Scopo: Obiettivo dello studio è stato di verificare se la valutazione della funzionalità cardiocircolatoria mediante test di cammino di 1 km su tappeto rotante (1KTWT), era predittiva del rischio di mortalità in soggetti cardiopatici sottoposti a programma di riabilitazione cardiologica/prevenzione secondaria. Materiali e metodi: Lo studio ha riguardato 1559 soggetti, sottoposti a 1KTWT nel periodo compreso fra gennaio 1998 e settembre 2006. 1167 sono stati inclusi nell’analisi (M/F 1017/142, età media 61.8  9.7); 392 sono stati esclusi in quanto incapaci di percorrere la prova a velocità  3.0 kmh. Le indicazioni all’inclusione nel programma erano infarto acuto del miocardio (IMA, 15%), IMA seguito da rivascolarizzazione coronarica mediante by-pass (56.5%), IMA seguito da angioplastica coronarica (14.8%) e altri interventi cardiochirurgici (13.7%). Il protocollo impiegato è stato derivato dal “2km walking test” (2KWT), adattato a soggetti cardiopatici. Il test aveva inizio con una fase preliminare della durata di 2-3 min a velocità di 2.0 kmh, con pendenza 0%. Successivamente l’intensità di esercizio era incrementata di 0.3 kmh ogni 30 sec fino al raggiungimento di una velocità di cammino corrispondente ad un’intensità di esercizio moderata (10-13 della Scala di Borg 6/20). Questa velocità veniva poi mantenuta per la distanza di 1 km. Il test ha permesso la determinazione di un Indice di Funzionalità Cardiocircolatoria (IFC) applicando gli algoritmi originali del 2KWT, ottenuto sulla base di età, sesso, BMI, tempo impiegato e frequenza cardiaca media durante la prova. La popolazione fu quindi suddivisa in quartili in funzione del valore di IFC ottenuto durante il primo 1KTWT eseguito all’inizio del programma. Risultati: I valori di IFC sono risultati -205/-74, -75/-29, -30/11 e 11/129 rispettivamente per i quartli I, II, III e IV. Nel periodo considerato (tempo di follow-up 5.4  2.3 anni) si sono registrati 75 decessi con una mortalità corretta per età e sesso che è risultata di 22.6, 17.9, 12.4 e 5.1/1000 persone-anno, rispettivamente per i quartili I, II, III, IV. Dopo aver corretto i dati per età, genere, fumo, BMI, ipertensione, diabete, colesterolemia totale, LDL, trigliceridi, uso di Ca-antagonisti, nitrati, diuretici, ACE inibitori, emoglobina, frazione di eiezione, indicazione clinica al programma, i soggetti appartenenti al quartile più basso (IFC<-74) sono risultati avere un rischio di morte più elevato rispetto a quelli del quartile migliore (Hazard Ratio 0.31, 95%CI: 0.11 – 0.75; P = 0.01) (figura 1). Non si sono riscontrate differenze significative fra i gruppi per quanto riguardava l’assunzione di farmaci β-bloccanti. Conclusioni: I pazienti osservati hanno riportato ampi range di IFC ottenuti dall’applicazione del 2KWT modificato. IFC è risultato indipendente fattore predittivo di mortalità per tutte le cause e potrebbe dunque essere vantaggiosamente impiegato nella valutazione funzionale e nel follow-up di soggetti partecipanti a programmi di riabilitazione cardiologica/prevenzione secondaria.

Impiego di un innovativo test di marcia di 1km su teadmill nella valutazione di soggetti cardiopatici

GRAZZI, Giovanni;MAZZONI, Gianni;CHIARANDA, Giorgio;VOLPATO, Stefano;CONCONI, Francesco
2008

Abstract

Scopo: Obiettivo dello studio è stato di verificare se la valutazione della funzionalità cardiocircolatoria mediante test di cammino di 1 km su tappeto rotante (1KTWT), era predittiva del rischio di mortalità in soggetti cardiopatici sottoposti a programma di riabilitazione cardiologica/prevenzione secondaria. Materiali e metodi: Lo studio ha riguardato 1559 soggetti, sottoposti a 1KTWT nel periodo compreso fra gennaio 1998 e settembre 2006. 1167 sono stati inclusi nell’analisi (M/F 1017/142, età media 61.8  9.7); 392 sono stati esclusi in quanto incapaci di percorrere la prova a velocità  3.0 kmh. Le indicazioni all’inclusione nel programma erano infarto acuto del miocardio (IMA, 15%), IMA seguito da rivascolarizzazione coronarica mediante by-pass (56.5%), IMA seguito da angioplastica coronarica (14.8%) e altri interventi cardiochirurgici (13.7%). Il protocollo impiegato è stato derivato dal “2km walking test” (2KWT), adattato a soggetti cardiopatici. Il test aveva inizio con una fase preliminare della durata di 2-3 min a velocità di 2.0 kmh, con pendenza 0%. Successivamente l’intensità di esercizio era incrementata di 0.3 kmh ogni 30 sec fino al raggiungimento di una velocità di cammino corrispondente ad un’intensità di esercizio moderata (10-13 della Scala di Borg 6/20). Questa velocità veniva poi mantenuta per la distanza di 1 km. Il test ha permesso la determinazione di un Indice di Funzionalità Cardiocircolatoria (IFC) applicando gli algoritmi originali del 2KWT, ottenuto sulla base di età, sesso, BMI, tempo impiegato e frequenza cardiaca media durante la prova. La popolazione fu quindi suddivisa in quartili in funzione del valore di IFC ottenuto durante il primo 1KTWT eseguito all’inizio del programma. Risultati: I valori di IFC sono risultati -205/-74, -75/-29, -30/11 e 11/129 rispettivamente per i quartli I, II, III e IV. Nel periodo considerato (tempo di follow-up 5.4  2.3 anni) si sono registrati 75 decessi con una mortalità corretta per età e sesso che è risultata di 22.6, 17.9, 12.4 e 5.1/1000 persone-anno, rispettivamente per i quartili I, II, III, IV. Dopo aver corretto i dati per età, genere, fumo, BMI, ipertensione, diabete, colesterolemia totale, LDL, trigliceridi, uso di Ca-antagonisti, nitrati, diuretici, ACE inibitori, emoglobina, frazione di eiezione, indicazione clinica al programma, i soggetti appartenenti al quartile più basso (IFC<-74) sono risultati avere un rischio di morte più elevato rispetto a quelli del quartile migliore (Hazard Ratio 0.31, 95%CI: 0.11 – 0.75; P = 0.01) (figura 1). Non si sono riscontrate differenze significative fra i gruppi per quanto riguardava l’assunzione di farmaci β-bloccanti. Conclusioni: I pazienti osservati hanno riportato ampi range di IFC ottenuti dall’applicazione del 2KWT modificato. IFC è risultato indipendente fattore predittivo di mortalità per tutte le cause e potrebbe dunque essere vantaggiosamente impiegato nella valutazione funzionale e nel follow-up di soggetti partecipanti a programmi di riabilitazione cardiologica/prevenzione secondaria.
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