La monografia ricostruisce l’attività di Giuseppe Castellucci (Arezzo, 28 aprile 1863 - Firenze, 8 aprile 1939), un architetto che ha rivestito per lungo periodo un ruolo fondamentale in seno all’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti in Toscana, dapprima a fianco di Luigi Del Moro, per poi avvicendarlo alla scomparsa di quest’ultimo. Nell’ambito del restauro architettonico, rivestendo ruoli impegnati nella pratica a servizio della conservazione di tante architetture toscane, Castellucci sembra prendere sempre più coscienza del proprio ruolo nella prassi conservativa, in forza del suo specialismo, coltivato sin da giovane a studio, e del suo punto di vista tecnico che, indubbiamente, contribuiscono ad attirare le commesse più importanti e, allo stesso tempo, non poche invidie. In conclusione, gli esiti della ricerca hanno contribuito ad aggiungere un altro tassello alla storia del restauro architettonico, facendo luce su un personaggio segnalato dalla storiografia come mero ripristinatore; un interprete, invece, che con azione incisiva ha saputo guardare alle fabbriche del passato, proponendo una coerente applicazione dell’unità figurativa, a volte tanto rigorosa da essere fin troppo esuberante, per salvaguadare la matrice storica di un ambiente urbano. Per tali ragioni, non sembra del tutto appropriato etichettare tout court come “falsi storici” i suoi restauri, né tanto meno celebrarne il binomio istauratosi tra ideologia nazionalista e messa in pristino di quelle testimonianze destinate ad essere promotrici della valorizzazione della città; pur tuttavia, resta il bilancio di una attività che, nelle sue molteplici sfaccettature, rispecchia fedelmente le ambiguità della Toscana a cavallo dei due secoli tra un fin troppo circospetto accoglimento delle innovazioni ed un decantato attardamento culturale sintetizzato da quel rigurgito del passato genericamente medievalista.
Giuseppe Castellucci e l’interpretazione figurativa nel restauro inToscana tra il XIX e XX secolo.
MONTUORI, Manlio
2008
Abstract
La monografia ricostruisce l’attività di Giuseppe Castellucci (Arezzo, 28 aprile 1863 - Firenze, 8 aprile 1939), un architetto che ha rivestito per lungo periodo un ruolo fondamentale in seno all’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti in Toscana, dapprima a fianco di Luigi Del Moro, per poi avvicendarlo alla scomparsa di quest’ultimo. Nell’ambito del restauro architettonico, rivestendo ruoli impegnati nella pratica a servizio della conservazione di tante architetture toscane, Castellucci sembra prendere sempre più coscienza del proprio ruolo nella prassi conservativa, in forza del suo specialismo, coltivato sin da giovane a studio, e del suo punto di vista tecnico che, indubbiamente, contribuiscono ad attirare le commesse più importanti e, allo stesso tempo, non poche invidie. In conclusione, gli esiti della ricerca hanno contribuito ad aggiungere un altro tassello alla storia del restauro architettonico, facendo luce su un personaggio segnalato dalla storiografia come mero ripristinatore; un interprete, invece, che con azione incisiva ha saputo guardare alle fabbriche del passato, proponendo una coerente applicazione dell’unità figurativa, a volte tanto rigorosa da essere fin troppo esuberante, per salvaguadare la matrice storica di un ambiente urbano. Per tali ragioni, non sembra del tutto appropriato etichettare tout court come “falsi storici” i suoi restauri, né tanto meno celebrarne il binomio istauratosi tra ideologia nazionalista e messa in pristino di quelle testimonianze destinate ad essere promotrici della valorizzazione della città; pur tuttavia, resta il bilancio di una attività che, nelle sue molteplici sfaccettature, rispecchia fedelmente le ambiguità della Toscana a cavallo dei due secoli tra un fin troppo circospetto accoglimento delle innovazioni ed un decantato attardamento culturale sintetizzato da quel rigurgito del passato genericamente medievalista.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.