Con l’obiettivo di analizzare le problematiche relative alla prescrizione di farmaci sia sistemici sia topici per il trattamento di patologie cutanee durante la gravidanza, è necessario fare chiarezza su alcuni aspetti. Quanto è frequente la nascita di un bambino con malformazioni congenite, in assenza di una terapia farmacologica assunta dalla madre nel corso della gestazione? L’assunzione di un farmaco in gravidanza comporta inevitabilmente tossicità per il prodotto del concepimento? A questo riguardo va precisato che circa 1/3 delle gravidanze sono accidentali, pertanto il medico quando prescrive farmaci a donne in età feconda dovrebbe tenere in considerazione le potenziali tossicità fetali. In condizioni normali, senza assunzione di farmaci, il 2-3% dei neonati presenta malformazioni congenite maggiori; viceversa, oltre il 90% di gravidanze esposte a farmaci nel corso del 1° trimestre esita in un neonato sano. Inoltre, più del 90% dei farmaci approvati in USA ha un rischio teratogenico indeterminato. Con riferimento alla cronologia della tossicità fetale, il rischio di eventi avversi da farmaco in gravidanza può essere presente addirittura prima del concepimento, dal momento che alcune molecole, come la rifampicina, possono interferire con gli estro-progestinici assunti a scopo anticoncezionale, esponendo la donna a un rischio di gravidanza inattesa e alla concomitante azione del farmaco. Il rischio di tossicità da farmaci dopo il concepimento cambia in base ai diversi momenti della gestazione. Durante le prime 2 settimane e mezzo, le cellule embrionali sono indifferenziate; farmaci somministrati in questo periodo colpiscono tutte le cellule in modo uguale e possono avere come conseguenza la morte delle cellule (legge del “tutto o nulla”). Concretamente, la tossicità di un agente farmaceutico in questa fase della gravidanza determina più frequentemente un aborto spontaneo che anomalie congenite. Un farmaco potenzialmente tossico somministrato in fase di differenziazione cellulare, ossia tra la 3a e la 8a settimana, periodo in cui si realizza l’organogenesi, può dare luogo a malformazioni e ad anomalie congenite. Per teratogenesi si intende lo sviluppo anormale di organi o apparati del feto durante la gravidanza, che si traduce nella nascita di un bambino che presenta difetti congeniti. Pertanto, specialmente in questa fase della gestazione devono essere evitati tutti i farmaci con noti effetti teratogenici. Successivamente, a partire dal II trimestre di gravidanza si completa la maturazione fisiologica degli organi e la crescita del feto. In questa fase, detta fetogenesi, e nella fase perinatale la possibilità di indurre teratogenesi da parte di uno xenobiotico diminuisce progressivamente fino a scomparire del tutto, mentre diviene predominante la possibilità di alterazioni funzionali a carico degli organi. Allo scopo di definire il rischio di tossicità fetale dei farmaci sono state stilate diverse classificazioni, la più nota delle quali è quella della americana FDA che distingue, in base alle evidenze disponibili sull’uomo e sugli animali, 6 classi di rischio (Tabella 1). Accanto alla classificazione della FDA, esiste il sistema TERIS (Teratogen Information Service) (Tabella2). Di seguito si riporta una tavola sinottica (Tabella 3) che elenca le principali molecole delle classi farmaceutiche che sono prese in esame nella presente relazione. Per ciascun farmaco viene specificato il proprio potenziale teratogenico in base ai sistemi classificativi FDA e TERIS.

Patologia cutanea in gravidanza. Terapia dermatologica: I parte.

VIRGILI, Anna;BORGHI, Alessandro;MANTOVANI, Lucia
2012

Abstract

Con l’obiettivo di analizzare le problematiche relative alla prescrizione di farmaci sia sistemici sia topici per il trattamento di patologie cutanee durante la gravidanza, è necessario fare chiarezza su alcuni aspetti. Quanto è frequente la nascita di un bambino con malformazioni congenite, in assenza di una terapia farmacologica assunta dalla madre nel corso della gestazione? L’assunzione di un farmaco in gravidanza comporta inevitabilmente tossicità per il prodotto del concepimento? A questo riguardo va precisato che circa 1/3 delle gravidanze sono accidentali, pertanto il medico quando prescrive farmaci a donne in età feconda dovrebbe tenere in considerazione le potenziali tossicità fetali. In condizioni normali, senza assunzione di farmaci, il 2-3% dei neonati presenta malformazioni congenite maggiori; viceversa, oltre il 90% di gravidanze esposte a farmaci nel corso del 1° trimestre esita in un neonato sano. Inoltre, più del 90% dei farmaci approvati in USA ha un rischio teratogenico indeterminato. Con riferimento alla cronologia della tossicità fetale, il rischio di eventi avversi da farmaco in gravidanza può essere presente addirittura prima del concepimento, dal momento che alcune molecole, come la rifampicina, possono interferire con gli estro-progestinici assunti a scopo anticoncezionale, esponendo la donna a un rischio di gravidanza inattesa e alla concomitante azione del farmaco. Il rischio di tossicità da farmaci dopo il concepimento cambia in base ai diversi momenti della gestazione. Durante le prime 2 settimane e mezzo, le cellule embrionali sono indifferenziate; farmaci somministrati in questo periodo colpiscono tutte le cellule in modo uguale e possono avere come conseguenza la morte delle cellule (legge del “tutto o nulla”). Concretamente, la tossicità di un agente farmaceutico in questa fase della gravidanza determina più frequentemente un aborto spontaneo che anomalie congenite. Un farmaco potenzialmente tossico somministrato in fase di differenziazione cellulare, ossia tra la 3a e la 8a settimana, periodo in cui si realizza l’organogenesi, può dare luogo a malformazioni e ad anomalie congenite. Per teratogenesi si intende lo sviluppo anormale di organi o apparati del feto durante la gravidanza, che si traduce nella nascita di un bambino che presenta difetti congeniti. Pertanto, specialmente in questa fase della gestazione devono essere evitati tutti i farmaci con noti effetti teratogenici. Successivamente, a partire dal II trimestre di gravidanza si completa la maturazione fisiologica degli organi e la crescita del feto. In questa fase, detta fetogenesi, e nella fase perinatale la possibilità di indurre teratogenesi da parte di uno xenobiotico diminuisce progressivamente fino a scomparire del tutto, mentre diviene predominante la possibilità di alterazioni funzionali a carico degli organi. Allo scopo di definire il rischio di tossicità fetale dei farmaci sono state stilate diverse classificazioni, la più nota delle quali è quella della americana FDA che distingue, in base alle evidenze disponibili sull’uomo e sugli animali, 6 classi di rischio (Tabella 1). Accanto alla classificazione della FDA, esiste il sistema TERIS (Teratogen Information Service) (Tabella2). Di seguito si riporta una tavola sinottica (Tabella 3) che elenca le principali molecole delle classi farmaceutiche che sono prese in esame nella presente relazione. Per ciascun farmaco viene specificato il proprio potenziale teratogenico in base ai sistemi classificativi FDA e TERIS.
2012
teratogenicità; farmaco; dermopatie
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