertà

FONDACCI, Luca
2011

Abstract

Quando la notte del 15 gennaio 1968 un sisma di magnitudo 6.1 rase al suolo i centri di Gibellina, Montevago, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Santa Margherita Belice e Santa Ninfa provocando 400 morti, un migliaio di feriti e circa 98 mila senza tetto, la luce dei riflettori evidenziò le peggiori conseguenze di una severa impreparazione tecnica della macchina statale dei soccorsi. E per la prima volta nel dopoguerra il fatto che i disastri naturali possono determinare la disgregazione socio-economica e la totale dissoluzione delle forme primarie dell’esistenza comunitaria.
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