INTRODUZIONE Assumere il periodo neonatale e i primissimi mesi di vita come il punto di partenza della traiettoria evolutiva di qualsiasi funzione psicologica ha rappresentato un pregiudizio che ci ha accompagnato per molto tempo. L‘osservazione sistematica del feto, consentita dalle moderne tecniche ecografiche, ci spinge infatti ad apprezzare come le capacità che osserviamo a partire dalla nascita siano il risultato di una lunga storia evolutiva che si fonda sulle complesse dinamiche interattive tra predisposizioni biologiche del feto e caratteristiche dell‘ambiente uterino. La presente comunicazione ha come oggetto le origini della espressività emozionale e intende riproporre alcune prestigiose ipotesi (Andrews, 1963; Peiper, 1963) circa le origini della mimica del volto messe in ombra, sul finire degli anni settanta, dalla diffusione delle teorie delle emozioni discrete di Tomkins (1962, 1963), Ekman (1972), e Izard (1971). L‘obiettivo principale sarà mostrare come quelle ipotesi, contrariamente alle assunzioni proprie delle teorie delle emozioni discrete, stiano trovando conferma nei dati più recenti emersi dallo studio empirico del comportamento facciale del feto e del neonato a termine e pretermine.
Riflessioni sulle origini della mimica del volto
DONDI, Marco
2011
Abstract
INTRODUZIONE Assumere il periodo neonatale e i primissimi mesi di vita come il punto di partenza della traiettoria evolutiva di qualsiasi funzione psicologica ha rappresentato un pregiudizio che ci ha accompagnato per molto tempo. L‘osservazione sistematica del feto, consentita dalle moderne tecniche ecografiche, ci spinge infatti ad apprezzare come le capacità che osserviamo a partire dalla nascita siano il risultato di una lunga storia evolutiva che si fonda sulle complesse dinamiche interattive tra predisposizioni biologiche del feto e caratteristiche dell‘ambiente uterino. La presente comunicazione ha come oggetto le origini della espressività emozionale e intende riproporre alcune prestigiose ipotesi (Andrews, 1963; Peiper, 1963) circa le origini della mimica del volto messe in ombra, sul finire degli anni settanta, dalla diffusione delle teorie delle emozioni discrete di Tomkins (1962, 1963), Ekman (1972), e Izard (1971). L‘obiettivo principale sarà mostrare come quelle ipotesi, contrariamente alle assunzioni proprie delle teorie delle emozioni discrete, stiano trovando conferma nei dati più recenti emersi dallo studio empirico del comportamento facciale del feto e del neonato a termine e pretermine.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.