La possibilità di un’acquisizione morfometrica digitale ad alta accuratezza geometrica e dimensionale sta modificando lo sviluppo dei processi di indagine in molti settori, dai beni culturali al patrimonio storico-artistico fino alla progettazione architettonica. Gli sviluppi di innovazione tecnologica che hanno visto in questo ultimo decennio industrializzare nuovi strumenti laser scanner 3D per il rilievo automatico della geometria rappresentano l’elemento di interesse che consente di introdurre il dato metrico morfologico ad alta densità informativa come supporto essenziale per la costruzione di banche dati tridimensionali, capaci di costituire nel tempo un utile archivio della memoria geometrica dell’architettura, applicabile a fini di ricerca da parte di storici dell’arte e dell’architettura, ma anche per scopi di tutela e conservazione e di supporto per eventuali processi di restauro, riproduzione o progettazione. Il progetto del MUDI ha visto così la possibilità di integrare il processo compositivo con modelli morfometrici matematici ad alta densità informativa. Misure e piani di riferimento si intrecciano a schizzi e logiche compositive. Rilevare e progettare sono due processi profondamente diversi; l’uno parte in maniera imprescindibile dal reale, l’oggetto del rilievo, l’altro più spesso prende origine dall’immaginazione volta a pensare, pro-gettare nel futuro quanto ancora non c’è, per concretizzarsi il primo, in restituzioni grafiche, frutto di un atto di conoscenza, che raccontano l’architettura; il secondo, in elaborati che grazie all’inventiva e ad indicazioni metriche prefigurano lo spazio da costruire. Nel caso del progetto MUDI il rilievo è stato utilizzato come strumento di verifica degli spazi progettati nel momento di elaborazione del progetto definitivo e soprattutto esecutivo, le fasi più tecniche dello sviluppo del processo compositivo, in cui si impone la necessità di un controllo spaziale con un’accuratezza di carattere millimetrico. In virtù delle sue caratteristiche intrinseche di precisione, il rilievo morfometrico matematico riesce infatti a svelare e chiarificare la complessità e l’articolazione volumetrica dell’oggetto del rilievo grazie all’integrazione di diverse metodologie: il metodo con laser scanner 3D, utilizzato per ottenere un modello tridimensionale metrico; il metodo topografico, impiegato per la registrazione delle diverse scansioni e per la definizione di una rete di inquadramento complessiva; il metodo fotografico unitamente a quello topografico adottato per la realizzazione di un supporto di immagini per il controllo dello stato attuale, soprattutto delle parti superficiali. Oltre a fornire una verifica di tipo metrico, il data base tridimensionale permette anche una capacità investigativa, e quindi un livello di conoscenza del manufatto architettonico, altrimenti difficilmente raggiungibile. L’analisi e il confronto del dato raccolto, costituito da un insieme di coordinate metriche, concretizzate in punti adimensionali, la nuvola di punti, rende la volumetria dell’architettura più facilmente comprensibile grazie alla possibilità di correlare i diversi ambienti architettonici, senza vincoli di piani di sezione predeterminati e offre l’opportunità di verificare in visioni planimetriche gli impianti superiori con quelli inferiori attraverso controlli di sovrapposizione morfologica, utili per comprendere eventuali aggiustamenti o traslazioni dovute a mancate corrispondenze murarie. L’interrogazione produce infatti la possibilità di selezionare i piani e gli assi di visualizzazione e contestualmente di selezionare gli ambiti spaziali interessati: di volta in volta è possibile concentrarsi esclusivamente sullo spazio interno, sul rapporto tra esterno ed interno dell’edificio o sull’intero sistema volumetrico rilevato.

Costruendo il MUDI. La misura di Brunelleschi, il progetto culturale, il Museo. Il rilievo per il progetto

BALZANI, Marcello;GALVANI, Guido;VANUCCI, Cristina
2010

Abstract

La possibilità di un’acquisizione morfometrica digitale ad alta accuratezza geometrica e dimensionale sta modificando lo sviluppo dei processi di indagine in molti settori, dai beni culturali al patrimonio storico-artistico fino alla progettazione architettonica. Gli sviluppi di innovazione tecnologica che hanno visto in questo ultimo decennio industrializzare nuovi strumenti laser scanner 3D per il rilievo automatico della geometria rappresentano l’elemento di interesse che consente di introdurre il dato metrico morfologico ad alta densità informativa come supporto essenziale per la costruzione di banche dati tridimensionali, capaci di costituire nel tempo un utile archivio della memoria geometrica dell’architettura, applicabile a fini di ricerca da parte di storici dell’arte e dell’architettura, ma anche per scopi di tutela e conservazione e di supporto per eventuali processi di restauro, riproduzione o progettazione. Il progetto del MUDI ha visto così la possibilità di integrare il processo compositivo con modelli morfometrici matematici ad alta densità informativa. Misure e piani di riferimento si intrecciano a schizzi e logiche compositive. Rilevare e progettare sono due processi profondamente diversi; l’uno parte in maniera imprescindibile dal reale, l’oggetto del rilievo, l’altro più spesso prende origine dall’immaginazione volta a pensare, pro-gettare nel futuro quanto ancora non c’è, per concretizzarsi il primo, in restituzioni grafiche, frutto di un atto di conoscenza, che raccontano l’architettura; il secondo, in elaborati che grazie all’inventiva e ad indicazioni metriche prefigurano lo spazio da costruire. Nel caso del progetto MUDI il rilievo è stato utilizzato come strumento di verifica degli spazi progettati nel momento di elaborazione del progetto definitivo e soprattutto esecutivo, le fasi più tecniche dello sviluppo del processo compositivo, in cui si impone la necessità di un controllo spaziale con un’accuratezza di carattere millimetrico. In virtù delle sue caratteristiche intrinseche di precisione, il rilievo morfometrico matematico riesce infatti a svelare e chiarificare la complessità e l’articolazione volumetrica dell’oggetto del rilievo grazie all’integrazione di diverse metodologie: il metodo con laser scanner 3D, utilizzato per ottenere un modello tridimensionale metrico; il metodo topografico, impiegato per la registrazione delle diverse scansioni e per la definizione di una rete di inquadramento complessiva; il metodo fotografico unitamente a quello topografico adottato per la realizzazione di un supporto di immagini per il controllo dello stato attuale, soprattutto delle parti superficiali. Oltre a fornire una verifica di tipo metrico, il data base tridimensionale permette anche una capacità investigativa, e quindi un livello di conoscenza del manufatto architettonico, altrimenti difficilmente raggiungibile. L’analisi e il confronto del dato raccolto, costituito da un insieme di coordinate metriche, concretizzate in punti adimensionali, la nuvola di punti, rende la volumetria dell’architettura più facilmente comprensibile grazie alla possibilità di correlare i diversi ambienti architettonici, senza vincoli di piani di sezione predeterminati e offre l’opportunità di verificare in visioni planimetriche gli impianti superiori con quelli inferiori attraverso controlli di sovrapposizione morfologica, utili per comprendere eventuali aggiustamenti o traslazioni dovute a mancate corrispondenze murarie. L’interrogazione produce infatti la possibilità di selezionare i piani e gli assi di visualizzazione e contestualmente di selezionare gli ambiti spaziali interessati: di volta in volta è possibile concentrarsi esclusivamente sullo spazio interno, sul rapporto tra esterno ed interno dell’edificio o sull’intero sistema volumetrico rilevato.
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