Il contributo muove da un più ampio lavoro di ricerca, nel quale si è operata una ricostruzione teorica delle vicende che hanno condotto all'indipendenza delle Repubbliche di Estonia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina e Montenegro, considerandoli tra i modelli più significativi nella transizione democratica che ha coinvolto l'Est Europa. In quella sede abbiamo misurato i processi costituzionali che hanno condotto all'indipendenza con il metro dell'autodeterminazione, come consegnata da una complessa ricostruzione, adottando la prospettiva di chi (A. Cassese) ha distinto il suo aspetto interno (l'autogoverno) dal suo aspetto esterno (il diritto di un soggetto di decidere liberamente del proprio destino politico), ponendo l'accento sulla differenza tra un principio di autodeterminazione, ed un diritto all'autodeterminazione, e sulla differenza tra questi ed il fatto della secessione (che implica sempre la separazione di qualcuno/qualcosa da qualcuno/qualcosa). Da questo punto di vista è stato possibile valorizzare in questo contributo l'importanza del processo di indipendenza montenegrino, nel quale vi è stata un'inedita affermazione delle procedure giuridiche nella definizione della separazione tra due entità federate. Può anzi ben ritenersi che quello fu l'unico caso in cui vicende secessionistiche sono state governate dal diritto, con la supervisione di osservatori internazionali. Possiamo dunque considerarci in una nuova era nel campo delle relazioni internazionali? Considerando in questo quadro i recenti sviluppi in Kosovo e in Ossezia del Sud, non è certo realistico dare una risposta affermativa a quella domanda. Al contrario, quei fatti pongono molte domande prive di risposta. Da una parte l'indipendenza del Kosovo appariva da tempo come un epilogo inevitabile, e dall'altra parte è difficile non ammettere che il processo di indipendenza del Kosovo, dal punto di vista meramente tecnico-formale, rappresenta un passo indietro nella direzione di voler sottomettere al diritto le istanze indipendentiste: l'autodeterminazione sembra agire ancora una volta come principio puramente retorico, asservito a contingenti scopi politici.

La secessione sottoposta al diritto? Il caso del Montenegro

FARAGUNA, Pietro
2009

Abstract

Il contributo muove da un più ampio lavoro di ricerca, nel quale si è operata una ricostruzione teorica delle vicende che hanno condotto all'indipendenza delle Repubbliche di Estonia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina e Montenegro, considerandoli tra i modelli più significativi nella transizione democratica che ha coinvolto l'Est Europa. In quella sede abbiamo misurato i processi costituzionali che hanno condotto all'indipendenza con il metro dell'autodeterminazione, come consegnata da una complessa ricostruzione, adottando la prospettiva di chi (A. Cassese) ha distinto il suo aspetto interno (l'autogoverno) dal suo aspetto esterno (il diritto di un soggetto di decidere liberamente del proprio destino politico), ponendo l'accento sulla differenza tra un principio di autodeterminazione, ed un diritto all'autodeterminazione, e sulla differenza tra questi ed il fatto della secessione (che implica sempre la separazione di qualcuno/qualcosa da qualcuno/qualcosa). Da questo punto di vista è stato possibile valorizzare in questo contributo l'importanza del processo di indipendenza montenegrino, nel quale vi è stata un'inedita affermazione delle procedure giuridiche nella definizione della separazione tra due entità federate. Può anzi ben ritenersi che quello fu l'unico caso in cui vicende secessionistiche sono state governate dal diritto, con la supervisione di osservatori internazionali. Possiamo dunque considerarci in una nuova era nel campo delle relazioni internazionali? Considerando in questo quadro i recenti sviluppi in Kosovo e in Ossezia del Sud, non è certo realistico dare una risposta affermativa a quella domanda. Al contrario, quei fatti pongono molte domande prive di risposta. Da una parte l'indipendenza del Kosovo appariva da tempo come un epilogo inevitabile, e dall'altra parte è difficile non ammettere che il processo di indipendenza del Kosovo, dal punto di vista meramente tecnico-formale, rappresenta un passo indietro nella direzione di voler sottomettere al diritto le istanze indipendentiste: l'autodeterminazione sembra agire ancora una volta come principio puramente retorico, asservito a contingenti scopi politici.
2009
Faraguna, Pietro
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