Le celle circostanti il primo Gran Claustro della quattrocentesca Certosa di Ferrara vennero adibite a sepolture di nobili famiglie ferraresi a partire dal XIX secolo, in seguito alla soppressione del monastero e alla sua destinazione a cimitero comunale. Gli interventi di trasformazione e la nuova funzione hanno del tutto soppiantato, anche nella memoria dei cittadini, l’antica presenza monastica. Per comprendere e ricostruire idealmente l’assetto degli spazi nella precedente configurazione occorre ricondursi da un lato alle esigenze espresse dalla regola certosina (che si fonda su dettami di vita eremitica), anche ponendole a confronto con altri complessi monastici quale la Certosa di Pavia, e dall’altro ripercorrere tutte le fonti in grado di dare informazioni specifiche sulla Certosa ferrarese. Tra di esse vi è l’incisione eseguita da Francesco Bolzoni nel 1865 e alcune pubblicazioni, tra cui in primo luogo il grande volume dedicato alla Certosa dal Marchese Ferdinando Canonici, grande ispiratore della sistemazione definitiva a cimitero. Ma le più radicali trasformazioni delle celle avvennero nel 1812 e sono documentate in un fascicolo custodito presso l’Archivio Storico del Comune di Ferrara. Il lungo documento (che consiste in un computo metrico finalizzato alla riscossione del compenso pattuito) viene qui trascritto e commentato, consentendo di individuare i fabbricati interessati dalle demolizioni e di comprendere la natura degli interventi. Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento si condussero opere di manutenzione, riportate in altri documenti dello stesso archivio, anch’essi trascritti e commentati. Il testo riporta anche vedute e disegni inediti dall’Archivio Storico comunale, insieme a schizzi interpretativi dei documenti e immagini fotografiche.

Le Celle della Certosa di Ferrara. Notizie storiche, dal monastero alla configurazione attuale

FABBRI, Rita
1998

Abstract

Le celle circostanti il primo Gran Claustro della quattrocentesca Certosa di Ferrara vennero adibite a sepolture di nobili famiglie ferraresi a partire dal XIX secolo, in seguito alla soppressione del monastero e alla sua destinazione a cimitero comunale. Gli interventi di trasformazione e la nuova funzione hanno del tutto soppiantato, anche nella memoria dei cittadini, l’antica presenza monastica. Per comprendere e ricostruire idealmente l’assetto degli spazi nella precedente configurazione occorre ricondursi da un lato alle esigenze espresse dalla regola certosina (che si fonda su dettami di vita eremitica), anche ponendole a confronto con altri complessi monastici quale la Certosa di Pavia, e dall’altro ripercorrere tutte le fonti in grado di dare informazioni specifiche sulla Certosa ferrarese. Tra di esse vi è l’incisione eseguita da Francesco Bolzoni nel 1865 e alcune pubblicazioni, tra cui in primo luogo il grande volume dedicato alla Certosa dal Marchese Ferdinando Canonici, grande ispiratore della sistemazione definitiva a cimitero. Ma le più radicali trasformazioni delle celle avvennero nel 1812 e sono documentate in un fascicolo custodito presso l’Archivio Storico del Comune di Ferrara. Il lungo documento (che consiste in un computo metrico finalizzato alla riscossione del compenso pattuito) viene qui trascritto e commentato, consentendo di individuare i fabbricati interessati dalle demolizioni e di comprendere la natura degli interventi. Tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento si condussero opere di manutenzione, riportate in altri documenti dello stesso archivio, anch’essi trascritti e commentati. Il testo riporta anche vedute e disegni inediti dall’Archivio Storico comunale, insieme a schizzi interpretativi dei documenti e immagini fotografiche.
1998
Certosa di Ferrara; celle monastiche; fasi costruttive
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