Dopo la macchina come modello (il moderno), la città del passato come modello (il postmoderno), si assiste ora ad un progressivo riorientamento verso la sostenibilità, la lentezza, la semplicità, come elementi in grado di ristabilire quei rapporti interrotti tra uomo e natura, tra le persone, tra anima e corpo. L’uomo come parte della natura conduce direttamente al concetto di architettura come landscape architecture; costruito e natura divengono gli elementi costituenti di un’entità più vasta e generale: il paesaggio. Il progetto per il nuovo Palasport di Guastalla risulta dalla combinazione di tre temi : • PAESAGGIO Parlare di architettura di paesaggio non è una semplice questione lessicale, ma di un diverso modo di approccio al progetto: lavorare per interventi puntuali che contribuiscano a migliorare specifici luoghi, prendendosi cura di limiti, frontiere, spazi intermedi dimenticati e abbandonati; lavorare integrando le funzioni che la città ha oggi separato, superando le nozioni di urbano, suburbano, rurale, naturale, per produrre un diverso modello di città contemporanea. Significa, pertanto, costruire nuovi luoghi dotati di riconoscibilità, capaci di valorizzare l’immagine e la percezione del territorio in cui si vanno a collocare, di consumare la minor quantità di risorse esistenti, di sperimentare innovativi metodi costruttivi e di progetto, di abbandonare la concezione puramente funzionale dell’architettura in favore della creazione di luoghi che soddisfino anche altri tipi di bisogni. La “duna” che avvolge il nuovo contenitore per lo sport è il segno paesaggistico che ci conduce dall’idea di edificio all’idea di paesaggio. Una struttura di grandi dimensioni in un paesaggio piatto come la pianura, non può strutturarsi come oggetto: da qui il concetto della “duna”, come elemento paesaggistico,una corrugazione del terreno che attraverso dei piani inclinati che la troncano stabilisce un rapporto con il luogo e con il territorio. La “duna” determina l’identità del nuovo luogo ed è formata da due segni paesaggistici: l’argine e il bosco • ARCHITETTURA In un ambiente complesso ci si serve di sintesi e di semplificazioni per capirlo ed orientarsi: la complessità che sta alla base della composizione del progetto, richiede analogamente un iniziale senso dell’ordine, che non è universale, ma dipende dall’ambiente in cui ci troviamo. Un progetto ordinato è anche un progetto semplice. Ridurre la ricchezza e complessità dei fenomeni architettonici in un insieme globale, dove ogni dettaglio concorre alla definizione di un’immagine unica e riconoscibile, che sembra sempre essere esistita in quel luogo, rappresenta l’obiettivo principale dell’intervento. La semplicità come sintesi della complessità è il tema del progetto: flessibilità, leggerezza, rapporto con la natura e sostenibilità dei materiali ne rappresentano le naturali conseguenze. L’architettura del nuovo palasport si rivela in tre immagini: la densità della duna, che cerca il rapporto con il territorio, la semplicità del muro, unico elemento visibile, oltre alla trasparenza delle vetrate, che sembra smaterializzare la massa e stabilisce un rapporto con l’intorno immediato della nuova piazza di accesso e con l’esistente campo di atletica. Accessibile dal parcheggio esistente, pensato per funzionare come uno giardino in assenza delle auto, il nuovo palasport è identificato dalla viabilità carrabile e dalla stazione ferroviaria, unicamente da un alto muro, che contiene gli impianti tecnologici, con la scritta a caratteri giganti. Il piano di gioco si pone a quota -1,15 rispetto al piano di accesso della hall: alla quota del piano di gioco (che consente di ricavare agevolmente i due campi per l’allenamento richiesti) sono disposti i quattro spogliatoi da 16 persone cadauno e gli spogliatoi giudici e trainer, oltre alla palestrina per la boxe e ai i necessari depositi delle attrezzature sportive. Nello spazio residuale dietro alle gradinate sono ospitati i locali tecnici ( unità di trattamento aria, boiler impianto solare ecc), i servizi igienici, e le uscite di sicurezza che perforano la duna e consentono di accedere in zona aperta sicura. La forma del nuovo palasport consente inoltre una immediata divisione degli accessi degli atleti da quello del pubblico, agevolando il suo funzionamento durante ogni tipo di manifestazione prevista. L’immagine di semplicità che contraddistingue l’esterno si riflette anche negli spazi interni: la struttura, allo scopo di contenere i costi, è completamente celata da un controsoffitto in cartongesso tagliati da sottili lame che erogano luce ed aria. La struttura contro terra e verticale è interamente in cemento armato opportunamente coibentate e isolato dall’umidità, mentre la struttura di copertura è fomata da travi reticolari in acciaio unite ad una soletta in cemento armato piena. L’attenzione all’ambiente e la semplicità si traduce anche in naturalità dei materiali esterni quali il rivestimento legno di larice pre-ossidato e vetro basso-emissivo a doppia camera con gas, che, unite al rivestimento con cappotto termico in lana minerale del muro con superficie irregolare e color terra ed alle partizioni interne a secco, restituiscono al nuovo edificio l’idea di una costruzione concepita nel rispetto della sostenibilità delle risorse e del territorio. • ENERGIA L’efficienza energetica non è, come erroneamente si crede, solamente questione di fisica tecnica o di impiantistica: l’architettura si serve delle conoscenze scientifiche della fisica tecnica o dell’impiantistica, come di altre numerose scienze e conoscenze, per migliorare la qualità della vita. L’efficienza energetica è prima di tutto questione di integrazione tra il progetto l’architettura ed il funzionamento energetico.

