È noto che la prolungata e ripetuta somministrazione di antibiotici, topici e orali, per il trattamento dell’acne volgare possa esercitare una pressione selettiva per lo sviluppo di ceppi di propionibatteri cutanei antibiotico-resistenti. Meno definito è il possibile ruolo del trattamento antibiotico prescritto per la cura dell’acne nell’induzione di resistenza all’interno della flora batterica residente di cute e distretti mucosi. Si è pertanto strutturato uno studio osservazionale finalizzato a confrontare l’eventuale differenza di ceppi resistenti agli antibiotici comunemente utilizzati nella terapia dell’acne tra pazienti acneici e controlli (soggetti non acneici, né conviventi con acneici, né sottoposti in passato a trattamenti antibiotici prolungati). Scopo dello studio è valutare il potenziale impatto della terapia antibiotica prescritta per la cura dell’acne nella selezione / induzione di antibiotico-resitenza non solo tra i propionibatteri cutanei, bersaglio del trattamento antibiotico, ma anche tra batteri residenti, in ambito cutaneo e mucoso. Sono stati raccolti tamponi cutanei, nasali e orali da 102 pazienti acneici, 93 contatti (famigliari conviventi dei pazienti), 105 volontari (popolazione di controllo) e 9 medici operanti c/o la Sezione di Dermatologia dell’Università di Ferrara. I tamponi sono stati inoculati in terreni di coltura selettivi per la crescita di 1) propionibatteri e 2) stafilococchi coagulasi-negativi prelevati dalla cute del volto, 3) streptococchi viridanti del cavo orale e 4) Staphylococcus aureus nasale. Per ciascuno di questi batteri si è valutata la prevalenza di ceppi resistenti ai più comini antibiotici impiegati nel trattamento dell’acne: ertitromicina, clindamicina, tetraciclina. L’elevata prevalenza di resistenza a eritromicina e clindamicina tra i propionibatteri cutanei conferma i dati della letteratura. La quota di ceppi resistenti a eritromicina e clindamicina tra gli stafilococchi coagulasi-negativi prelevati dalla cute del volto è risultata significativamente maggiore nei pazienti acneici rispetto ai volontari. L’assenza di differenze significative tra acneici e contatti indica la possibile trasmissione di ceppi resistenti tra i pazienti e i propri conviventi. Analogamente, si è riscontrata una prevalenza di ceppi di streptococchi viridanti orali resistenti a clindamicina significativamente più elevata nei pazienti che nei controlli. L’esiguo numero di portatori di Staphylococcus aureus nasale in tutte le categorie di soggetti analizzati non consente una elaborazione statistica dei dati. In nessuno dei batteri residenti in esame si sono registrate differenze di resistenza alla tetraciclina tra pazienti acneici e volontari. I risultati dello studio indicano un verosimile impatto di eritromicina e clindamicina impiegate nella terapia antibiotica dell’acne nella selezione di ceppi resistenti all’interno della flora batterica residente sia cutanea sia extra-cutanea. Quanto riscontrato invita il Dermatologo a un utilizzo oculato dell’antibiotico, che sia in grado di coniugare l’efficacia del trattamento a un basso rischio di indurre resistenze, non solo tra i propionibatteri, ma anche tra i batteri residenti.

Terapia antibiotica dell’acne: possibile selezione di resistenze all’interno della flora batterica residente.

BORGHI, Alessandro;MANTOVANI, Lucia;SARNO, Oriele;MINGHETTI, Sara;VIRGILI, Anna;
2010

Abstract

È noto che la prolungata e ripetuta somministrazione di antibiotici, topici e orali, per il trattamento dell’acne volgare possa esercitare una pressione selettiva per lo sviluppo di ceppi di propionibatteri cutanei antibiotico-resistenti. Meno definito è il possibile ruolo del trattamento antibiotico prescritto per la cura dell’acne nell’induzione di resistenza all’interno della flora batterica residente di cute e distretti mucosi. Si è pertanto strutturato uno studio osservazionale finalizzato a confrontare l’eventuale differenza di ceppi resistenti agli antibiotici comunemente utilizzati nella terapia dell’acne tra pazienti acneici e controlli (soggetti non acneici, né conviventi con acneici, né sottoposti in passato a trattamenti antibiotici prolungati). Scopo dello studio è valutare il potenziale impatto della terapia antibiotica prescritta per la cura dell’acne nella selezione / induzione di antibiotico-resitenza non solo tra i propionibatteri cutanei, bersaglio del trattamento antibiotico, ma anche tra batteri residenti, in ambito cutaneo e mucoso. Sono stati raccolti tamponi cutanei, nasali e orali da 102 pazienti acneici, 93 contatti (famigliari conviventi dei pazienti), 105 volontari (popolazione di controllo) e 9 medici operanti c/o la Sezione di Dermatologia dell’Università di Ferrara. I tamponi sono stati inoculati in terreni di coltura selettivi per la crescita di 1) propionibatteri e 2) stafilococchi coagulasi-negativi prelevati dalla cute del volto, 3) streptococchi viridanti del cavo orale e 4) Staphylococcus aureus nasale. Per ciascuno di questi batteri si è valutata la prevalenza di ceppi resistenti ai più comini antibiotici impiegati nel trattamento dell’acne: ertitromicina, clindamicina, tetraciclina. L’elevata prevalenza di resistenza a eritromicina e clindamicina tra i propionibatteri cutanei conferma i dati della letteratura. La quota di ceppi resistenti a eritromicina e clindamicina tra gli stafilococchi coagulasi-negativi prelevati dalla cute del volto è risultata significativamente maggiore nei pazienti acneici rispetto ai volontari. L’assenza di differenze significative tra acneici e contatti indica la possibile trasmissione di ceppi resistenti tra i pazienti e i propri conviventi. Analogamente, si è riscontrata una prevalenza di ceppi di streptococchi viridanti orali resistenti a clindamicina significativamente più elevata nei pazienti che nei controlli. L’esiguo numero di portatori di Staphylococcus aureus nasale in tutte le categorie di soggetti analizzati non consente una elaborazione statistica dei dati. In nessuno dei batteri residenti in esame si sono registrate differenze di resistenza alla tetraciclina tra pazienti acneici e volontari. I risultati dello studio indicano un verosimile impatto di eritromicina e clindamicina impiegate nella terapia antibiotica dell’acne nella selezione di ceppi resistenti all’interno della flora batterica residente sia cutanea sia extra-cutanea. Quanto riscontrato invita il Dermatologo a un utilizzo oculato dell’antibiotico, che sia in grado di coniugare l’efficacia del trattamento a un basso rischio di indurre resistenze, non solo tra i propionibatteri, ma anche tra i batteri residenti.
2010
acne; antibiotico; resistenza; batteri residenti
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