La sperimentazione del modello (didattico e di ricerca) si è consolidata e permette ormai di focalizzare, con la cadenza di un appuntamento annuale, l’idea di un progetto editoriale implementabile ed articolato. In effetti dopo la riuscita dei due primi volumi “Housing - Case a schiera” e “Housing 2 – Edifici plurifamiliari”, utilizzati anche per testare e realizzare dei “Corsi multimediali” finalizzati alla rapida comprensione ed assimilazione di criteri metodologici di base, ora “Housing 3” sul tema dell’abitazione unifamiliare completa un possibile ambito di analisi morfotipologica. La dimensione, vista sia nelle accezioni volumetriche quanto distributive e di impianto, dell’esempio realizzato costituisce, soprattutto per questo ultimo volume, un dato selettivo di non poca importanza. Da un lato si deve esprimere l’esigenza di determinare un percorso didatticamente compiuto all’interno di un’esperienza semestrale di corso (e l’identificazione della casa isolata per antonomasia, riflette pienamente lo sforzo di dare una risposta compiuta); dall’altro il percorso innescato da alcuni anni, che contribuisce a supportare la professione tecnica in una sorta di incentivazione e stimolo della formazione permanente, trova nel tema dell’edificio unifamiliare un campo di applicazione diffuso e quanto mai aderente con le logiche di mercato e di sviluppo dello stesso. In qualche modo si può affermare che se la strutturazione dei piani di sviluppo del progetto abitativo stanno piegando verso una sempre più diffusa ibridazione dei modelli anche in un’espressione di complessi processi di metamorfismo, in cui “grande” e ”piccolo” quanto “aggregato” ed “isolato” tendono a trovare un formula di esistenza comune, spezzando i vincoli di una apparente quanto mai devastante regola morfourbanistica in nome di una semplicistica efficienza immobiliare, il condensato sperimentale e soprattutto applicativo dell’unità minima, della casa base, tende a non morire mai e innesca e incrementa il grado di trasformazione del disegno urbano. Alcuni ragionamenti in questo senso erano già apparsi chiari nella lettura critica e nella scelta esemplificativa proposta per il volume sulle ville urbane. Ecco allora una prima tappa che si conclude sulla scelta di acquisizione dei modelli (come si è detto ad una certa scala di progetto), ma che può espandersi ed implementarsi nell’idea quantitativa della variazione esemplificativa ed applicativa. L’esperienza del ridisegno con supporti digitali 2D e 3D sta costituendo la potenziale struttura di una banca dati con centinaia di modelli selezionati, acquisiti, criticamente ridisegnati e ripensati, rappresentati e catalogati con i medesimi criteri. Lo sforzo imposto e profuso in tutti questi anni nel dettare delle regole (coerenti con il doppio percorso didattico e di ricerca), di seguirle e di mantenere fermo tale impegno, per testare quantitativamente la metodologia, offre oggi i suoi frutti principali. E’ infatti la base dei criteri comuni che incrementa il valore di ogni singolo modello 2D e 3D all’interno della quantità complessiva aggiornabile. Cercare di creare un catalogo non è semplice. Il carattere molto articolato delle operazioni di catalogazione, quando si rapportano con l’architettura e le sue eclettiche segmentazioni, impone spesso la definizione di rigidi standard di riferimento per le operazioni di acquisizione e di rielaborazione dei dati. Una corretta impostazione della metodologia di ricerca permette infatti di delineare una sintetica ma logica griglia procedurale ed applicativa delle tecniche di rilievo/ridisegno architettonico e di rappresentazione/documentazione, necessaria per comprendere la complessità di reale. Ciò che è stato realizzato fino ad ora non è ancora un vero e proprio inventario (aggiornabile ed integrabile), basato su criteri uniformi, finalizzato all’elaborazione di una documentazione che si configuri come una banca dati (schede, livelli di ricerca, strutturazione, ecc.), ma è la base genetica, il brodo primordiale e forse già il tessuto connettivo