L'articolo analizza la tecnica decisionale adottata dalla Corte costituzionale e catalogata dalla dottrina come "decisioni additive di principio". Attraverso un'ampia ricostruzione dei precedenti, l'articolo cerca di mostrare come anche nel passato la tecnica venisse utilizzata sebbene con differenti criteri formali, ridimensionando la presunta novità dello strumento e cercando di omologare gli effetti di tali decisioni a quelli tradizionali delle decisioni di accoglimento. L'analisi è compiuta anche e soprattutto sui seguiti giurisprudenziali che i giudici comuni danno a tali decisioni, onde mostrarne la natura variabile. Le conclusioni sono nel senso della non prevedibilità a priori della natura "meramente di principio" o autoapplicativa dei dispositivi di tali decisioni. Le conclusioni sono perfettamente coerenti con altri fenomeni di teoria generale riconducibili alla nozione di autoapplicabilità degli atti normativi, specie nel settore delle norme internazionali e dei loro effetti negli ordinamenti nazionali. Sotto un altro piano di lettura, gli esiti delle analisi confermano la tendenza pluridecennale della Corte costituzionale ad "allearsi" con i giudici comuni onde produrre l'adeguamento dell'ordinamento alle norme costituzionali, nella consapevolezza della scarsa collaborazione apprestata dal potere politico-legislativo alle esigenze costituzionali fatte presenti dalla Corte nelle c.d. "sentenze monito", ormai sempre più scarse.

L’autoapplicabilità delle sentenze additive di principio nella prassi dei giudici comuni

GUAZZAROTTI, Andrea
2002

Abstract

L'articolo analizza la tecnica decisionale adottata dalla Corte costituzionale e catalogata dalla dottrina come "decisioni additive di principio". Attraverso un'ampia ricostruzione dei precedenti, l'articolo cerca di mostrare come anche nel passato la tecnica venisse utilizzata sebbene con differenti criteri formali, ridimensionando la presunta novità dello strumento e cercando di omologare gli effetti di tali decisioni a quelli tradizionali delle decisioni di accoglimento. L'analisi è compiuta anche e soprattutto sui seguiti giurisprudenziali che i giudici comuni danno a tali decisioni, onde mostrarne la natura variabile. Le conclusioni sono nel senso della non prevedibilità a priori della natura "meramente di principio" o autoapplicativa dei dispositivi di tali decisioni. Le conclusioni sono perfettamente coerenti con altri fenomeni di teoria generale riconducibili alla nozione di autoapplicabilità degli atti normativi, specie nel settore delle norme internazionali e dei loro effetti negli ordinamenti nazionali. Sotto un altro piano di lettura, gli esiti delle analisi confermano la tendenza pluridecennale della Corte costituzionale ad "allearsi" con i giudici comuni onde produrre l'adeguamento dell'ordinamento alle norme costituzionali, nella consapevolezza della scarsa collaborazione apprestata dal potere politico-legislativo alle esigenze costituzionali fatte presenti dalla Corte nelle c.d. "sentenze monito", ormai sempre più scarse.
2002
Guazzarotti, Andrea
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