L’adolescenza è il periodo cruciale per la sperimentazione della maggior parte delle sostanze psico-attive, lecite e illecite (Ravenna, 1993). Il consumo di droghe alla stessa stregua di altre condotte rischiose osservabili nell'adolescenza si configura come un fenomeno strettamente collegato con la risoluzione dei compiti di sviluppo che caratterizzano questa specifica fase di vita ed in modo particolare con quelli relativi alla riorganizzazione del concetto di Sè (Palmonari, 1997). Molteplici sono i fattori psicosociali in grado di favorire il primo contatto con le droghe e di sostenere nel tempo abitudini di consumo. Un ruolo di primo piano è univocamente accordato a quelli cognitivo-motivazionali (Hurrelman, 1990), ovvero alle aspettative e alle credenze che gli adolescenti elaborano a proposito delle droghe in rapporto a diversificate fonti di influenza sociale - principalmente i coetanei, ma anche gli adulti ed i mass media. Alle droghe è attribuito il ruolo di fornire qualche tipo di risposta, per lo più immediata, a diversificati bisogni e desideri personali riconducibili al miglioramento delle relazioni con gli altri, alla salvaguardia-innalzamento dell'immagine di sé ed alla regolazione emozionale, nonchè alla riduzione di stati ed esperienze di disagio che si associano al superamento dei compiti di sviluppo ed al confronto con eventi stressanti di diversa natura (Bishop et al., 1997; Schlaadt e Shannon, 1994; Kandel, 1980; Labouvie, 1986; Ravenna e Nicoli, 1991; Bonino, 1999; Ravenna, 1997). La letteratura psico-sociale sull’argomento (Ravenna, 1997), non ha tuttavia sufficientemente chiarito alcuni specifici elementi. Ad esempio se, nel caso degli adolescenti, tali bisogni varino in rapporto ai loro atteggiamenti verso il consumo ed il rischio, al loro coinvolgimento in condotte ed esperienze di vita problematiche, nonché alle diverse tipologie di sostanze ("leggere" e "pesanti"), ne se i bisogni connessi al rafforzamento del Sé ed in particolare quelli relativi all’acquisizione di sentimenti di maggior sicurezza, controllo ed efficacia personale nei diversi ambiti della loro vita quotidiana, abbiano un ruolo cruciale nel ricorso alle droghe. Scopo di questa ricerca è perciò di studiare, in una popolazione di adolescenti e di giovani, i significati e le funzioni che essi attribuiscono ad alcune specifiche sostanze psico-attive ed il ruolo che queste possono avere nel fronteggiare le difficoltà che si associano al superamento dei compiti di sviluppo e la percezione d’insicurezza circa l’ambiente di vita.. Più in particolare essa si propone i seguenti obiettivi: a) mettere a fuoco gli elementi che costituiscono il campo di riferimento comune per adolescenti e giovani a proposito di alcune specifiche sostanze e confrontare le rappresentazioni riferite alle diverse sostanze; b) analizzare il modo in cui tale campo si articola in relazione agli atteggiamenti dei soggetti verso il consumo e verso il rischio, a posizioni etico-valoriali, al grado di coinvolgimento in condotte ed esperienze problematiche ed alla percezione dell’insicurezza; c) verificare quanto i bisogni soggiacenti il ricorso alle droghe abbiano a che fare con il rafforzamento del Sé e dell'identità in situazioni sociali, ovvero con la riduzione di stati-sentimenti d'insicurezza e d'inefficacia e con la ricerca di esperienze di similarità e di differenziazione nelle relazioni con altri significativi nei diversi ambiti e contesti della loro vita quotidiana. Hanno partecipato alla ricerca 400 adolescenti che frequentano scuole medie superiori (istituti professionali, tecnici, licei del Veneto) e 400 giovani che frequentano l’Università di Ferrara di ambo i sessi, differenziati in cinque gruppi (non consumatori, consumatori poco e molto frequenti di lecite, consumatori di droghe “leggere” e “pesanti”) in rapporto al grado di coinvolgimento nell’uso di sostanze psico-attive. Lo strumento utilizzato per realizzare l’indagine è un questionario appositamente predisposto che prevede risposte in formato chiuso. E’ stato presentato ai soggetti in forma differenziata solo in rapporto al tipo di sostanza proposta come “target”: in un caso ecstasy, in un altro cocaina ed in un altro ancora hashish. La scelta è andata cioè a quelle droghe che al momento attuale risultano le più diffuse fra i giovani. Gli ambiti oggetto di indagine sono in particolare i seguenti: a) rappresentazione della sostanza “target” e di chi ne fa uso; b) rappresentazione del consumo di sostanze psicoattive (percezione della diffusione e del rischio in rapporto a numerose droghe, percezione della difficoltà ad interrompere diversi tipi di dipendenza); c) atteggiamenti e posizioni personali in ambito etico e valoriale (legalizzazione e controllo sociale del fenomeno, adesione a valori individualisti vs. collettivisti), politico e religioso; d) percezione dell’insicurezza nei contesti in cui si organizza la vita quotidiana degli intervistati; e) abitudini personali di consumo (entità e frequenza dell’uso di diverse sostanze e frequenza di episodi di eccedenza e di condotte rischiose in relazione all’alcool) e precedenti esperienze disfunzionali (coinvolgimento in incidenti stradali nell’ultimo anno ed eventuali insuccessi nel corso della carriera scolastica). Le analisi dei dati sono al momento attuale ancora in corso. Gli elementi conoscitivi che la ricerca consentirà di acquisire permetteranno di meglio precisare lo spettro dei possibili interventi nel campo della prevenzione primaria.

