L’articolo analizza alcuni rilevanti cambiamenti che caratterizzano l’immagine ed il ruolo del giudice penale nella giurisprudenza e nella cultura giuridica americana tra fine Ottocento ed inizio Novecento. Alle trasformazioni del tessuto economico-sociale statunitense si associa la forte influenza della scienza criminologica che propone un nuovo modello punitivo. Un primo dato che emerge è la tensione interna alla giurisprudenza verso un ‛rivoluzionario’ potenziamento delle prerogative del giudice penale, in modo che abbia la possibilità di eludere inutili e ormai storicamente superflue regole formali del processo, percepite come ostacoli al perseguimento di una giustizia sostanziale equa. La seconda parte del saggio esamina come la fiducia scientifica nell’ideale riabilitativo e la scelta per l’individualizzazione della pena incidano sulla funzione del giudice penale, da un lato ampliandone i confini oltre i limiti della legalità e determinatezza della sanzione, dall’altro riducendone l’ambito di operatività trasferendo ad un organo amministrativo il compito di decidere tempi e modi della fase esecutiva della pena. Questa nuova distribuzione di ruoli tra giudice e commissione carceraria implica anche una sempre più netta biforcazione del processo penale nelle due distinte fasi del trial e del sentencing. Trasformazioni di inizio secolo che modificano gli equilibri costituzionali dei poteri e il funzionamento del principio di legalità penale.

Il giudice penale e le trasformazioni della criminal jurisprudence negli Stati Uniti ad inizio Novecento

PIFFERI, Michele
2011

Abstract

L’articolo analizza alcuni rilevanti cambiamenti che caratterizzano l’immagine ed il ruolo del giudice penale nella giurisprudenza e nella cultura giuridica americana tra fine Ottocento ed inizio Novecento. Alle trasformazioni del tessuto economico-sociale statunitense si associa la forte influenza della scienza criminologica che propone un nuovo modello punitivo. Un primo dato che emerge è la tensione interna alla giurisprudenza verso un ‛rivoluzionario’ potenziamento delle prerogative del giudice penale, in modo che abbia la possibilità di eludere inutili e ormai storicamente superflue regole formali del processo, percepite come ostacoli al perseguimento di una giustizia sostanziale equa. La seconda parte del saggio esamina come la fiducia scientifica nell’ideale riabilitativo e la scelta per l’individualizzazione della pena incidano sulla funzione del giudice penale, da un lato ampliandone i confini oltre i limiti della legalità e determinatezza della sanzione, dall’altro riducendone l’ambito di operatività trasferendo ad un organo amministrativo il compito di decidere tempi e modi della fase esecutiva della pena. Questa nuova distribuzione di ruoli tra giudice e commissione carceraria implica anche una sempre più netta biforcazione del processo penale nelle due distinte fasi del trial e del sentencing. Trasformazioni di inizio secolo che modificano gli equilibri costituzionali dei poteri e il funzionamento del principio di legalità penale.
2011
Pifferi, Michele
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