Dal punto di vista metodologico occorre ricordare brevemente che un rapporto di confronto disciplinare, integrato e multiscala, può senza dubbio apportare risultati più concreti sia dal punto di vista dell’intervento di conservazione o restauro che da quello delle tecnologie innovative, anche sotto la spinta propulsiva di una serie di requisiti che situazioni estreme come quelle dei beni storico-architettonici, che presentano diversi livelli di criticità, portano a valutare e risolvere. Il settore della diagnostica per lo studio e il trattamento delle superfici ha infatti visto, negli ultimi anni, alla luce del progresso scientifico-tecnologico, un’implementazione progressiva dei metodi e delle tecniche di indagine sul patrimonio storico-architettonico, parallelamente all’accrescimento di una sensibilità diffusa nei confronti del “problema” della salvaguardia e della valorizzazione di un patrimonio che, per naturale caducità della materia e, ancora troppo frequentemente, per noncuranza o superficialità di valutazione e quindi di intervento, presenta diffusi rischi di perdita. Attualmente il mercato offre prodotti innovativi e nuovi materiali, anche grazie al processo di trasferimento tecnologico: da altri settori di sviluppo e ricerca vengono immessi nel campo del “costruito” in generale, e nel campo dei beni culturali e del restauro in particolare, nuovi segmenti conoscitivi che consentono di sviluppare nuove procedure diagnostiche, integrare processi di pulitura e di autopulitura e migliorare (nelle diverse fasi) i trattamenti delle superfici e le relative qualità e prestazioni. Una similitudine immediata, che può essere d’aiuto per comprendere meglio la fase che con cui ci si sta confrontando, è riferibile al rapporto corpo-architettura. Una relazione classica, che viene fortemente integrata non dal punto di vista estetico-formale, quanto nel concetto di tutela e di valore d’unicità che ad essa si collega. L’innovazione diagnostica che negli ultimi sessant’anni ha progressivamente modificato il rapporto medico-paziente nella cura e nella salvaguardia della vita viene progressivamente trasferita ai luoghi del vissuto quotidiano degli individui, che ottengono benefici e gradi di verifica delle condizioni ambientali e spaziali sempre più sofisticati ed affidabili. È un processo che sfrutta il grado di controllo della materia (organica e inorganica) fino a dimensioni infinitesimali, recuperando esperienze con cui l’umanità si è da sempre confrontata cercando di intuire il linguaggio della natura. L’affinità dei materiali nano strutturati con il linguaggio della natura deriva dallo studio delle nanotecnologie naturali e non è solo da intendersi come ispirazione a strutture performanti che in natura esistono, ma anche come sempre maggiore orientamento verso l’utilizzo di materiali naturali.

Progetto e conservazione qualitativa delle superfici tra ricerca e innovazione tecnologica

MAIETTI, Federica
2010

Abstract

Dal punto di vista metodologico occorre ricordare brevemente che un rapporto di confronto disciplinare, integrato e multiscala, può senza dubbio apportare risultati più concreti sia dal punto di vista dell’intervento di conservazione o restauro che da quello delle tecnologie innovative, anche sotto la spinta propulsiva di una serie di requisiti che situazioni estreme come quelle dei beni storico-architettonici, che presentano diversi livelli di criticità, portano a valutare e risolvere. Il settore della diagnostica per lo studio e il trattamento delle superfici ha infatti visto, negli ultimi anni, alla luce del progresso scientifico-tecnologico, un’implementazione progressiva dei metodi e delle tecniche di indagine sul patrimonio storico-architettonico, parallelamente all’accrescimento di una sensibilità diffusa nei confronti del “problema” della salvaguardia e della valorizzazione di un patrimonio che, per naturale caducità della materia e, ancora troppo frequentemente, per noncuranza o superficialità di valutazione e quindi di intervento, presenta diffusi rischi di perdita. Attualmente il mercato offre prodotti innovativi e nuovi materiali, anche grazie al processo di trasferimento tecnologico: da altri settori di sviluppo e ricerca vengono immessi nel campo del “costruito” in generale, e nel campo dei beni culturali e del restauro in particolare, nuovi segmenti conoscitivi che consentono di sviluppare nuove procedure diagnostiche, integrare processi di pulitura e di autopulitura e migliorare (nelle diverse fasi) i trattamenti delle superfici e le relative qualità e prestazioni. Una similitudine immediata, che può essere d’aiuto per comprendere meglio la fase che con cui ci si sta confrontando, è riferibile al rapporto corpo-architettura. Una relazione classica, che viene fortemente integrata non dal punto di vista estetico-formale, quanto nel concetto di tutela e di valore d’unicità che ad essa si collega. L’innovazione diagnostica che negli ultimi sessant’anni ha progressivamente modificato il rapporto medico-paziente nella cura e nella salvaguardia della vita viene progressivamente trasferita ai luoghi del vissuto quotidiano degli individui, che ottengono benefici e gradi di verifica delle condizioni ambientali e spaziali sempre più sofisticati ed affidabili. È un processo che sfrutta il grado di controllo della materia (organica e inorganica) fino a dimensioni infinitesimali, recuperando esperienze con cui l’umanità si è da sempre confrontata cercando di intuire il linguaggio della natura. L’affinità dei materiali nano strutturati con il linguaggio della natura deriva dallo studio delle nanotecnologie naturali e non è solo da intendersi come ispirazione a strutture performanti che in natura esistono, ma anche come sempre maggiore orientamento verso l’utilizzo di materiali naturali.
2010
9788838755086
Nanotecnologie; colore; superfici architettoniche; conservazione; innovazione tecnologica
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