Concorso per il Palazzo dello Sport di Guastalla (RE) - Terzo Premio

RINALDI, Andrea;DAVOLI, Pietromaria
2008

Abstract

Dopo la macchina come modello (il moderno), la città del passato come modello (il postmoderno), si assiste ora ad un progressivo riorientamento verso la sostenibilità, la lentezza, la semplicità, come elementi in grado di ristabilire quei rapporti interrotti tra uomo e natura, tra le persone, tra anima e corpo. L’uomo come parte della natura conduce direttamente al concetto di architettura come landscape architecture; costruito e natura divengono gli elementi costituenti di un’entità più vasta e generale: il paesaggio. Il progetto per il nuovo Palasport di Guastalla risulta dalla combinazione di tre temi : • PAESAGGIO Parlare di architettura di paesaggio non è una semplice questione lessicale, ma di un diverso modo di approccio al progetto: lavorare per interventi puntuali che contribuiscano a migliorare specifici luoghi, prendendosi cura di limiti, frontiere, spazi intermedi dimenticati e abbandonati; lavorare integrando le funzioni che la città ha oggi separato, superando le nozioni di urbano, suburbano, rurale, naturale, per produrre un diverso modello di città contemporanea. Significa, pertanto, costruire nuovi luoghi dotati di riconoscibilità, capaci di valorizzare l’immagine e la percezione del territorio in cui si vanno a collocare, di consumare la minor quantità di risorse esistenti, di sperimentare innovativi metodi costruttivi e di progetto, di abbandonare la concezione puramente funzionale dell’architettura in favore della creazione di luoghi che soddisfino anche altri tipi di bisogni. La “duna” che avvolge il nuovo contenitore per lo sport è il segno paesaggistico che ci conduce dall’idea di edificio all’idea di paesaggio. Una struttura di grandi dimensioni in un paesaggio piatto come la pianura, non può strutturarsi come oggetto: da qui il concetto della “duna”, come elemento paesaggistico,una corrugazione del terreno che attraverso dei piani inclinati che la troncano stabilisce un rapporto con il luogo e con il territorio. La “duna” determina l’identità del nuovo luogo ed è formata da due segni paesaggistici: l’argine e il bosco • ARCHITETTURA In un ambiente complesso ci si serve di sintesi e di semplificazioni per capirlo ed orientarsi: la complessità che sta alla base della composizione del progetto, richiede analogamente un iniziale senso dell’ordine, che non è universale, ma dipende dall’ambiente in cui ci troviamo. Un progetto ordinato è anche un progetto semplice. Ridurre la ricchezza e complessità dei fenomeni architettonici in un insieme globale, dove ogni dettaglio concorre alla definizione di un’immagine unica e riconoscibile, che sembra sempre essere esistita in quel luogo, rappresenta l’obiettivo principale dell’intervento. La semplicità come sintesi della complessità è il tema del progetto: flessibilità, leggerezza, rapporto con la natura e sostenibilità dei materiali ne rappresentano le naturali conseguenze. L’architettura del nuovo palasport si rivela in tre immagini: la densità della duna, che cerca il rapporto con il territorio, la semplicità del muro, unico elemento visibile, oltre alla trasparenza delle vetrate, che sembra smaterializzare la massa e stabilisce un rapporto con l’intorno immediato della nuova piazza di accesso e con l’esistente campo di atletica. Accessibile dal parcheggio esistente, pensato per funzionare come uno giardino in assenza delle auto, il nuovo palasport è identificato dalla viabilità carrabile e dalla stazione ferroviaria, unicamente da un alto muro, che contiene gli impianti tecnologici, con la scritta a caratteri giganti. Il piano di gioco si pone a quota -1,15 rispetto al piano di accesso della hall: alla quota del piano di gioco (che consente di ricavare agevolmente i due campi per l’allenamento richiesti) sono disposti i quattro spogliatoi da 16 persone cadauno e gli spogliatoi giudici e trainer, oltre alla palestrina per la boxe e ai i necessari depositi delle attrezzature sportive. Nello spazio residuale dietro alle gradinate sono ospitati i locali tecnici ( unità di trattamento aria, boiler impianto solare ecc), i servizi igienici, e le uscite di sicurezza che perforano la duna e consentono di accedere in zona aperta sicura. La forma del nuovo palasport consente inoltre una immediata divisione degli accessi degli atleti da quello del pubblico, agevolando il suo funzionamento durante ogni tipo di manifestazione prevista. L’immagine di semplicità che contraddistingue l’esterno si riflette anche negli spazi interni: la struttura, allo scopo di contenere i costi, è completamente celata da un controsoffitto in cartongesso tagliati da sottili lame che erogano luce ed aria. La struttura contro terra e verticale è interamente in cemento armato opportunamente coibentate e isolato dall’umidità, mentre la struttura di copertura è fomata da travi reticolari in acciaio unite ad una soletta in cemento armato piena. L’attenzione all’ambiente e la semplicità si traduce anche in naturalità dei materiali esterni quali il rivestimento legno di larice pre-ossidato e vetro basso-emissivo a doppia camera con gas, che, unite al rivestimento con cappotto termico in lana minerale del muro con superficie irregolare e color terra ed alle partizioni interne a secco, restituiscono al nuovo edificio l’idea di una costruzione concepita nel rispetto della sostenibilità delle risorse e del territorio. • ENERGIA L’efficienza energetica non è, come erroneamente si crede, solamente questione di fisica tecnica o di impiantistica: l’architettura si serve delle conoscenze scientifiche della fisica tecnica o dell’impiantistica, come di altre numerose scienze e conoscenze, per migliorare la qualità della vita. L’efficienza energetica è prima di tutto questione di integrazione tra il progetto l’architettura ed il funzionamento energetico.
2008
Guastalla; impianti sportivi; sostenibilità; paesaggio
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