necessario per la sua evoluzione. Allora lasciatemi l’opportunità di descrivere non solo ciò che è ma anche quello che può diventare “Housing 3” all’interno della linea di prodotti editoriali messi in campo: • affrontare il difficile tema dell’innesco obbligato di un percorso di formazione professionale che sulla realtà di un progetto possibile si confronta con l’innovazione di processi rappresentativi (informatici, digitali, multimediali) non è cosa da poco, soprattutto in vista della progressiva trasformazione dello studio tecnico che molte normative nazionali stanno imponendo. Disegnare case diventa un modo per far connettere l’attività del progettista alla sua prima committenza e al suo primo confronto con la prassi, ma appare anche una modalità efficiente per aggiornare i gradi di fattibilità concreta di chi già opera da anni nel mercato, perché consente diversi e variate possibilità di scambio dialettico e propositivo tra “ciò che so già fare” e “ciò che posso e voglio riuscire a fare”: dall’alfabetizzazione all’integrazione di nuove conoscenze tecniche; • passare dal tipo al dettaglio e dal dettaglio al tipo (perché il progetto architettonico è una struttura integrata di logiche in cui la scelta tecnologica alle diverse scale guida sempre di più l’ottimizzazione prestazionale dei materiali, dei componenti con il grado di significato che rivestono) costituisce uno sviluppo importante del lavoro fino ad ora compiuto; l’individuazione di ambiti tematici nella raccolta di progetti ha generato un iter progressivo che scavalca l’idea della collazione fine a se stessa di situazioni architettoniche in quanto gli strumenti della lettura e dell’interpretazione rappresentativa scandagliano i desideri e le linee di ogni processo conoscitivo dello spazio costruito; • trovare modalità per esprimere l’esigenza di affrontare con metodo il tema della comunicazione del progetto (architettonico, urbanistico, design, ecc.) è un aspetto, non ancora delineato nell’esperienza pubblicata (anche perché i tempi e i modi della didattica spesso non consentono grandi spazi di manovra), ma che entra prepotentemente nel dibattito in corso: devono esistere nuovi gradi di attenzione interdisciplinari e bisogna imparare a navigare in diverse “geografie linguistiche”. Attività non semplici, soprattutto quando la complessità della quotidiana vita da tecnico impone una rapidità di aggiornamento costante su temi di vitale cogenza normativa, procedurale ed oggi anche economico e fiscale; dedicare tempo e fatica alla realizzazione di significativi rendering e alla creazione di siti web (che già i nostri volumi propongono esemplificativamente) sono solo aspetti di superficie (fortemente strumentali) dell’universo di concettualizzazioni che ad essi, come ad altri strumenti, si sottendono e si devono supportare. L’esperienza didattica è stata, anche questa volta, alla base della sperimentazione attraverso il confronto e il desiderio di competizione nell’impostazione finalizzata al risultato. All’interno del corso integrato di “Tecniche della Rappresentazione dell’Architettura e di Rilievo II” presso la Facoltà di Architettura di Ferrara nell’anno accademico 2005-2006, docenti di diverse materie e aree disciplinari hanno contribuito ad impostare una metodologia di lavoro e di ricerca, che ha selezionato i quaranta migliori risultati per strutturare ed arricchire questo terzo manuale. Seguendo i criteri ed i vincoli ottimizzati delle ultime esperienze, il confronto di fonti documentali, l’analisi di forme e disegni, l’integrazione di schemi e componenti morfologici, le scelte dimensionali per sintesi di scale grafiche sono state le principali azioni della rappresentazione che hanno condotto alla definizione di un sempre diverso disegno finale. Mediante un passaggio conoscitivo che sfrutta gli strumenti del disegno e della multimedialità digitale il progetto selezionato si riveste anche di nuove stimolazioni creative, ironiche e di smontaggi e rimontagli inattesi. L’impostazione del volume delinea la struttura della sperimentazione