L’enorme impatto provocato dall’affermazione del DVD (Digital Versatile Disc o Digital Video Disc), tanto nel mondo dell’home video quanto nel più generale ambito del dispositivo cinematografico, non ha tardato a trovare riscontro nella produzione teorica che, a pochi anni dall’uscita del nuovo formato, è stata in grado di cogliere tanto gli elementi di novità rispetto al contesto precedente, quanto una certa caducità insita in un medium che sembrava proiettarsi già verso nuovi scenari all’interno dei quali sarebbe in breve risultato obsoleto. Il problema della maggior parte degli approcci teorici al DVD consiste però nella tendenza a esaminare il proprio oggetto di studio al di fuori di una prospettiva storica, o meglio a occuparsi delle caratteristiche interne all’oggetto in sé prescindendo da un’indagine che individui nel passato il prodursi delle domande alle quali il nuovo formato ha fornito delle risposte, le altre soluzioni che in precedenza erano state concepite per risolvere gli stessi problemi, e infine le ragioni dell’organizzazione di queste ultime in un sistema gerarchico che avrebbe consentito la sopravvivenza di alcune ipotesi a discapito di altre. In altre parole, il DVD viene trattato come un oggetto completamente nuovo che ha fatto una vittoriosa e incruenta sortita all’interno di uno scenario da tempo immobile, sostituendo nelle preferenze dei consumatori il VHS, il precedente formato d’elezione della visione domestica. La conseguenza è un approccio teleologico, non esplicitato ma facilmente riscontrabile nelle pieghe dei testi, che stabilisce silenziosamente una linea evolutiva dell’home video all’interno della quale le copie private in 16mm e 8mm cedono il passo al VHS, che a sua volta viene superato dal DVD in un processo orizzontale in cui ogni nuovo passaggio presenta elementi inediti che ridefiniscono lo scenario complessivo: in questo modo tutti i progetti presto abortiti, o che hanno avuto una circolazione commerciale limitata, sono destinati all’oblio e risultano ininfluenti rispetto a una linea di sviluppo che viene tracciata a posteriori. Quello ci si propone di fare nelle pagine che seguono è invece di ricontestualizzare le caratteristiche più innovative del DVD, così come sono state individuate dalla speculazione teorica, all’interno di un quadro storico che tenga conto del panorama tecnologico e di mercato nel quale questo nuovo standard si è affermato, cercando di evitare i tre ordini di problemi sopra esposti e cioè di prescindere dal contesto culturale nel quale si è inserito il DVD, di attribuire gli attuali sconvolgimenti nel settore della visione domestica soltanto all’apparizione di quest’ultimo, e infine di sopravvalutare una sola delle sue caratteristiche (l’utilizzo del segnale digitale, oppure la dimensione palinsestuale) a discapito delle altre.
Dal Laserdisc al DIVX. L’ascesa del DVD e il confronto con i formati concorrenti
DI CHIARA, Francesco
2010
Abstract
L’enorme impatto provocato dall’affermazione del DVD (Digital Versatile Disc o Digital Video Disc), tanto nel mondo dell’home video quanto nel più generale ambito del dispositivo cinematografico, non ha tardato a trovare riscontro nella produzione teorica che, a pochi anni dall’uscita del nuovo formato, è stata in grado di cogliere tanto gli elementi di novità rispetto al contesto precedente, quanto una certa caducità insita in un medium che sembrava proiettarsi già verso nuovi scenari all’interno dei quali sarebbe in breve risultato obsoleto. Il problema della maggior parte degli approcci teorici al DVD consiste però nella tendenza a esaminare il proprio oggetto di studio al di fuori di una prospettiva storica, o meglio a occuparsi delle caratteristiche interne all’oggetto in sé prescindendo da un’indagine che individui nel passato il prodursi delle domande alle quali il nuovo formato ha fornito delle risposte, le altre soluzioni che in precedenza erano state concepite per risolvere gli stessi problemi, e infine le ragioni dell’organizzazione di queste ultime in un sistema gerarchico che avrebbe consentito la sopravvivenza di alcune ipotesi a discapito di altre. In altre parole, il DVD viene trattato come un oggetto completamente nuovo che ha fatto una vittoriosa e incruenta sortita all’interno di uno scenario da tempo immobile, sostituendo nelle preferenze dei consumatori il VHS, il precedente formato d’elezione della visione domestica. La conseguenza è un approccio teleologico, non esplicitato ma facilmente riscontrabile nelle pieghe dei testi, che stabilisce silenziosamente una linea evolutiva dell’home video all’interno della quale le copie private in 16mm e 8mm cedono il passo al VHS, che a sua volta viene superato dal DVD in un processo orizzontale in cui ogni nuovo passaggio presenta elementi inediti che ridefiniscono lo scenario complessivo: in questo modo tutti i progetti presto abortiti, o che hanno avuto una circolazione commerciale limitata, sono destinati all’oblio e risultano ininfluenti rispetto a una linea di sviluppo che viene tracciata a posteriori. Quello ci si propone di fare nelle pagine che seguono è invece di ricontestualizzare le caratteristiche più innovative del DVD, così come sono state individuate dalla speculazione teorica, all’interno di un quadro storico che tenga conto del panorama tecnologico e di mercato nel quale questo nuovo standard si è affermato, cercando di evitare i tre ordini di problemi sopra esposti e cioè di prescindere dal contesto culturale nel quale si è inserito il DVD, di attribuire gli attuali sconvolgimenti nel settore della visione domestica soltanto all’apparizione di quest’ultimo, e infine di sopravvalutare una sola delle sue caratteristiche (l’utilizzo del segnale digitale, oppure la dimensione palinsestuale) a discapito delle altre.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.