Presso la Biblioteca reale di Torino è conservato un manoscritto di 115 carte dal titolo "Principj di Analisi Sublime dettati da La Grange alle Reggie Scuole di Artiglieria". La collocazione "Saluzzo 736" riflette la storia di questo manoscritto, che proviene dalla collezione di Cesare Saluzzo, gran maestro di Artiglieria, storico e filosofo membro della Accademia delle Scienze di Torino, che fu precettore dei figli di Carlo Alberto: Vittorio Emanuele II e Ferdinando duca di Genova. Quest'ultimo fu studioso di geometria descrittiva e architettura militare. Rimasto nelle mani di questo ramo cadetto dei Savoia, il manoscritto fu acquistato dalla Stato italiano attorno al 1950. Questo spiega la poca attenzione finora dedicata dagli studiosi a questa opera giovanile di Lagrange, importante tuttavia nel quadro della trattatistica del calcolo infinitesimale in Italia e che contribuisce a chiarire l'atteggiamento di Lagrange nei confronti dei fondamenti dell'analisi. Nel saggio viene giustificata la datazione e attribuzione dell'opera, viene presentata una descrizione sommaria della sua struttura e dei contenuti e vengono illustrati i problemi e i criteri dell'edizione. Sono infine presentati riferimenti e testimonianze su altre presunte opere didattiche di Lagrange, oggi perdute.
L'edizione critica del Manoscritto Saluzzo 736 della Biblioteca Reale di Torino
BORGATO, Maria Teresa
1986
Abstract
Presso la Biblioteca reale di Torino è conservato un manoscritto di 115 carte dal titolo "Principj di Analisi Sublime dettati da La Grange alle Reggie Scuole di Artiglieria". La collocazione "Saluzzo 736" riflette la storia di questo manoscritto, che proviene dalla collezione di Cesare Saluzzo, gran maestro di Artiglieria, storico e filosofo membro della Accademia delle Scienze di Torino, che fu precettore dei figli di Carlo Alberto: Vittorio Emanuele II e Ferdinando duca di Genova. Quest'ultimo fu studioso di geometria descrittiva e architettura militare. Rimasto nelle mani di questo ramo cadetto dei Savoia, il manoscritto fu acquistato dalla Stato italiano attorno al 1950. Questo spiega la poca attenzione finora dedicata dagli studiosi a questa opera giovanile di Lagrange, importante tuttavia nel quadro della trattatistica del calcolo infinitesimale in Italia e che contribuisce a chiarire l'atteggiamento di Lagrange nei confronti dei fondamenti dell'analisi. Nel saggio viene giustificata la datazione e attribuzione dell'opera, viene presentata una descrizione sommaria della sua struttura e dei contenuti e vengono illustrati i problemi e i criteri dell'edizione. Sono infine presentati riferimenti e testimonianze su altre presunte opere didattiche di Lagrange, oggi perdute.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.