realizzata, che mette in diretto rapporto l’integrazione interdisciplinare della ricerca progettuale/compositiva con le problematiche di individuazione di criteri metrici (rilievo del progetto) e morfologico-rappresentativi. La sezione del volume collegata alla lettura critica mette in risalto un gruppo di collaboratori del “Laboratorio di progettazione architettonica” che hanno partecipato alla selezione dei progetti della ricerca: Nicola Marzot (responsabile della didattica del Laboratorio) sviluppa il concetto di casa isolata all’interno delle dinamiche dell’abitare contemporaneo, Andrea Pasquato entra nel merito dell’analisi metodologica dei caratteri distributivi, mentre Luca Cergna offre un breve ragionamento sul tema della casa unifamiliare come modello dello spazio abitabile. La sezione che segue entra nel merito della metodologia che è stata sviluppata dal gruppo di rilievo e rappresentazione:l Gabriele Tonelli tratta il tema dell’evoluzione dei codici rappresentativi 3D nella computer grafica, Giuseppe Dosi integra le finalizzazione della modellazione 3D per il Building Information Modeling, Federico Sanmarchi delinea alcuni aspetti della visualizzazione (tra desideri fotorealistici e di simulazione critica), mentre Roberto Meschini affronta le logiche della comunicazione con supporti e strumenti multimediali per il progetto architettonico. Una parte finale permette di visualizzare il catalogo dei quaranta progetti di case contenuti nei 4 CD-ROM: è un indice visuale pratico e articolato che mette a disposizioni del lettore una sintesi dei modelli digitali (2D, 3D e siti web) realizzati per ogni architettura. Il confronto con il ridisegno è una opportunità di comprendere alcune definizioni, regole e concetti che costituiscono i fondamenti della scelta tipologica del modello residenziale unifamiliare isolato e di reinterpretarne il processo progettuale.

Un banca dati di modelli per una sperimentazione rappresentativa e progettuale

BALZANI, Marcello
2006

Abstract

La sperimentazione del modello (didattico e di ricerca) si è consolidata e permette ormai di focalizzare, con la cadenza di un appuntamento annuale, l’idea di un progetto editoriale implementabile ed articolato. In effetti dopo la riuscita dei due primi volumi “Housing - Case a schiera” e “Housing 2 – Edifici plurifamiliari”, utilizzati anche per testare e realizzare dei “Corsi multimediali” finalizzati alla rapida comprensione ed assimilazione di criteri metodologici di base, ora “Housing 3” sul tema dell’abitazione unifamiliare completa un possibile ambito di analisi morfotipologica. La dimensione, vista sia nelle accezioni volumetriche quanto distributive e di impianto, dell’esempio realizzato costituisce, soprattutto per questo ultimo volume, un dato selettivo di non poca importanza. Da un lato si deve esprimere l’esigenza di determinare un percorso didatticamente compiuto all’interno di un’esperienza semestrale di corso (e l’identificazione della casa isolata per antonomasia, riflette pienamente lo sforzo di dare una risposta compiuta); dall’altro il percorso innescato da alcuni anni, che contribuisce a supportare la professione tecnica in una sorta di incentivazione e stimolo della formazione permanente, trova nel tema dell’edificio unifamiliare un campo di applicazione diffuso e quanto mai aderente con le logiche di mercato e di sviluppo dello stesso. In qualche modo si può affermare che se la strutturazione dei piani di sviluppo del progetto abitativo stanno piegando verso una sempre più diffusa ibridazione dei modelli anche in un’espressione di complessi processi di metamorfismo, in cui “grande” e ”piccolo” quanto “aggregato” ed “isolato” tendono a trovare un formula di esistenza comune, spezzando i vincoli di una apparente quanto mai devastante regola morfourbanistica in nome di una semplicistica efficienza immobiliare, il condensato sperimentale e soprattutto applicativo dell’unità minima, della casa base, tende a non morire mai e innesca e incrementa il grado di trasformazione del disegno urbano. Alcuni