L’elaborazione dell’immagine mammografica è iniziata molto prima dell’era digitale, ovvero una ventina di anni fa, quando l’acronimo CAD (Computer-Aided Detection) ha cominciato a circolare nella letteratura scientifica. La disponibilità di scanner dedicati per la digitalizzazione del film mammografico ha, infatti, aperto la strada all’applicazione più interessante e sofisticata della manipolazione dell’immagine e giustamente a questo argomento è dedicato un capitolo a parte. Per Digital Image Processing (DIP) in mammografia digitale s’intende, invece, la fase di elaborazione che dall’acquisizione dell’immagine porta alla sua visualizzazione sulla workstation di refertazione. Proprio per questo motivo, ad ogni esposizione corrispondono due immagini digitali: le cosiddette immagini raw e processed. Questo dualismo è proprio della radiologia digitale: acquisizione e visualizzazione sono processi separati e, quindi, ottimizzabili in modo indipendente l’uno dall’altro. Acquisire un’immagine significa registrare l’informazione radiografica nel modo più fedele possibile, per ottimizzare la rivelabilità dei minimi segni di patologia; visualizzare un’immagine significa fornire al radiologo le migliori condizioni per interpretare il radiogramma. Alla fase DIP viene quindi affidato l’arduo compito di incrementare, se possibile, l’accuratezza diagnostica, ovvero di colmare il gap tra rivelabilità e visibilità di un dettaglio radiografico che troppo spesso, forse, è stato indicato come limite fondamentale della mammografia film-schermo.
Digital Image Processing
TAIBI, Angelo
2007
Abstract
L’elaborazione dell’immagine mammografica è iniziata molto prima dell’era digitale, ovvero una ventina di anni fa, quando l’acronimo CAD (Computer-Aided Detection) ha cominciato a circolare nella letteratura scientifica. La disponibilità di scanner dedicati per la digitalizzazione del film mammografico ha, infatti, aperto la strada all’applicazione più interessante e sofisticata della manipolazione dell’immagine e giustamente a questo argomento è dedicato un capitolo a parte. Per Digital Image Processing (DIP) in mammografia digitale s’intende, invece, la fase di elaborazione che dall’acquisizione dell’immagine porta alla sua visualizzazione sulla workstation di refertazione. Proprio per questo motivo, ad ogni esposizione corrispondono due immagini digitali: le cosiddette immagini raw e processed. Questo dualismo è proprio della radiologia digitale: acquisizione e visualizzazione sono processi separati e, quindi, ottimizzabili in modo indipendente l’uno dall’altro. Acquisire un’immagine significa registrare l’informazione radiografica nel modo più fedele possibile, per ottimizzare la rivelabilità dei minimi segni di patologia; visualizzare un’immagine significa fornire al radiologo le migliori condizioni per interpretare il radiogramma. Alla fase DIP viene quindi affidato l’arduo compito di incrementare, se possibile, l’accuratezza diagnostica, ovvero di colmare il gap tra rivelabilità e visibilità di un dettaglio radiografico che troppo spesso, forse, è stato indicato come limite fondamentale della mammografia film-schermo.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.