Presso la GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano, sono attualmente conservati quattro dipinti a tempera e oro su tela di grandi dimensioni. Ritrovate nel 2004 nei depositi della Galleria, le opere rappresentano le Allegorie delle Attività Umane: La Scienza – dipinta da Angelo Pietrasanta (1834-1876), L’Industria – opera di Bartolomeo Giuliano (1825-1909), L’Arte – eseguita da Raffaele Casnedi (1822-1892) e L’Agricoltura, di Eleuterio Pagliano (1826-1903). Le quattro tele, concluse nel 1867 in occasione dell’inaugurazione della Galleria Vittorio Emanuele II alla presenza del Re, occupavano le vele dei due arconi dei bracci brevi. Si tratta di materiali di importanza storica e artistica eseguiti da artisti che operavano nell’ambito dell’Accademia di Brera, in quella temperie culturale che stava ridisegnando l’immaginario e la simbologia dei nuovi poteri nei più significativi cicli pittorici della città, come nelle scenografie del Teatro alla Scala. Le quattro tele del ciclo pittorico sono, anche tecnicamente, riconducibili alla tecnica pittorica di scena. Su L’Industria e La Scienza, in attesa di proseguire i lavori di recupero delle altre due opere, è stata condotta una ricerca multidisciplinare per caratterizzare i manufatti, mettere a punto linee di ricerca ed elaborare metodologie innovative sia per quanto riguarda il consolidamento, sia dal punto di vista strutturale, sia dal punto di vista estetico, infine per verificare la qualità dei risultati conseguiti. La metodologia d’intervento sulle opere ha considerato inscindibile le due fasi del restauro normalmente progettate in successione: quella conservativa e quella estetica. La semilunetta raffigurante L’Industria, che versava in condizioni particolarmente precarie, ha richiesto un’operazione di pulitura della parte figurativa del dipinto tramite emulsioni grasse per ridurre sensibilmente le gore di umidità e il grigiore della cromia, che interferivano pesantemente con la leggibilità dell’opera. Sulle campiture a oro che interessano il fondo, l’intervento eseguito a secco con una spugna di gomma vulcanizzata, ha evitato di rendere la superficie troppo abbagliante rispetto alle porzioni figurative, impoverite di cromia. Per il consolidamento degli strati costitutivi del dipinto, dalla tela al colore, sono stati opportunamente scelti e nebulizzati consolidanti differenziati e specifici (verso e recto), in modo da immettere nell’opera quantità minime di materiale tali da non determinarne significative variazioni a livello cromatico. Gli interventi di pulitura e di consolidamento hanno inevitabilmente un’influenza sull’aspetto del colore, era quindi opportuno monitorarne i cambiamenti prima e dopo tali operazioni. A questo scopo sono state condotte analisi spettrocolorimetriche a contatto prima dell’intervento di pulitura e prima e dopo il consolidamento del film pittorico per quantificare oggettivamente le variazioni di colore, consentendo di valutare l’incidenza di ciascuna fase del restauro sulla cromia dell’opera. Le misure colorimetriche hanno inoltre fornito dati utili per una comparazione tra diversi prodotti impiegati per la pulitura e il consolidamento. Ciò ha permesso in particolare di valutarne (e confrontarne) preventivamente comportamento e relativa evoluzione nel tempo, anche in relazione ai materiali impiegati nel restauro.
Open studio sulle semilunette della Galleria Vittorio Emanuele II conservate alla Galleria d’Arte Moderna di Milano
PETRUCCI, Ferruccio Carlo;TISATO, Flavia
2011
Abstract
Presso la GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano, sono attualmente conservati quattro dipinti a tempera e oro su tela di grandi dimensioni. Ritrovate nel 2004 nei depositi della Galleria, le opere rappresentano le Allegorie delle Attività Umane: La Scienza – dipinta da Angelo Pietrasanta (1834-1876), L’Industria – opera di Bartolomeo Giuliano (1825-1909), L’Arte – eseguita da Raffaele Casnedi (1822-1892) e L’Agricoltura, di Eleuterio Pagliano (1826-1903). Le quattro tele, concluse nel 1867 in occasione dell’inaugurazione della Galleria Vittorio Emanuele II alla presenza del Re, occupavano le vele dei due arconi dei bracci brevi. Si tratta di materiali di importanza storica e artistica eseguiti da artisti che operavano nell’ambito dell’Accademia di Brera, in quella temperie culturale che stava ridisegnando l’immaginario e la simbologia dei nuovi poteri nei più significativi cicli pittorici della città, come nelle scenografie del Teatro alla Scala. Le quattro tele del ciclo pittorico sono, anche tecnicamente, riconducibili alla tecnica pittorica di scena. Su L’Industria e La Scienza, in attesa di proseguire i lavori di recupero delle altre due opere, è stata condotta una ricerca multidisciplinare per caratterizzare i manufatti, mettere a punto linee di ricerca ed elaborare metodologie innovative sia per quanto riguarda il consolidamento, sia dal punto di vista strutturale, sia dal punto di vista estetico, infine per verificare la qualità dei risultati conseguiti. La metodologia d’intervento sulle opere ha considerato inscindibile le due fasi del restauro normalmente progettate in successione: quella conservativa e quella estetica. La semilunetta raffigurante L’Industria, che versava in condizioni particolarmente precarie, ha richiesto un’operazione di pulitura della parte figurativa del dipinto tramite emulsioni grasse per ridurre sensibilmente le gore di umidità e il grigiore della cromia, che interferivano pesantemente con la leggibilità dell’opera. Sulle campiture a oro che interessano il fondo, l’intervento eseguito a secco con una spugna di gomma vulcanizzata, ha evitato di rendere la superficie troppo abbagliante rispetto alle porzioni figurative, impoverite di cromia. Per il consolidamento degli strati costitutivi del dipinto, dalla tela al colore, sono stati opportunamente scelti e nebulizzati consolidanti differenziati e specifici (verso e recto), in modo da immettere nell’opera quantità minime di materiale tali da non determinarne significative variazioni a livello cromatico. Gli interventi di pulitura e di consolidamento hanno inevitabilmente un’influenza sull’aspetto del colore, era quindi opportuno monitorarne i cambiamenti prima e dopo tali operazioni. A questo scopo sono state condotte analisi spettrocolorimetriche a contatto prima dell’intervento di pulitura e prima e dopo il consolidamento del film pittorico per quantificare oggettivamente le variazioni di colore, consentendo di valutare l’incidenza di ciascuna fase del restauro sulla cromia dell’opera. Le misure colorimetriche hanno inoltre fornito dati utili per una comparazione tra diversi prodotti impiegati per la pulitura e il consolidamento. Ciò ha permesso in particolare di valutarne (e confrontarne) preventivamente comportamento e relativa evoluzione nel tempo, anche in relazione ai materiali impiegati nel restauro.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.