La certificazione energetica degli edifici, resa esecutiva a livello nazionale dal DM 26 giugno 2009, nonché dalle varie norme regionali in recepimento ed attuazione della direttiva europea 2002/91/CE (o EPBD – Energy Performance Building Directive) e del conseguente D.Lgs. 192/2005, ha concentrato l’attenzione del settore edile verso la realizzazione di edifici in “classe A”. Tuttavia, la recente rifusione della Direttiva 2002/91/CE attuatasi con la Direttiva 2010/31/UE ha imposto che i nuovi edifici,e quelli sottoposti ad importante ristrutturazione debbano essere ad “energia quasi zero”, con conseguente parziale perdita di significato per l’attuale sistema di classificazione energetica. Da molti anni, una parte dei tecnici e degli operatori del settore edile pone attenzione alla realizzazione di edifici passivi, seguendo in particolare gli standard del Passivhaus Institute di Darmstadt (Germania).Tale attenzione si è però concretizzata in interventi di tipo volontario numericamente limitati e spesso relativi ad edifici di ridotte dimensioni, sia per problemi di costi che per la scarsa sensibilità e conoscenza dei committenti. Dal punto di vista tecnico, lo standard, del Passivhaus Institute, concepito per la Germania, è difficile da attuare in Italia e in molti altri paesi mediterranei in quanto lascia scoperta la problematica dei fabbisogni energetici estivi, i quali potrebbero essere in molte situazioni superiori a quelli invernali. L’involucro passivo e l’edificio ad energia quasi zero sono in effetti concetti che, dal punto di vista energetico, non vanno necessariamente di pari passo, ma sono tuttavia accomunati dalla necessità di calibrare i parametri costruttivi in base sia alle specificità architettoniche regionali sia al clima locale (standardizzato o reale). Molti studiosi parlano di casa passiva mediterranea dal punto di vista architettonico, ma pochi sono ancora gli studi. svolti con approccio energetico completo. In questo lavoro si intende tracciare il quadro nazionale e transnazionale inerente la casa passiva mediterranea e gli edifici a “energia quasi zero” come realizzabili alle nostre latitudini, studiando e classificando le diverse tipologie di edifici anche in base al clima locale e sviluppando un’analisi critica ispirata ai dettati fondamentali della EPBD. Nella consapevolezza che l’individuazione di standard prestazionali dipende molto anche dalle norme tecniche di supporto, nonché da varie questioni di carattere sociale, economico e politico, l’intento è quello di formulare alcune ipotesi valutazione convenzionale, supportate da opportune argomentazioni di natura tecnico-scientifica e normativa.
La casa passiva mediterranea alla luce delle recenti variazioni normative EPBD
LAMBRUSCHI, ALEX;MUSCIO, Alberto;BIZZARRI, Giacomo
2011
Abstract
La certificazione energetica degli edifici, resa esecutiva a livello nazionale dal DM 26 giugno 2009, nonché dalle varie norme regionali in recepimento ed attuazione della direttiva europea 2002/91/CE (o EPBD – Energy Performance Building Directive) e del conseguente D.Lgs. 192/2005, ha concentrato l’attenzione del settore edile verso la realizzazione di edifici in “classe A”. Tuttavia, la recente rifusione della Direttiva 2002/91/CE attuatasi con la Direttiva 2010/31/UE ha imposto che i nuovi edifici,e quelli sottoposti ad importante ristrutturazione debbano essere ad “energia quasi zero”, con conseguente parziale perdita di significato per l’attuale sistema di classificazione energetica. Da molti anni, una parte dei tecnici e degli operatori del settore edile pone attenzione alla realizzazione di edifici passivi, seguendo in particolare gli standard del Passivhaus Institute di Darmstadt (Germania).Tale attenzione si è però concretizzata in interventi di tipo volontario numericamente limitati e spesso relativi ad edifici di ridotte dimensioni, sia per problemi di costi che per la scarsa sensibilità e conoscenza dei committenti. Dal punto di vista tecnico, lo standard, del Passivhaus Institute, concepito per la Germania, è difficile da attuare in Italia e in molti altri paesi mediterranei in quanto lascia scoperta la problematica dei fabbisogni energetici estivi, i quali potrebbero essere in molte situazioni superiori a quelli invernali. L’involucro passivo e l’edificio ad energia quasi zero sono in effetti concetti che, dal punto di vista energetico, non vanno necessariamente di pari passo, ma sono tuttavia accomunati dalla necessità di calibrare i parametri costruttivi in base sia alle specificità architettoniche regionali sia al clima locale (standardizzato o reale). Molti studiosi parlano di casa passiva mediterranea dal punto di vista architettonico, ma pochi sono ancora gli studi. svolti con approccio energetico completo. In questo lavoro si intende tracciare il quadro nazionale e transnazionale inerente la casa passiva mediterranea e gli edifici a “energia quasi zero” come realizzabili alle nostre latitudini, studiando e classificando le diverse tipologie di edifici anche in base al clima locale e sviluppando un’analisi critica ispirata ai dettati fondamentali della EPBD. Nella consapevolezza che l’individuazione di standard prestazionali dipende molto anche dalle norme tecniche di supporto, nonché da varie questioni di carattere sociale, economico e politico, l’intento è quello di formulare alcune ipotesi valutazione convenzionale, supportate da opportune argomentazioni di natura tecnico-scientifica e normativa.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.