Trentatrè oggetti, contenuti in un parallelepipedo trasparente, “fluttuano” nell’aria per dare al visitatore l’immediata percezione di una dimensione sospesa nello spazio e nel tempo: sono gli strumenti scientifici alle radici del nostro futuro. Essi rappresentano una piccola parte della “Collezione Instrumentaria delle Scienze Fisiche” ricca di circa settecento oggetti, conservati presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Ferrara. Gli strumenti narrano una parte importante ma poco nota della storia della città. Raccontano lo sviluppo della fisica sperimentale nell’Ateneo ferrarese. Testimoniano il lavoro degli artigiani che li hanno costruiti e le figure dei docenti che li hanno utilizzati. Lo scopo principale della mostra è favorire la diffusione della cultura scientifica, valorizzare e rendere noto questo patrimonio dell’Ateneo di Ferrara. L’esposizione è suddivisa in settori tematici che trattano campi di interesse per la scienza e per la vita quotidiana di ieri e di oggi. I settori I e II illustrano argomenti legati a necessità pratiche quotidiane dell’uomo (strumenti per commercio, agricoltura e viaggi). I settori successivi (dal III all’VIII) testimoniano l’interesse dei docenti di fisica ferraresi, dei secoli XVIII e XIX, per la ricerca sperimentale, l’insegnamento e le applicazioni nel campo della meteorologia, della medicina, dell’astronomia, dell’elettricità e delle telecomunicazioni. Il settore IX presenta una macchina elettrostatica (detta anche generatore elettrostatico), prezioso ausilio per la scienza e l’insegnamento a partire dalla fine del XVII secolo fino ai primi decenni del XX. La molteplicità dei temi e delle date di costruzione degli strumenti dimostrano l’ampio spettro di argomenti studiati dai docenti di fisica ferraresi e la ricchezza della collezione. La struttura espositiva, per la mostra temporanea aperta da aprile a maggio 2008, è stata allestita al centro del Salone dei Passi Perduti nel Palazzo Renata di Francia a Ferrara, consentendo la visione attraverso un percorso circolare in senso antiorario, dal settore I al IX. Si tratta di un involucro autoportante modulare, lungo 14.40 x 0.85 metri e alto 2.00 metri, interamente in PMMA (polimetilmetacrilato) trasparente che accoglie gli apparati scientifici, posti su più ripiani a differenti altezze. Alcune lastre verticali presentano una peculiare piegatura all’esterno di 30°-60° mirata a dare ulteriore dinamicità alla struttura spezzando il ritmo continuo e a creare un collegamento simbolico tra passato e futuro. L’osservatore è così sollecitato a non proiettare lo sguardo in modo unidimensionale ma ad allargarlo all’esterno. L’effetto di trasparenza determina la transizione dallo spazio dell’osservatore agli oggetti. La trasparenza, immediatamente percepibile a livello fisico, diventa spazio concettuale. Il “tunnel” espositivo è costituito nella parte inferiore da una base modulare in pvc bianco e nella parte superiore da una copertura trasparente, egualmente in PMMA, funzionale al passaggio della luce prodotta dagli spot alogeni, posti lungo il binario elettrificato. L’orientamento degli stessi è tale da illuminare puntualmente gli oggetti di ogni singolo settore. L’impianto di illuminazione è occultato da lastre di PMMA opalescenti le quali fungono anche da supporto per i titoli dei nove settori tematici. Didascalie e immagini esplicative sono in pvc adesivo di colore bianco, applicate direttamente sulla superficie esterna delle lastre. L’allestimento, innovativo per il suo design e il materiale utilizzato, dà luogo ad un effetto finale visivamente non impattante con gli oggetti esposti e con l’ambiente circostante.

Le Radici del Futuro. Esposizione di strumenti scientifici sette-ottocenteschi dell'Università di Ferrara

MASSARENTE, Alessandro;STELLA, Antonello
2008

Abstract

Trentatrè oggetti, contenuti in un parallelepipedo trasparente, “fluttuano” nell’aria per dare al visitatore l’immediata percezione di una dimensione sospesa nello spazio e nel tempo: sono gli strumenti scientifici alle radici del nostro futuro. Essi rappresentano una piccola parte della “Collezione Instrumentaria delle Scienze Fisiche” ricca di circa settecento oggetti, conservati presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Ferrara. Gli strumenti narrano una parte importante ma poco nota della storia della città. Raccontano lo sviluppo della fisica sperimentale nell’Ateneo ferrarese. Testimoniano il lavoro degli artigiani che li hanno costruiti e le figure dei docenti che li hanno utilizzati. Lo scopo principale della mostra è favorire la diffusione della cultura scientifica, valorizzare e rendere noto questo patrimonio dell’Ateneo di Ferrara. L’esposizione è suddivisa in settori tematici che trattano campi di interesse per la scienza e per la vita quotidiana di ieri e di oggi. I settori I e II illustrano argomenti legati a necessità pratiche quotidiane dell’uomo (strumenti per commercio, agricoltura e viaggi). I settori successivi (dal III all’VIII) testimoniano l’interesse dei docenti di fisica ferraresi, dei secoli XVIII e XIX, per la ricerca sperimentale, l’insegnamento e le applicazioni nel campo della meteorologia, della medicina, dell’astronomia, dell’elettricità e delle telecomunicazioni. Il settore IX presenta una macchina elettrostatica (detta anche generatore elettrostatico), prezioso ausilio per la scienza e l’insegnamento a partire dalla fine del XVII secolo fino ai primi decenni del XX. La molteplicità dei temi e delle date di costruzione degli strumenti dimostrano l’ampio spettro di argomenti studiati dai docenti di fisica ferraresi e la ricchezza della collezione. La struttura espositiva, per la mostra temporanea aperta da aprile a maggio 2008, è stata allestita al centro del Salone dei Passi Perduti nel Palazzo Renata di Francia a Ferrara, consentendo la visione attraverso un percorso circolare in senso antiorario, dal settore I al IX. Si tratta di un involucro autoportante modulare, lungo 14.40 x 0.85 metri e alto 2.00 metri, interamente in PMMA (polimetilmetacrilato) trasparente che accoglie gli apparati scientifici, posti su più ripiani a differenti altezze. Alcune lastre verticali presentano una peculiare piegatura all’esterno di 30°-60° mirata a dare ulteriore dinamicità alla struttura spezzando il ritmo continuo e a creare un collegamento simbolico tra passato e futuro. L’osservatore è così sollecitato a non proiettare lo sguardo in modo unidimensionale ma ad allargarlo all’esterno. L’effetto di trasparenza determina la transizione dallo spazio dell’osservatore agli oggetti. La trasparenza, immediatamente percepibile a livello fisico, diventa spazio concettuale. Il “tunnel” espositivo è costituito nella parte inferiore da una base modulare in pvc bianco e nella parte superiore da una copertura trasparente, egualmente in PMMA, funzionale al passaggio della luce prodotta dagli spot alogeni, posti lungo il binario elettrificato. L’orientamento degli stessi è tale da illuminare puntualmente gli oggetti di ogni singolo settore. L’impianto di illuminazione è occultato da lastre di PMMA opalescenti le quali fungono anche da supporto per i titoli dei nove settori tematici. Didascalie e immagini esplicative sono in pvc adesivo di colore bianco, applicate direttamente sulla superficie esterna delle lastre. L’allestimento, innovativo per il suo design e il materiale utilizzato, dà luogo ad un effetto finale visivamente non impattante con gli oggetti esposti e con l’ambiente circostante.
2008
cultura scientifica; progetto museografico; trasferimento tecnologico; sperimentazione materiali innovativi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/1466513
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