L’obiettivo del contributo è di mettere a confronto il pensiero di Roberto Pane sull’inserimento dell’architettura moderna nei centri storici nel corso degli anni ’50 ed in particolare in occasione del Convegno sull’edilizia artistica ferrarese del 1958, momento propedeutico a quello di Gubbio di due anni successivo. Durante il convegno ferrarese – uno dei primi momenti di riflessione sul tema della pianificazione urbana contemporanea nell’ambito della città di Ferrara, definita da Burckhardt “la prima città moderna europea” – sono centrali i contributi di Roberto Pane e Bruno Zevi che, pur su posizioni diversificate, si esprimono a favore dell’inserimento dell’architettura nuova nel tessuto urbano antico. Pane sottolinea la necessità di una prescrizione di tipo volumetrico e cromatico per l’inserimento del nuovo, Zevi attribuisce maggiore rilevanza alla pianificazione e al linguaggio architettonico contemporaneo. Il caso di Ferrara risulta particolarmente interessante per la compresenza di un nucleo antico consolidato, sviluppatosi organicamente nel tempo, e di un’espansione rinascimentale pianificata (l’Addizione Erculea del 1498) rimasta per larghe parti inedificata fino alla metà del ‘900. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, Ferrara non è interessata unicamente da interventi di ricostruzione delle aree danneggiate dagli eventi bellici, ma si pone di fronte alla necessità di pianificare nuovi quartieri urbani, ancora all’interno dell’impianto urbano rinascimentale. Pane, uno dei protagonisti cardine del convegno, pone anche la base, attraverso una catalogazione del centro storico ferrarese, per l’elaborazione di un piano di recupero del centro antico. Partendo da questo confronto teorico e dal suo più diretto risultato, la Carta di Venezia del 1964, e alla luce del valore di quello che la cultura odierna riconosce all’architettura del ‘900, si vuole offrire una lettura critica dei più rappresentativi interventi ferraresi tra il dopoguerra e gli anni recenti.
Ferrara, antico e moderno. A cinquant’anni dal Convegno sull’edilizia artistica ferrarese (1958), alcune riflessioni in merito al dibattito tra Roberto Pane e i suoi contemporanei, e attuali indirizzi di ricerca.
DALLA NEGRA, Riccardo;FABBRI, Rita;AMBROGIO, Keoma;BALBONI, Veronica;CONFORTI, Annalisa;ROCCHI, Luca
2010
Abstract
L’obiettivo del contributo è di mettere a confronto il pensiero di Roberto Pane sull’inserimento dell’architettura moderna nei centri storici nel corso degli anni ’50 ed in particolare in occasione del Convegno sull’edilizia artistica ferrarese del 1958, momento propedeutico a quello di Gubbio di due anni successivo. Durante il convegno ferrarese – uno dei primi momenti di riflessione sul tema della pianificazione urbana contemporanea nell’ambito della città di Ferrara, definita da Burckhardt “la prima città moderna europea” – sono centrali i contributi di Roberto Pane e Bruno Zevi che, pur su posizioni diversificate, si esprimono a favore dell’inserimento dell’architettura nuova nel tessuto urbano antico. Pane sottolinea la necessità di una prescrizione di tipo volumetrico e cromatico per l’inserimento del nuovo, Zevi attribuisce maggiore rilevanza alla pianificazione e al linguaggio architettonico contemporaneo. Il caso di Ferrara risulta particolarmente interessante per la compresenza di un nucleo antico consolidato, sviluppatosi organicamente nel tempo, e di un’espansione rinascimentale pianificata (l’Addizione Erculea del 1498) rimasta per larghe parti inedificata fino alla metà del ‘900. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, Ferrara non è interessata unicamente da interventi di ricostruzione delle aree danneggiate dagli eventi bellici, ma si pone di fronte alla necessità di pianificare nuovi quartieri urbani, ancora all’interno dell’impianto urbano rinascimentale. Pane, uno dei protagonisti cardine del convegno, pone anche la base, attraverso una catalogazione del centro storico ferrarese, per l’elaborazione di un piano di recupero del centro antico. Partendo da questo confronto teorico e dal suo più diretto risultato, la Carta di Venezia del 1964, e alla luce del valore di quello che la cultura odierna riconosce all’architettura del ‘900, si vuole offrire una lettura critica dei più rappresentativi interventi ferraresi tra il dopoguerra e gli anni recenti.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.