Pneumocystis carinii è un importante opportunista venuto alla ribalta in questi ultimi anni seguito al diffondersi della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Nonostante l'imponente numero di lavori effettuato sull'argomento dal 1980 a tutt'oggi, non sono ancora completamente note le conoscenze biochimiche ed antigieniche di P. carini finora ostacolate sia dagli scarsi successi ottenuti con i tentativi di coltivazione in vitro del microrganismo, dia dalle difficoltà incontrate nella purificazione di P. carini da tessuto polmonare. Resta ancora da definire la sua precisa collocazione tassonomica, tuttora oggetto di discussione tra numerosi ricercatori. Vengono discussi i primi importanti risultati relativi a: 1. dimostrazione di fosfolipidi e gangliosidi nella parete del microrganismo; 2. allestimento di colture cellulari su linee polmonari umane (A549) che hanno permesso di ottenere buoni risultati per quanto riguarda la propagazione di P. carini nel tempo; 3. possibilità di inoculazione di PBMC umani isolati da soggetti con AIDS e PCP ai fini immunodiagnostici, senza ricorrere a test invasivi; 4. possibilità allestire test farmacologici in vitro e di ottenere stipiti differenti di P. carini.
Nuove prospettive diagnostiche dell'Infezione da Pneumocystis carinii
CONTINI, Carlo;
1992
Abstract
Pneumocystis carinii è un importante opportunista venuto alla ribalta in questi ultimi anni seguito al diffondersi della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Nonostante l'imponente numero di lavori effettuato sull'argomento dal 1980 a tutt'oggi, non sono ancora completamente note le conoscenze biochimiche ed antigieniche di P. carini finora ostacolate sia dagli scarsi successi ottenuti con i tentativi di coltivazione in vitro del microrganismo, dia dalle difficoltà incontrate nella purificazione di P. carini da tessuto polmonare. Resta ancora da definire la sua precisa collocazione tassonomica, tuttora oggetto di discussione tra numerosi ricercatori. Vengono discussi i primi importanti risultati relativi a: 1. dimostrazione di fosfolipidi e gangliosidi nella parete del microrganismo; 2. allestimento di colture cellulari su linee polmonari umane (A549) che hanno permesso di ottenere buoni risultati per quanto riguarda la propagazione di P. carini nel tempo; 3. possibilità di inoculazione di PBMC umani isolati da soggetti con AIDS e PCP ai fini immunodiagnostici, senza ricorrere a test invasivi; 4. possibilità allestire test farmacologici in vitro e di ottenere stipiti differenti di P. carini.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.