ragionamenti in questo senso erano già apparsi chiari nella lettura critica e nella scelta esemplificativa proposta per il volume sulle ville urbane. Ecco allora una prima tappa che si conclude sulla scelta di acquisizione dei modelli (come si è detto ad una certa scala di progetto), ma che può espandersi ed implementarsi nell’idea quantitativa della variazione esemplificativa ed applicativa. L’esperienza del ridisegno con supporti digitali 2D e 3D sta costituendo la potenziale struttura di una banca dati con centinaia di modelli selezionati, acquisiti, criticamente ridisegnati e ripensati, rappresentati e catalogati con i medesimi criteri. Lo sforzo imposto e profuso in tutti questi anni nel dettare delle regole (coerenti con il doppio percorso didattico e di ricerca), di seguirle e di mantenere fermo tale impegno, per testare quantitativamente la metodologia, offre oggi i suoi frutti principali. E’ infatti la base dei criteri comuni che incrementa il valore di ogni singolo modello 2D e 3D all’interno della quantità complessiva aggiornabile. Cercare di creare un catalogo non è semplice. Il carattere molto articolato delle operazioni di catalogazione, quando si rapportano con l’architettura e le sue eclettiche segmentazioni, impone spesso la definizione di rigidi standard di riferimento per le operazioni di acquisizione e di rielaborazione dei dati. Una corretta impostazione della metodologia di ricerca permette infatti di delineare una sintetica ma logica griglia procedurale ed applicativa delle tecniche di rilievo/ridisegno architettonico e di rappresentazione/documentazione, necessaria per comprendere la complessità di reale. Ciò che è stato realizzato fino ad ora non è ancora un vero e proprio inventario (aggiornabile ed integrabile), basato su criteri uniformi, finalizzato all’elaborazione di una documentazione che si configuri come una banca dati (schede, livelli di ricerca, strutturazione, ecc.), ma è la base genetica, il brodo primordiale e forse già il tessuto connettivo necessario per la sua evoluzione. Allora lasciatemi l’opportunità di descrivere non solo ciò che è ma anche quello che può diventare “Housing 3” all’interno della linea di prodotti editoriali messi in campo: • affrontare il difficile tema dell’innesco obbligato di un percorso di formazione professionale che sulla realtà di un progetto possibile si confronta con l’innovazione di processi rappresentativi (informatici, digitali, multimediali) non è cosa da poco, soprattutto in vista della progressiva trasformazione dello studio tecnico che molte normative nazionali stanno imponendo. Disegnare case diventa un modo per far connettere l’attività del progettista alla sua prima committenza e al suo primo confronto con la prassi, ma appare anche una modalità efficiente per aggiornare i gradi di fattibilità concreta di chi già opera da anni nel mercato, perché consente diversi e variate possibilità di scambio dialettico e propositivo tra “ciò che so già fare” e “ciò che posso e voglio riuscire a fare”: dall’alfabetizzazione all’integrazione di nuove conoscenze tecniche; • passare dal tipo al dettaglio e dal dettaglio al tipo (perché il progetto architettonico è una struttura integrata di logiche in cui la scelta tecnologica alle diverse scale guida sempre di più l’ottimizzazione prestazionale dei materiali, dei componenti con il grado di significato che rivestono) costituisce uno sviluppo importante del lavoro fino ad ora compiuto; l’individuazione di ambiti tematici nella raccolta di progetti ha generato un iter progressivo che scavalca l’idea della collazione fine a se stessa di situazioni architettoniche in quanto gli strumenti della lettura e dell’interpretazione rappresentativa scandagliano i desideri e le linee di ogni processo conoscitivo dello spazio costruito; • trovare modalità per esprimere l’esigenza di affrontare con metodo il tema della comunicazione del progetto (architettonico, urbanistico, design, ecc.) è un aspetto, non ancora delineato nell’esperienza pubblicata (anche perché i tempi e i modi della didattica