L'articolo analizza i contenuti della riforma dell'Università. A prima vista, le azioni sembrano coerenti con gli obiettivi, ma guardando più a fondo alcune azioni non sono poi così innovative e altre non sono così promettenti. Occorre sottolineare che il triennio di prova era sostanzialmente già previsto nell’impostazione giuridica finora vigente e così anche le integrazioni stipendiali. Le vere innovazioni sono l’eliminazione della terza fascia docente e la sua sostituzione con un diffuso precariato. Da qui partono le accuse di dequalificazione: ci si chiede se la combinazione di queste disposizioni renda il corpo docente realmente più efficiente e competitivo. Il concorso centralizzato, praticato nel passato, era stato ripetutamente tacciato di clientelismo. Più recentemente, la stessa accusa era stata mossa alle prove realizzate nelle sedi decentrate, colpevoli di avere privilegiato i candidati interni. Più che innovare, si torna indietro, forse nella speranza di ostacolare, cambiando spesso le regole, quella tipica pratica italiana secondo la quale si impara rapidamente ad aggirare le norme ufficiali, piegandole a logiche di cooptazione.

Ricerca e istruzione chiedono più investimenti

ZANNI, Giacomo
2004

Abstract

L'articolo analizza i contenuti della riforma dell'Università. A prima vista, le azioni sembrano coerenti con gli obiettivi, ma guardando più a fondo alcune azioni non sono poi così innovative e altre non sono così promettenti. Occorre sottolineare che il triennio di prova era sostanzialmente già previsto nell’impostazione giuridica finora vigente e così anche le integrazioni stipendiali. Le vere innovazioni sono l’eliminazione della terza fascia docente e la sua sostituzione con un diffuso precariato. Da qui partono le accuse di dequalificazione: ci si chiede se la combinazione di queste disposizioni renda il corpo docente realmente più efficiente e competitivo. Il concorso centralizzato, praticato nel passato, era stato ripetutamente tacciato di clientelismo. Più recentemente, la stessa accusa era stata mossa alle prove realizzate nelle sedi decentrate, colpevoli di avere privilegiato i candidati interni. Più che innovare, si torna indietro, forse nella speranza di ostacolare, cambiando spesso le regole, quella tipica pratica italiana secondo la quale si impara rapidamente ad aggirare le norme ufficiali, piegandole a logiche di cooptazione.
2004
Zanni, Giacomo
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