Gli studi sulla causalità implicita sono stati in genere condotti sui verbi “interpersonali” (Brown e Fish, 1983; Fiedler e Semin, 1988; Semin e Marsman,1994), mentre il presente lavoro si propone di indagare un dominio semantico non intrinsecamente “interpersonale”: i verbi di percezione visiva. Sono state impiegate frasi SVO con due tipi di oggetto grammaticale: Animato, espresso da un nome proprio, nel qual caso l’evento percettivo descritto era anche interpersonale, oppure Inanimato, espresso da un nome comune. I verbi usati si differenziano per il grado di intenzionalità dell’atto percettivo descritto: i Verbi Intenzionali, come scrutare, i Verbi di Esperienza, come notare, e i Verbi Centrali, come vedere, che sono neutri rispetto al tratto semantico dell’intenzionalità (Cacciari e Lavorato, 2000). Le stesse frasi SVO sono state utilizzate in due esperimenti con partecipanti italiani ed in un terzo esperimento con partecipanti inglesi. Nell’esperimento 1 (compito di completamento di frasi causali), emerge una prevalenza di attribuzione di causalità all’Oggetto della frase per i Verbi di Esperienza e al Soggetto per i Verbi Intenzionali, coerentemente con quanto presente in letteratura sui verbi interpersonali di stato o di azione. Un pattern di risposta opposto è emerso nell’Esperimento 2, in cui i soggetti dovevano indicare l’antecedente dell’atto percettivo descritto dal verbo. Tale antecedente è individuato nel Soggetto per i Verbi di Esperienza e nell’Oggetto per i Verbi Intenzionali. Nel terzo esperimento sono stati utilizzati entrambi i tipi di compito con partecipanti inglesi, ed i risultati replicano quanto ottenuto nei primi due esperimenti con partecipanti italiani. In tutti e tre gli esperimenti si è verificato un effetto della dimensione interpersonale vs. non interpersonale, ovvero le frasi con Oggetto Inanimato elicitano con maggiore frequenza attribuzioni di causalità al Soggetto della frase, l’unico dotato di agentività e come tale percepito come possibile fonte causale. I risultati sono discussi in relazione alla semantica della percezione visiva, ai modelli di causalità implicita e alle strategie di ragionamento indotte dai due diversi compiti.

Gli schemi causali nei verbi di percezione visiva: Il ruolo dell�intenzionalit�

TASSO, Alessandra;
2005

Abstract

Gli studi sulla causalità implicita sono stati in genere condotti sui verbi “interpersonali” (Brown e Fish, 1983; Fiedler e Semin, 1988; Semin e Marsman,1994), mentre il presente lavoro si propone di indagare un dominio semantico non intrinsecamente “interpersonale”: i verbi di percezione visiva. Sono state impiegate frasi SVO con due tipi di oggetto grammaticale: Animato, espresso da un nome proprio, nel qual caso l’evento percettivo descritto era anche interpersonale, oppure Inanimato, espresso da un nome comune. I verbi usati si differenziano per il grado di intenzionalità dell’atto percettivo descritto: i Verbi Intenzionali, come scrutare, i Verbi di Esperienza, come notare, e i Verbi Centrali, come vedere, che sono neutri rispetto al tratto semantico dell’intenzionalità (Cacciari e Lavorato, 2000). Le stesse frasi SVO sono state utilizzate in due esperimenti con partecipanti italiani ed in un terzo esperimento con partecipanti inglesi. Nell’esperimento 1 (compito di completamento di frasi causali), emerge una prevalenza di attribuzione di causalità all’Oggetto della frase per i Verbi di Esperienza e al Soggetto per i Verbi Intenzionali, coerentemente con quanto presente in letteratura sui verbi interpersonali di stato o di azione. Un pattern di risposta opposto è emerso nell’Esperimento 2, in cui i soggetti dovevano indicare l’antecedente dell’atto percettivo descritto dal verbo. Tale antecedente è individuato nel Soggetto per i Verbi di Esperienza e nell’Oggetto per i Verbi Intenzionali. Nel terzo esperimento sono stati utilizzati entrambi i tipi di compito con partecipanti inglesi, ed i risultati replicano quanto ottenuto nei primi due esperimenti con partecipanti italiani. In tutti e tre gli esperimenti si è verificato un effetto della dimensione interpersonale vs. non interpersonale, ovvero le frasi con Oggetto Inanimato elicitano con maggiore frequenza attribuzioni di causalità al Soggetto della frase, l’unico dotato di agentività e come tale percepito come possibile fonte causale. I risultati sono discussi in relazione alla semantica della percezione visiva, ai modelli di causalità implicita e alle strategie di ragionamento indotte dai due diversi compiti.
2005
Levorato, M. C.; Franco, F; Tasso, Alessandra; Russell, J.
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