L’esposizione professionale è in grado di provocare gran parte delle malattie dell’apparato respiratorio. Alcune patologie respiratorie acute come la tracheobronchite acuta, la polmonite o l’edema polmonare possono conseguire all’inalazione di elevate concentrazioni di sostanze irritanti come il cloro, l’ammoniaca, gli ossidi di azoto, i fumi di incendi. Lavorazioni comportanti l’esposizione a rischio biologico possono essere responsabili di infezioni polmonari come la tubercolosi in operatori sanitari o le polmoniti virali (SARS in operatori sanitari, influenza aviaria in lavoratori avicoli e veterinari), o infezioni batteriche (legionellosi negli uffici), o fungine (aspergillosi in mugnai). Più frequentemente, fattori di rischio professionali sono in grado di determinare patologie respiratorie croniche. Alcune di queste come le pneumoconiosi, la polmonite da ipersensibilità e il mesotelioma sono malattie esclusivamente, o quasi, di origine professionale. Altre come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma bronchiale, il tumore polmonare o la bronchiolite obliterante sono patologie che possono avere eziologia professionale o più frequentemente non professionale. Tuttavia le caratteristiche cliniche, funzionali e anatomopatologiche di queste malattie non sono diverse quando la loro eziologia è professionale rispetto a quanto non lo è; inoltre esse sono spesso di natura multi-fattoriale, per cui spesso non è agevole discriminare il ruolo dell’esposizione lavorativa rispetto ad altri fattori come l’abitudine al fumo, l’inquinamento atmosferico o l’atopia. Secondo fonti EUROSTAT del 2004, le malattie professionali respiratorie rappresentano circa il 17% dei casi di tutte le malattie professionali in Europa. In Italia su un totale di 24.673 malattie professionali denunciate all’INAIL nel 2006 circa il 13% era costituito da malattie respiratorie.

MALATTIE RESPIRATORIE DI ORIGINE PROFESSIONALE E/O AMBIENTALE

BOSCHETTO, Piera;MAPP, Cristina;MAESTRELLI, Piero
2010

Abstract

L’esposizione professionale è in grado di provocare gran parte delle malattie dell’apparato respiratorio. Alcune patologie respiratorie acute come la tracheobronchite acuta, la polmonite o l’edema polmonare possono conseguire all’inalazione di elevate concentrazioni di sostanze irritanti come il cloro, l’ammoniaca, gli ossidi di azoto, i fumi di incendi. Lavorazioni comportanti l’esposizione a rischio biologico possono essere responsabili di infezioni polmonari come la tubercolosi in operatori sanitari o le polmoniti virali (SARS in operatori sanitari, influenza aviaria in lavoratori avicoli e veterinari), o infezioni batteriche (legionellosi negli uffici), o fungine (aspergillosi in mugnai). Più frequentemente, fattori di rischio professionali sono in grado di determinare patologie respiratorie croniche. Alcune di queste come le pneumoconiosi, la polmonite da ipersensibilità e il mesotelioma sono malattie esclusivamente, o quasi, di origine professionale. Altre come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma bronchiale, il tumore polmonare o la bronchiolite obliterante sono patologie che possono avere eziologia professionale o più frequentemente non professionale. Tuttavia le caratteristiche cliniche, funzionali e anatomopatologiche di queste malattie non sono diverse quando la loro eziologia è professionale rispetto a quanto non lo è; inoltre esse sono spesso di natura multi-fattoriale, per cui spesso non è agevole discriminare il ruolo dell’esposizione lavorativa rispetto ad altri fattori come l’abitudine al fumo, l’inquinamento atmosferico o l’atopia. Secondo fonti EUROSTAT del 2004, le malattie professionali respiratorie rappresentano circa il 17% dei casi di tutte le malattie professionali in Europa. In Italia su un totale di 24.673 malattie professionali denunciate all’INAIL nel 2006 circa il 13% era costituito da malattie respiratorie.
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