Videa2. Il corpo è fulcro dei lavori proposti. Nel quadro della ricerca avviata un anno fa nel corso della prima rassegna, è emersa da parte delle artiste una chiara propensione a fare della corporalità soggetto privilegiato d’indagine. In questo secondo momento di riflessione ecco, dunque, un restringimento di campo che, partendo da questa focalizzazione doverosa su una tematica tanto cara a questa nuova generazione, tenta di tracciare un quadro delle nuovissime esperienze artistiche del suolo italiano e straniero. Molto spesso sono le artiste stesse le protagoniste dei video da loro creati “orientano la telecamera su se stesse, traducendo in termini visivi l’esperienza vissuta; indagano un’identità personale e dinamiche razionali, interrogano stereotipi e distillano complessi tabù, raccontano il prorpio corpo e la propria sessualità”. Si mostra così un tessuto a maglie larghe dove il corpo non è inteso solo come fisicità femminile, ma, anche come corpo sociale, segno e materia in divenire. Le tecniche adottate dalle videoartiste permettono di declinare la tematica in una pluralità di sguardi, confermata dalle loro diverse provenienze. Dati unitari della rassegna, sorte di veri e propri collanti, sono il sesso e l’età delle artiste, tutte entro la generazione dei trant’anni.
Il corpo modificato: itinerari tra arte e tecnologia.
PAIATO, Maria Letizia
2008
Abstract
Videa2. Il corpo è fulcro dei lavori proposti. Nel quadro della ricerca avviata un anno fa nel corso della prima rassegna, è emersa da parte delle artiste una chiara propensione a fare della corporalità soggetto privilegiato d’indagine. In questo secondo momento di riflessione ecco, dunque, un restringimento di campo che, partendo da questa focalizzazione doverosa su una tematica tanto cara a questa nuova generazione, tenta di tracciare un quadro delle nuovissime esperienze artistiche del suolo italiano e straniero. Molto spesso sono le artiste stesse le protagoniste dei video da loro creati “orientano la telecamera su se stesse, traducendo in termini visivi l’esperienza vissuta; indagano un’identità personale e dinamiche razionali, interrogano stereotipi e distillano complessi tabù, raccontano il prorpio corpo e la propria sessualità”. Si mostra così un tessuto a maglie larghe dove il corpo non è inteso solo come fisicità femminile, ma, anche come corpo sociale, segno e materia in divenire. Le tecniche adottate dalle videoartiste permettono di declinare la tematica in una pluralità di sguardi, confermata dalle loro diverse provenienze. Dati unitari della rassegna, sorte di veri e propri collanti, sono il sesso e l’età delle artiste, tutte entro la generazione dei trant’anni.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.