spesso non consentono grandi spazi di manovra), ma che entra prepotentemente nel dibattito in corso: devono esistere nuovi gradi di attenzione interdisciplinari e bisogna imparare a navigare in diverse “geografie linguistiche”. Attività non semplici, soprattutto quando la complessità della quotidiana vita da tecnico impone una rapidità di aggiornamento costante su temi di vitale cogenza normativa, procedurale ed oggi anche economico e fiscale; dedicare tempo e fatica alla realizzazione di significativi rendering e alla creazione di siti web (che già i nostri volumi propongono esemplificativamente) sono solo aspetti di superficie (fortemente strumentali) dell’universo di concettualizzazioni che ad essi, come ad altri strumenti, si sottendono e si devono supportare. L’esperienza didattica è stata, anche questa volta, alla base della sperimentazione attraverso il confronto e il desiderio di competizione nell’impostazione finalizzata al risultato. All’interno del corso integrato di “Tecniche della Rappresentazione dell’Architettura e di Rilievo II” presso la Facoltà di Architettura di Ferrara nell’anno accademico 2005-2006, docenti di diverse materie e aree disciplinari hanno contribuito ad impostare una metodologia di lavoro e di ricerca, che ha selezionato i quaranta migliori risultati per strutturare ed arricchire questo terzo manuale. Seguendo i criteri ed i vincoli ottimizzati delle ultime esperienze, il confronto di fonti documentali, l’analisi di forme e disegni, l’integrazione di schemi e componenti morfologici, le scelte dimensionali per sintesi di scale grafiche sono state le principali azioni della rappresentazione che hanno condotto alla definizione di un sempre diverso disegno finale. Mediante un passaggio conoscitivo che sfrutta gli strumenti del disegno e della multimedialità digitale il progetto selezionato si riveste anche di nuove stimolazioni creative, ironiche e di smontaggi e rimontagli inattesi. L’impostazione del volume delinea la struttura della sperimentazione realizzata, che mette in diretto rapporto l’integrazione interdisciplinare della ricerca progettuale/compositiva con le problematiche di individuazione di criteri metrici (rilievo del progetto) e morfologico-rappresentativi. La sezione del volume collegata alla lettura critica mette in risalto un gruppo di collaboratori del “Laboratorio di progettazione architettonica” che hanno partecipato alla selezione dei progetti della ricerca: Nicola Marzot (responsabile della didattica del Laboratorio) sviluppa il concetto di casa isolata all’interno delle dinamiche dell’abitare contemporaneo, Andrea Pasquato entra nel merito dell’analisi metodologica dei caratteri distributivi, mentre Luca Cergna offre un breve ragionamento sul tema della casa unifamiliare come modello dello spazio abitabile. La sezione che segue entra nel merito della metodologia che è stata sviluppata dal gruppo di rilievo e rappresentazione:l Gabriele Tonelli tratta il tema dell’evoluzione dei codici rappresentativi 3D nella computer grafica, Giuseppe Dosi integra le finalizzazione della modellazione 3D per il Building Information Modeling, Federico Sanmarchi delinea alcuni aspetti della visualizzazione (tra desideri fotorealistici e di simulazione critica), mentre Roberto Meschini affronta le logiche della comunicazione con supporti e strumenti multimediali per il progetto architettonico. Una parte finale permette di visualizzare il catalogo dei quaranta progetti di case contenuti nei 4 CD-ROM: è un indice visuale pratico e articolato che mette a disposizioni del lettore una sintesi dei modelli digitali (2D, 3D e siti web) realizzati per ogni architettura. Il confronto con il ridisegno è una opportunità di comprendere alcune definizioni, regole e concetti che costituiscono i fondamenti della scelta tipologica del modello residenziale unifamiliare isolato e di reinterpretarne il processo progettuale.
2006
88.3873396.1
Housing. modellazione 3D; tecniche digitali per la rappresentazione architettonica
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