Analisi delle problematiche di verniciatura con resine a basso peso molecolare su dei dipinti con elevate caratteristiche di assorbimento superficiale. Dimostrazione dell'efficacia applicativa delle resine a basso peso molecolare in alternativa a quelle più comunemente utilizzate. Osservazioni, analisi di laboratorio, misurazioni colorimetriche e soluzioni applicative eseguite su due dipinti conservati presso il Museo Diocesano di Vicenza. L’elevata porosità che caratterizza le superfici policrome di molte opere, sia antiche che contemporanee, può essere ricondotta a fattori di vario tipo, tra cui i materiali utilizzati per la loro realizzazione e il tipo di stratificazione che li caratterizza, il loro invecchiamento e altri variabili non note. La consapevolezza di queste peculiarità diventa particolarmente importante nell’affrontare – nel corso di un intervento di restauro - le fasi di verniciatura. Nel presente lavoro sono stati presi in considerazione due dipinti ad olio su tela appartenenti alla tradizione tardo-settecentesca veneta, entrambi raffiguranti una Via Crucis: “Gesù aiutato a portare la croce da Simone da Cirene” e “La Crocifissione”, per i quali non è documentato alcun intervento di restauro. Lo studio approfondito di questi dipinti si è orientato verso l’individuazione e l’applicazione di vernici a basso peso molecolare che rispettassero l’alto potere assorbente degli strati pittorici in fase di verniciatura e che, nel contempo, non ne alterassero l’aspetto cromatico. Prima di intervenire sui dipinti, la sperimentazione è stata condotta su delle superfici riprodotte in laboratorio e dalle caratteristiche assimilabili a quelle delle opere in termini di materiali costitutivi e, soprattutto, effetti di assorbimento. Si è così potuto testare il grado di assorbimento delle vernici e l’effetto visivo finale. Nel corso della sperimentazione, oltre all’utilità di osservazioni e considerazioni visive, è inoltre emersa l’opportunità di accompagnare l’intervento di restauro da indagini scientifiche che supportassero il lavoro in termini oggettivi. L’approccio di tipo “innovativo” con cui si sta affrontando lo studio delle due opere prevede infatti il monitoraggio di alcune delle proprietà fisico-chimiche delle superfici esaminate anche attraverso l’utilizzo di strumentazioni sofisticate. Le indagini chimico-stratigrafiche hanno quindi consentito di risalire alla composizione degli strati pittorici indagati e alla loro successione stratigrafica. Le analisi spettrocolorimetriche che hanno accompagnato la sperimentazione hanno invece permesso, nel corso dell’intervento, non solo di caratterizzare il colore sotto forma numerica (in termini di tinta, croma e chiarezza), ma anche di monitorare le variazioni cromatiche della superficie pittorica indotte dalle diverse fasi dell’intervento. Le stesse indagini hanno consentito inoltre di ottenere utili informazioni in merito alla natura più o meno riflettente della superficie indagata. In particolare, il rilevamento della componente speculare della radiazione retrodiffusa dalle superfici indagate e le misure di gloss sono risultati utili per valutare cambiamento di lucidezza della superficie, dovuto alla presenza di particellato e all’alterazione fisica sugli strati più superficiali. Quest’ultimo tipo di dato – nell’ambito di questo studio – risulta importante soprattutto nel verificare l’incidenza sulla superficie dello strato di vernice, in relazione all’aspetto mat che caratterizzava in origine le due opere esaminate e che si intende pertanto mantenere anche dopo la verniciatura finale.
La verniciatura dei dipinti. Le resine sintetiche a basso peso molecolare applicate alle opere d’arte con film pittorici assorbenti
TISATO, Flavia;
2011
Abstract
Analisi delle problematiche di verniciatura con resine a basso peso molecolare su dei dipinti con elevate caratteristiche di assorbimento superficiale. Dimostrazione dell'efficacia applicativa delle resine a basso peso molecolare in alternativa a quelle più comunemente utilizzate. Osservazioni, analisi di laboratorio, misurazioni colorimetriche e soluzioni applicative eseguite su due dipinti conservati presso il Museo Diocesano di Vicenza. L’elevata porosità che caratterizza le superfici policrome di molte opere, sia antiche che contemporanee, può essere ricondotta a fattori di vario tipo, tra cui i materiali utilizzati per la loro realizzazione e il tipo di stratificazione che li caratterizza, il loro invecchiamento e altri variabili non note. La consapevolezza di queste peculiarità diventa particolarmente importante nell’affrontare – nel corso di un intervento di restauro - le fasi di verniciatura. Nel presente lavoro sono stati presi in considerazione due dipinti ad olio su tela appartenenti alla tradizione tardo-settecentesca veneta, entrambi raffiguranti una Via Crucis: “Gesù aiutato a portare la croce da Simone da Cirene” e “La Crocifissione”, per i quali non è documentato alcun intervento di restauro. Lo studio approfondito di questi dipinti si è orientato verso l’individuazione e l’applicazione di vernici a basso peso molecolare che rispettassero l’alto potere assorbente degli strati pittorici in fase di verniciatura e che, nel contempo, non ne alterassero l’aspetto cromatico. Prima di intervenire sui dipinti, la sperimentazione è stata condotta su delle superfici riprodotte in laboratorio e dalle caratteristiche assimilabili a quelle delle opere in termini di materiali costitutivi e, soprattutto, effetti di assorbimento. Si è così potuto testare il grado di assorbimento delle vernici e l’effetto visivo finale. Nel corso della sperimentazione, oltre all’utilità di osservazioni e considerazioni visive, è inoltre emersa l’opportunità di accompagnare l’intervento di restauro da indagini scientifiche che supportassero il lavoro in termini oggettivi. L’approccio di tipo “innovativo” con cui si sta affrontando lo studio delle due opere prevede infatti il monitoraggio di alcune delle proprietà fisico-chimiche delle superfici esaminate anche attraverso l’utilizzo di strumentazioni sofisticate. Le indagini chimico-stratigrafiche hanno quindi consentito di risalire alla composizione degli strati pittorici indagati e alla loro successione stratigrafica. Le analisi spettrocolorimetriche che hanno accompagnato la sperimentazione hanno invece permesso, nel corso dell’intervento, non solo di caratterizzare il colore sotto forma numerica (in termini di tinta, croma e chiarezza), ma anche di monitorare le variazioni cromatiche della superficie pittorica indotte dalle diverse fasi dell’intervento. Le stesse indagini hanno consentito inoltre di ottenere utili informazioni in merito alla natura più o meno riflettente della superficie indagata. In particolare, il rilevamento della componente speculare della radiazione retrodiffusa dalle superfici indagate e le misure di gloss sono risultati utili per valutare cambiamento di lucidezza della superficie, dovuto alla presenza di particellato e all’alterazione fisica sugli strati più superficiali. Quest’ultimo tipo di dato – nell’ambito di questo studio – risulta importante soprattutto nel verificare l’incidenza sulla superficie dello strato di vernice, in relazione all’aspetto mat che caratterizzava in origine le due opere esaminate e che si intende pertanto mantenere anche dopo la verniciatura finale.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.