Il progetto di ricerca propone nuovi approcci terapeutici per il difetto coagulativo congenito di fattore VII, autosomico raro, ed il difetto di fattore IX (emofilia B), legato al cromosoma X che colpisce un individuo su circa 35.000 nati maschi. Nella maggior parte dei pazienti la terapia sostitutiva convenzionale, pur prevenendo la grave sintomatologia emorragica, è spesso associata a gravi complicanze. L'obiettivo dellapproccio proposto è il ripristino parziale dei livelli dei fattori FVII/FIX in forme gravi di deficienza causate da mutazioni in siti donatori per lo splicing, relativamente frequenti in queste patologie. Il piccolo RNA nucleare U1 (U1−snRNA), un componente chiave dellapparato di splicing, rappresenta lo strumento terapeutico chiave per il progetto. U1−snRNAs opportunamente modificati dovrebbero mediare il riconoscimento delle giunzioni di splicing mutate e ripristinare la corretta espressione genica. Questa strategia ci ha permesso di correggere,in vitro, gli effetti di mutazioni nel FVIi e nel FIX e di ripristinare la sintesi di molecole funzionali e con capacità procoagulante. Il progetto finanziato prevede due Unità, quella del responsabile e quella guidata dal Dott. Pagani all'International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology di Trieste. Inoltre prevede l'intensa collaborazione con il prof. Arruda presso il Children's Hospital di Philadelphia
RNA−based therapeutic approaches for blood coagulation factor deficiencies caused by splicing mutations. PROGETTO TELETHON TRIENNALE
PINOTTI, Mirko
2009
Abstract
Il progetto di ricerca propone nuovi approcci terapeutici per il difetto coagulativo congenito di fattore VII, autosomico raro, ed il difetto di fattore IX (emofilia B), legato al cromosoma X che colpisce un individuo su circa 35.000 nati maschi. Nella maggior parte dei pazienti la terapia sostitutiva convenzionale, pur prevenendo la grave sintomatologia emorragica, è spesso associata a gravi complicanze. L'obiettivo dellapproccio proposto è il ripristino parziale dei livelli dei fattori FVII/FIX in forme gravi di deficienza causate da mutazioni in siti donatori per lo splicing, relativamente frequenti in queste patologie. Il piccolo RNA nucleare U1 (U1−snRNA), un componente chiave dellapparato di splicing, rappresenta lo strumento terapeutico chiave per il progetto. U1−snRNAs opportunamente modificati dovrebbero mediare il riconoscimento delle giunzioni di splicing mutate e ripristinare la corretta espressione genica. Questa strategia ci ha permesso di correggere,in vitro, gli effetti di mutazioni nel FVIi e nel FIX e di ripristinare la sintesi di molecole funzionali e con capacità procoagulante. Il progetto finanziato prevede due Unità, quella del responsabile e quella guidata dal Dott. Pagani all'International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology di Trieste. Inoltre prevede l'intensa collaborazione con il prof. Arruda presso il Children's Hospital di PhiladelphiaI documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.