Rappresentazioni delle droghe e percezione dell’insicurezza nell’ambiente di vita

RAVENNA, Marcella;
2000

Abstract

L’adolescenza è il periodo cruciale per la sperimentazione della maggior parte delle sostanze psico-attive, lecite e illecite (Ravenna, 1993). Il consumo di droghe alla stessa stregua di altre condotte rischiose osservabili nell'adolescenza si configura come un fenomeno strettamente collegato con la risoluzione dei compiti di sviluppo che caratterizzano questa specifica fase di vita ed in modo particolare con quelli relativi alla riorganizzazione del concetto di Sè (Palmonari, 1997). Molteplici sono i fattori psicosociali in grado di favorire il primo contatto con le droghe e di sostenere nel tempo abitudini di consumo. Un ruolo di primo piano è univocamente accordato a quelli cognitivo-motivazionali (Hurrelman, 1990), ovvero alle aspettative e alle credenze che gli adolescenti elaborano a proposito delle droghe in rapporto a diversificate fonti di influenza sociale - principalmente i coetanei, ma anche gli adulti ed i mass media. Alle droghe è attribuito il ruolo di fornire qualche tipo di risposta, per lo più immediata, a diversificati bisogni e desideri personali riconducibili al miglioramento delle relazioni con gli altri, alla salvaguardia-innalzamento dell'immagine di sé ed alla regolazione emozionale, nonchè alla riduzione di stati ed esperienze di disagio che si associano al superamento dei compiti di sviluppo ed al confronto con eventi stressanti di diversa natura (Bishop et al., 1997; Schlaadt e Shannon, 1994; Kandel, 1980; Labouvie, 1986; Ravenna e Nicoli, 1991; Bonino, 1999; Ravenna, 1997). La letteratura psico-sociale sull’argomento (Ravenna, 1997), non ha tuttavia sufficientemente chiarito alcuni specifici elementi. Ad esempio se, nel caso degli adolescenti, tali bisogni varino in rapporto ai loro atteggiamenti verso il consumo ed il rischio, al loro coinvolgimento in condotte ed esperienze di vita problematiche, nonché alle diverse tipologie di sostanze ("leggere" e "pesanti"), ne se i bisogni connessi al rafforzamento del Sé ed in particolare quelli relativi all’acquisizione di sentimenti di maggior sicurezza, controllo ed efficacia personale nei diversi ambiti della loro vita quotidiana, abbiano un ruolo cruciale nel ricorso alle droghe. Scopo di questa ricerca è perciò di studiare, in una popolazione di adolescenti e di giovani, i significati e le funzioni che essi attribuiscono ad alcune specifiche sostanze psico-attive ed il ruolo che queste possono avere nel fronteggiare le difficoltà che si associano al superamento dei compiti di sviluppo e la percezione d’insicurezza circa l’ambiente di vita.. Più in particolare essa si propone i seguenti obiettivi: a) mettere a fuoco gli elementi che costituiscono il campo di riferimento comune per adolescenti e giovani a proposito di alcune specifiche sostanze e confrontare le rappresentazioni riferite alle diverse sostanze; b) analizzare il modo in cui tale campo si articola in relazione agli atteggiamenti dei soggetti verso il consumo e verso il rischio, a posizioni etico-valoriali, al grado di coinvolgimento in condotte ed esperienze problematiche ed alla percezione dell’insicurezza; c) verificare quanto i bisogni soggiacenti il ricorso alle droghe abbiano a che fare con il rafforzamento del Sé e dell'identità in situazioni sociali, ovvero con la riduzione di stati-sentimenti d'insicurezza e d'inefficacia e con la ricerca di esperienze di similarità e di differenziazione nelle relazioni con altri significativi nei diversi ambiti e contesti della loro vita quotidiana. Hanno partecipato alla ricerca 400 adolescenti che frequentano scuole medie superiori (istituti professionali, tecnici, licei del Veneto) e 400 giovani che frequentano l’Università di Ferrara di ambo i sessi, differenziati in cinque gruppi (non consumatori, consumatori poco e molto frequenti di lecite, consumatori di droghe “leggere” e “pesanti”) in rapporto al grado di coinvolgimento nell’uso di sostanze psico-attive. Lo strumento utilizzato per realizzare l’indagine è un questionario appositamente predisposto che prevede risposte in formato chiuso. E’ stato presentato ai soggetti in forma differenziata solo in rapporto al tipo di sostanza proposta come “target”: in un caso ecstasy, in un altro cocaina ed in un altro ancora hashish. La scelta è andata cioè a quelle droghe che al momento attuale risultano le più diffuse fra i giovani. Gli ambiti oggetto di indagine sono in particolare i seguenti: a) rappresentazione della sostanza “target” e di chi ne fa uso; b) rappresentazione del consumo di sostanze psicoattive (percezione della diffusione e del rischio in rapporto a numerose droghe, percezione della difficoltà ad interrompere diversi tipi di dipendenza); c) atteggiamenti e posizioni personali in ambito etico e valoriale (legalizzazione e controllo sociale del fenomeno, adesione a valori individualisti vs. collettivisti), politico e religioso; d) percezione dell’insicurezza nei contesti in cui si organizza la vita quotidiana degli intervistati; e) abitudini personali di consumo (entità e frequenza dell’uso di diverse sostanze e frequenza di episodi di eccedenza e di condotte rischiose in relazione all’alcool) e precedenti esperienze disfunzionali (coinvolgimento in incidenti stradali nell’ultimo anno ed eventuali insuccessi nel corso della carriera scolastica). Le analisi dei dati sono al momento attuale ancora in corso. Gli elementi conoscitivi che la ricerca consentirà di acquisire permetteranno di meglio precisare lo spettro dei possibili interventi nel campo della prevenzione primaria.
2000
adolescenza; droghe; processi del consumo
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