Differenti tecniche elettrochimiche (registrazione del potenziale di corrosione e delle curve di polarizzazione, misure di spettroscopia d’impedenza elettrochimica) sono state utilizzate per seguire l’evoluzione dell’attacco corrosivo subito da dischetti di acciai al carbonio o basso legati, sottoposti a trattamenti di nitrocarburazione, in una soluzione di cloruro di sodio al 5%, in equilibrio di aerazione con l’ambiente. Il potenziale di corrosione dei campioni nitrocarburati ed ossidati risulta di circa 200 mV più positivo di quello dei campioni solamente nitrocarburati, il quale, a sua volta, è più positivo, di circa 300 mV, di quello del substrato di acciaio. Lo strato di carbonitruri di ferro, e quello di ossido di ferro in particolare, risultano più resistenti alla corrosione del substrato di acciaio, in quanto rallentano notevolmente la reazione anodica. L’attivazione del potenziale di corrosione da circa –200 mV a valori propri dell’acciaio non trattato è contemporanea o precede di poco la comparsa di punti di attacco corrosivo (macchie rossastre) alla superficie del campione. Perciò dovrebbe essere possibile seguire l’evolversi del processo di corrosione di questi campioni termochimicamente trattati: lo spostamento del potenziale di corrosione dal valore proprio dello strato di ossido e/o di carbonitruri di ferro a quello dell’acciaio di base può dare un’indicazione della penetrazione della soluzione aggressiva attraverso questi strati e perciò, riferendoci all’aspetto della resistenza alla corrosione, della qualità del trattamento termochimico effettuato.
Indagine elettrochimica su acciai nitrocarburati
FRIGNANI, Alessandro;COLLEDAN, Alessandra;
2002
Abstract
Differenti tecniche elettrochimiche (registrazione del potenziale di corrosione e delle curve di polarizzazione, misure di spettroscopia d’impedenza elettrochimica) sono state utilizzate per seguire l’evoluzione dell’attacco corrosivo subito da dischetti di acciai al carbonio o basso legati, sottoposti a trattamenti di nitrocarburazione, in una soluzione di cloruro di sodio al 5%, in equilibrio di aerazione con l’ambiente. Il potenziale di corrosione dei campioni nitrocarburati ed ossidati risulta di circa 200 mV più positivo di quello dei campioni solamente nitrocarburati, il quale, a sua volta, è più positivo, di circa 300 mV, di quello del substrato di acciaio. Lo strato di carbonitruri di ferro, e quello di ossido di ferro in particolare, risultano più resistenti alla corrosione del substrato di acciaio, in quanto rallentano notevolmente la reazione anodica. L’attivazione del potenziale di corrosione da circa –200 mV a valori propri dell’acciaio non trattato è contemporanea o precede di poco la comparsa di punti di attacco corrosivo (macchie rossastre) alla superficie del campione. Perciò dovrebbe essere possibile seguire l’evolversi del processo di corrosione di questi campioni termochimicamente trattati: lo spostamento del potenziale di corrosione dal valore proprio dello strato di ossido e/o di carbonitruri di ferro a quello dell’acciaio di base può dare un’indicazione della penetrazione della soluzione aggressiva attraverso questi strati e perciò, riferendoci all’aspetto della resistenza alla corrosione, della qualità del trattamento termochimico effettuato.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.