Gli scavi e le ricerche effettuate nell’area del Palughetto hanno attestato la presenza di non meno di due insediamenti ascrivibili alla fine dell’Epigravettiano e di un terzo insediamento datato al Mesolitico antico. I primi due si collocano sui cordoni morenici circostanti il bacino lacustre, mentre le tracce del terzo insediamento, associate alla nota riserva di selci, sono conservate in un paleosuolo intercalato nella successione sedimentaria del bacino. I due siti epigravettiani si accomunano per il profondo impoverimento di testimonianze archeologiche causato da interventi recenti e dall’esposizione agli agenti pedologici, dalla quale sono stati risparmiati i soli manufatti in selce. Per quanto riguarda il sito principale indagato in estensione nel 1993-94, i dati della distribuzione spaziale rivelano come l’occupazione insisteva su un’ampia area alla sommità del rilievo, con distribuzioni spaziali differenziate sia in rapporto assoluto sia in rapporto alle principali categorie di reperti (prodotti della scheggiatura, nuclei, strumenti ritoccati, armature, manufatti alterati dal calore). Viene suggerita l’esistenza di aree ad attività artigianali diversificate (scheggiatura, lavorazione delle pelli) e di piccole unità domestiche di circa 3m di diametro, ciascuna dotata di focolare, marcate da dispersioni periferiche di alcune categorie di reperti (nuclei, strumenti ritoccati). Le loro caratteristiche appaiono in sintonia con quelle dei moduli pertinenti al successivo Mesolitico. Nel quadro delle attività artigianali, è stata presa in considerazione la produzione litica, che per entrambi i siti risulta congruente con l’evoluzione tecnologica della fase recente del Paleolitico superiore (17-11.000 anni dal presente), nel corso della quale si assiste alla progressiva semplificazione del sistema di produzione con riduzione degli obiettivi tecnici a poche lame e principalmente a lamelle. Sono stati inoltre valutati, grazie alle osservazioni petroarcheologiche e tipologiche, aspetti di carattere economico che suggeriscono approvvigionamenti di risorse locali ma soprattutto esogene, e di carattere culturale riscontrati nella tipologia degli strumenti ritoccati e delle armature che trova confronti con i siti del Piancavallo.
I campi epigravettiani del Palughetto.
PERESANI, Marco;MIOLO, RICCARDO;
2009
Abstract
Gli scavi e le ricerche effettuate nell’area del Palughetto hanno attestato la presenza di non meno di due insediamenti ascrivibili alla fine dell’Epigravettiano e di un terzo insediamento datato al Mesolitico antico. I primi due si collocano sui cordoni morenici circostanti il bacino lacustre, mentre le tracce del terzo insediamento, associate alla nota riserva di selci, sono conservate in un paleosuolo intercalato nella successione sedimentaria del bacino. I due siti epigravettiani si accomunano per il profondo impoverimento di testimonianze archeologiche causato da interventi recenti e dall’esposizione agli agenti pedologici, dalla quale sono stati risparmiati i soli manufatti in selce. Per quanto riguarda il sito principale indagato in estensione nel 1993-94, i dati della distribuzione spaziale rivelano come l’occupazione insisteva su un’ampia area alla sommità del rilievo, con distribuzioni spaziali differenziate sia in rapporto assoluto sia in rapporto alle principali categorie di reperti (prodotti della scheggiatura, nuclei, strumenti ritoccati, armature, manufatti alterati dal calore). Viene suggerita l’esistenza di aree ad attività artigianali diversificate (scheggiatura, lavorazione delle pelli) e di piccole unità domestiche di circa 3m di diametro, ciascuna dotata di focolare, marcate da dispersioni periferiche di alcune categorie di reperti (nuclei, strumenti ritoccati). Le loro caratteristiche appaiono in sintonia con quelle dei moduli pertinenti al successivo Mesolitico. Nel quadro delle attività artigianali, è stata presa in considerazione la produzione litica, che per entrambi i siti risulta congruente con l’evoluzione tecnologica della fase recente del Paleolitico superiore (17-11.000 anni dal presente), nel corso della quale si assiste alla progressiva semplificazione del sistema di produzione con riduzione degli obiettivi tecnici a poche lame e principalmente a lamelle. Sono stati inoltre valutati, grazie alle osservazioni petroarcheologiche e tipologiche, aspetti di carattere economico che suggeriscono approvvigionamenti di risorse locali ma soprattutto esogene, e di carattere culturale riscontrati nella tipologia degli strumenti ritoccati e delle armature che trova confronti con i siti del Piancavallo.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.