Il progetto nasce come interpretazione del percorso di riqualificazione globale di un complesso che ridefinisce quasi totalmente il suo ruolo sanitario. La struttura dell’arcispedale ha infatti ricevuto un mandato, nel 2006, per il riassetto architettonico e l’accorpamento dei servizi sanitari e sociali. Un aspetto interessante dello studio riguarda la riqualificazione del padiglione Tomasi Roveroni. Il livello di degrado della struttura si può leggere nella fatiscente eterogeneità degli ampliamenti, nell’obsolescenza degli impianti collocati senza criterio all’esterno, nella caotica distribuzione degli spazi interni. Rispetto all’edificio originario, il padiglione ha subito diversi ampliamenti di scarsa qualità: l’ultimo piano di entrambi i blocchi; l’ampliamento dei prospetti, il tunnel in cemento armato e il pronto soccorso. La riorganizzazione funzionale dei reparti, con le necessarie opere di costruzione e demolizione delle partizioni interne e degli ampliamenti, garantisce il rispetto dei requisiti minimi di legge e lo svolgimento adeguato delle attività. Definiti questi aspetti morfologici, si è proceduto all’analisi dei consumi. Avendo l’edificio un vincolo storico-architettonico, l’intervento è limitato alla riqualificazione dell’involucro e alla sostituzione degli impianti. La simulazione energetica mostra un fabbisogno attuale di 96 kWh/m3 (classe G). Sull’involucro si è intervenuti innanzitutto realizzando un cappotto esterno in pannelli di fibre di legno in corrispondenza della muratura a due teste intonacata, mentre dove è necessario mantenere il faccia a vista (vincolo storico) l’isolante è stato messo all’interno. In questo modo si è raggiunto un valore di trasmittanza termica U pari a 0,31 W/m2K, come da normativa. Per la copertura a falde è stato previsto il rifacimento del manto di copertura con conseguente realizzazione di tetto ventilato; avendo un sottotetto controsoffittato, si è scelto di realizzare un isolamento in pannelli di sughero sull’impalcato orizzontale. In ultimo, è stato ipotizzato l’allacciamento alla rete di teleriscaldamento. La Centrale Termica ospedaliera, oltre ad alimentare tutti i servizi del complesso, mette a disposizione per il teleriscaldamento una portata media di 15/16 t/h. Il risultato della valutazione energetica dopo gli interventi, ottenuto con il software per la diagnosi in regime statico, è di 27 kWh/m3, in classe energetica C.
Il progetto per l'arcispedale Sant'Anna di Ferrara Quando la riqualificazione energetica interessa un edificio vincolato
BELPOLITI, Vittorino;
2009
Abstract
Il progetto nasce come interpretazione del percorso di riqualificazione globale di un complesso che ridefinisce quasi totalmente il suo ruolo sanitario. La struttura dell’arcispedale ha infatti ricevuto un mandato, nel 2006, per il riassetto architettonico e l’accorpamento dei servizi sanitari e sociali. Un aspetto interessante dello studio riguarda la riqualificazione del padiglione Tomasi Roveroni. Il livello di degrado della struttura si può leggere nella fatiscente eterogeneità degli ampliamenti, nell’obsolescenza degli impianti collocati senza criterio all’esterno, nella caotica distribuzione degli spazi interni. Rispetto all’edificio originario, il padiglione ha subito diversi ampliamenti di scarsa qualità: l’ultimo piano di entrambi i blocchi; l’ampliamento dei prospetti, il tunnel in cemento armato e il pronto soccorso. La riorganizzazione funzionale dei reparti, con le necessarie opere di costruzione e demolizione delle partizioni interne e degli ampliamenti, garantisce il rispetto dei requisiti minimi di legge e lo svolgimento adeguato delle attività. Definiti questi aspetti morfologici, si è proceduto all’analisi dei consumi. Avendo l’edificio un vincolo storico-architettonico, l’intervento è limitato alla riqualificazione dell’involucro e alla sostituzione degli impianti. La simulazione energetica mostra un fabbisogno attuale di 96 kWh/m3 (classe G). Sull’involucro si è intervenuti innanzitutto realizzando un cappotto esterno in pannelli di fibre di legno in corrispondenza della muratura a due teste intonacata, mentre dove è necessario mantenere il faccia a vista (vincolo storico) l’isolante è stato messo all’interno. In questo modo si è raggiunto un valore di trasmittanza termica U pari a 0,31 W/m2K, come da normativa. Per la copertura a falde è stato previsto il rifacimento del manto di copertura con conseguente realizzazione di tetto ventilato; avendo un sottotetto controsoffittato, si è scelto di realizzare un isolamento in pannelli di sughero sull’impalcato orizzontale. In ultimo, è stato ipotizzato l’allacciamento alla rete di teleriscaldamento. La Centrale Termica ospedaliera, oltre ad alimentare tutti i servizi del complesso, mette a disposizione per il teleriscaldamento una portata media di 15/16 t/h. Il risultato della valutazione energetica dopo gli interventi, ottenuto con il software per la diagnosi in regime statico, è di 27 kWh/m3, in classe energetica C.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.