Il lavoro è frutto di una ricerca cofinanziata dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MIUR) nel 2003 ed intitolata: "Il contributo dell'analisi di bilancio nella costruzione dei modelli di previsione delle insolvenze: profili evolutivi della dottrina italiana. Un'indagine empirica sulle piccole e medie aziende". Il progetto è stato coordinato a livello nazionale dal Prof. Poddighe ed ha annoverato, quali unità operative, le Università di Pisa e di Ferrara. Il volume intende proporre una ricostruzione ragionata del processo di genesi e di sviluppo degli strumenti per la previsione dei dissesti aziendali, onde evidenziare il grado di validità dei diversi modelli di previsione, con particolare riferimento all'analisi discriminante. Il lavoro di Sandro Appetiti, sviluppato nel 1984, si propone i seguenti obiettivi: a) Elaborazione di un modello statico (per indici), fondato sull’applicazione delle tecniche dell’analisi discriminatoria (AD) ai dati di bilancio, al fine di stimare la fragilità finanziaria delle imprese manifatturiere italiane, intesa come difficoltà delle stesse ad essere solvibili. b) Elaborazione di un modello dinamico, ossia non basato sui semplici indici statici ma sul loro andamento dinamico (trends), al fine di stimare la debolezza finanziaria delle imprese italiane di trasformazione. c) Confronto tra il modello statico e quello dinamico, per valutare quello più attendibile ai fini della previsione delle insolvenze delle imprese in oggetto. Ad evidenza, l’intento di Appetiti è quello di individuare un modello in grado di stimare precocemente lo stato di salute delle imprese manifatturiere italiane, inteso come la loro capacità di essere solvibili o, per converso, il loro rischio d’insolvenza. L’autore prende le mosse dal dibattito dottrinale sull’utilità degli indici di bilancio ai fini della previsione dell’insolvenza (che aveva infiammato la letteratura a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70), e sulla validità dell’analisi discriminatoria al suddetto scopo; di seguito, Appetiti si cimenta brevemente in un’analisi critica del citato contesto scientifico di riferimento, considerandola propedeutica allo sviluppo del suo lavoro. Successivamente, l’autore circoscrive opportunamente l’ambito di applicazione dei modelli che intende costruire e testare. A tale punto, Appetiti propone un modello statico imperniato sull’utilizzo, quali variabili della funzione discriminante, degli indici di bilancio, rappresentanti la fotografia immobile di una determinata situazione in un determinato momento (solitamente al termine del periodo considerato). Il passo successivo è rappresentato dallo sviluppo di un modello dinamico che sostituisce agli indici statici di bilancio i loro trends, ossia gli andamenti dei ratios in un considerato intervallo di tempo, possibilmente rapportati ad una variazione media. L’introduzione del modello dinamico viene realizzata da Appetiti in forma comparativa differenziale, ossia come via di superamento dei limiti del modello statico; infatti, le conclusioni cui giunge l’Appetiti sono riconducibili alla validità del modello dinamico ai fini della previsione dell’insolvenza delle imprese manifatturiere italiane. All’esplorazione del percorso metodologico seguito dall’autore per giungere alle suddette conclusioni è dedicata la parte più importante del presente lavoro.

L'analisi ed il modello di Appetiti

DEIDDA GAGLIARDO, Enrico
2006

Abstract

Il lavoro è frutto di una ricerca cofinanziata dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MIUR) nel 2003 ed intitolata: "Il contributo dell'analisi di bilancio nella costruzione dei modelli di previsione delle insolvenze: profili evolutivi della dottrina italiana. Un'indagine empirica sulle piccole e medie aziende". Il progetto è stato coordinato a livello nazionale dal Prof. Poddighe ed ha annoverato, quali unità operative, le Università di Pisa e di Ferrara. Il volume intende proporre una ricostruzione ragionata del processo di genesi e di sviluppo degli strumenti per la previsione dei dissesti aziendali, onde evidenziare il grado di validità dei diversi modelli di previsione, con particolare riferimento all'analisi discriminante. Il lavoro di Sandro Appetiti, sviluppato nel 1984, si propone i seguenti obiettivi: a) Elaborazione di un modello statico (per indici), fondato sull’applicazione delle tecniche dell’analisi discriminatoria (AD) ai dati di bilancio, al fine di stimare la fragilità finanziaria delle imprese manifatturiere italiane, intesa come difficoltà delle stesse ad essere solvibili. b) Elaborazione di un modello dinamico, ossia non basato sui semplici indici statici ma sul loro andamento dinamico (trends), al fine di stimare la debolezza finanziaria delle imprese italiane di trasformazione. c) Confronto tra il modello statico e quello dinamico, per valutare quello più attendibile ai fini della previsione delle insolvenze delle imprese in oggetto. Ad evidenza, l’intento di Appetiti è quello di individuare un modello in grado di stimare precocemente lo stato di salute delle imprese manifatturiere italiane, inteso come la loro capacità di essere solvibili o, per converso, il loro rischio d’insolvenza. L’autore prende le mosse dal dibattito dottrinale sull’utilità degli indici di bilancio ai fini della previsione dell’insolvenza (che aveva infiammato la letteratura a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70), e sulla validità dell’analisi discriminatoria al suddetto scopo; di seguito, Appetiti si cimenta brevemente in un’analisi critica del citato contesto scientifico di riferimento, considerandola propedeutica allo sviluppo del suo lavoro. Successivamente, l’autore circoscrive opportunamente l’ambito di applicazione dei modelli che intende costruire e testare. A tale punto, Appetiti propone un modello statico imperniato sull’utilizzo, quali variabili della funzione discriminante, degli indici di bilancio, rappresentanti la fotografia immobile di una determinata situazione in un determinato momento (solitamente al termine del periodo considerato). Il passo successivo è rappresentato dallo sviluppo di un modello dinamico che sostituisce agli indici statici di bilancio i loro trends, ossia gli andamenti dei ratios in un considerato intervallo di tempo, possibilmente rapportati ad una variazione media. L’introduzione del modello dinamico viene realizzata da Appetiti in forma comparativa differenziale, ossia come via di superamento dei limiti del modello statico; infatti, le conclusioni cui giunge l’Appetiti sono riconducibili alla validità del modello dinamico ai fini della previsione dell’insolvenza delle imprese manifatturiere italiane. All’esplorazione del percorso metodologico seguito dall’autore per giungere alle suddette conclusioni è dedicata la parte più importante del presente lavoro.
2006
9788814131028
CRISI AZIENDALI; MODELLI DI PREVISIONE DELLE INSOLVENZE
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